Liverpool

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Il forte vento che soffiava mi scompigliava i capelli mentre aspettavo il pullman che mi avrebbe portato fuori città, così da proseguire a piedi fino a Manchester.

Fissavo la foto che tenevo in mano in modo da poter stampare le loro facce in testa, nel caso l'avessi persa in futuro. Non sapevo niente di quelle due persone sorridenti: come si chiamassero, quanti anni avessero e, soprattutto, dove si trovassero. L'unica cosa sicura era quella scritta nell'angolo in basso a destra: "Galleria d'arte - Manchester".
Ammiravo impassibile la calligrafia elegante utilizzata immaginando la mano che l'avesse tracciata.

All'improvviso il suono di un clacson mi costrinse ad alzare lo sguardo.
"Ragazzina sali o no?"
Un uomo robusto al volante mi stava fissando.

Solo dopo realizzai che quello fosse il pullman che dovevo prendere.
"Sì, mi scusi." Risposi e mi affrettai a salire.

Camminai lungo lo stretto corridoio facendo cadere ogni tanto lo sguardo sulle poche persone sedute che incontravo. Mi sedei nei posti in fondo e appoggiai lo zaino vicino a me. Il viaggio sarebbe stato lungo e non passò molto tempo che mi addormentai.

[...]

Mi svegliai di colpo a causa di una brusca frenata dell'autista che mi spinse leggermente in avanti.

Mi avvicinai al finestrino per capire dove fossimo. Purtroppo sul l'unico cartello che vidi era stata spruzzata della vernice e non riuscii a leggere niente.

Sentii le porte del pullman chiudersi e mi girai automaticamente in avanti.
Un ragazzo si stava guardando intorno cercando un posto doveva sedersi. Indossava un'altra felpa grigia, dei jeans e un cappello che gli ricadeva sulla nuca.
Si sedette sul posto davanti al mio, si tolse lo zaino e lo appoggiò sul sedile di fianco.

Lo osservai attraverso lo spazio tratta i due sedili di fronte: stava scarabocchiando su un quaderno. Rimasi a bocca aperta quando riuscii a vedere il disegno che aveva fatto: un ritratto, forse uno dei più belli che avessi mai visto.

All'improvviso sentii una leggera risata. Vi voltai e vidi che il ragazzo mi stava fissando con faccia divertita.
Notai la carnagione chiara che faceva contrasto con i sui capelli scuri e suoi occhi creavano una specie di attrazione che ti costringeva a guardarlo.

"Oh scusami, mi ero incantata." Dissi, svegliandomi da una trance momentanea.

"Non fa niente, è che inizialmente mi hai spaventato." Rispose lui sorridendo.
Non credevo di essere così inquietante.

Non sapendo cosa dire mi girai verso il finestrino imbarazzata.

"Dove scendi?" Chiese il ragazzo.

"Al bivio per Manchester." Risposi, continuando a guardare fuori.
Temevo che se mi fossi girata sarei diventata tutta rossa come era mio solito fare in momenti come quelli.

"Che coincidenza!" Esclamò lui.
Oh no, non dirlo.
"Scendo anche io lì!"
Perfetto.

A quel punto mi decisi a guardarlo in faccia.
"Dove devi andare?" Chiesi, sperando che non percepisse il mio turbamento.

"Non ho una meta, io sono un artista di strada." Rispose fiero di sè.
Un artista di strada(?)

"E cosa fai? Balli?" Domandai.
Non avevo la più pallida idea di cosa fosse.

Appena dissi quelle parole scoppiò a ridere.

"No, diciamo più che altro che disegno." Rispose lui ridendo leggermente.

"Ah."

Fu l'unica cosa che riuscii a dire.
A quanto pare oggi è la giornata delle figure di merda.

Il viaggio non stava andando proprio come avrei voluto. Se fossi andata avanti così l'idea che mi ero fatta di mantenere segreta la mia missione avrebbe avuto vita breve.
Cazzo, ero in viaggio da circa venti minuti e già avevo spifferato dove stavo andando a... a... aspetta.

"Come ti chiami?" Chiesi.

Finì di fare il cerchio che stava tracciando sul foglio e poi si girò verso di me.
"Dylan O'Brien in persona, signorina." Fece un mezzo inchino. "E lei è?"

Sorrisi.
"Lily, Lily Collins." Risposi e lo vidi accennare un sorriso.

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⏰ Last updated: Sep 20, 2016 ⏰

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