"Take me to the place where you go, where nobody knows if it's night or day"
-oasis-Un inebriante odore di caffè raggiunse le sue narici accompagnato dal fischiare della macchina che fece scendere il liquido nella brocca di vetro.
I muri neri erano incorniciati da delle scritte bianche un po' sfocate, il locale era dominato da poltrone e divani vintage in pelle che variano dal nero al rosso e anche al cuoio.
Il bancone dei drink era in legno antico, le bottiglie affisse alla parete dietro di esso davano colore all'ambiente, la musica di sottofondo era tranquilla, quasi accogliente.
Eve respirò un odore di buono, in un angolo scorse dei ragazzi della sua età godendosi un buon libro accompagnati da una buona dose di caffè, o anche studiare nonostante le università fossero chiuse per le vacanze di Natale ormai alle porte.
Fu una ragazza in particolare ad attirare la sua attenzione: gli occhi marroni fissi su qualcosa alle spalle di Eveline, un libro posato in grembo.
Accanto a lei poggiato su un tavolinetto Eveline intravide un posacenere stracolmo di cicche smorzate.
La ragazza ancora ferma all'ingresso non potè fare a meno di paragonarla ad un elegante ghepardo, con il pelo liscio e i canini appuntiti, orgoglioso ed esterno al mondo come se non ne facesse parte, ma che nonostante non lo voglia, debba accettare quelle macchie di quotidiano che ha marchiate sul pelo.
Qualcuno fece cadere la borsa di Jan a terra, si chinò a raccoglierla guardando il ragazzo biondo che sfrecciò in fondo al locale con le mani in tasca.
Riposizionò la borsa sulla spalla e trascinandosi la valigia dietro, si decise a seguirlo, oltrepassò l'odore di fumo misto a caffè che la fece quasi bloccare.
Non appena raggiunse l'altra parte della stanza notò qualcosa di diverso: tutta la parete davanti ai suoi occhi era occupata da delle porte di vetro che se non si fossero trovati dentro ad un locale con un soffio di vento sarebbero già cadute tutte come i pezzi di un domino.
Aldilà della soglia vide migliaia e migliaia di scaffali contenenti vecchi cd in vinile con le custodie sbiadite e riviste di musica degli anni sessanta, un insopportabile odore di sigaretta e liquirizia riempì l'aria.
Non potè fare a meno di paragonare quella stanza al centro di una bussola, senza i punti cardinali, strano a dirsi,certo, ma vedeva in quei mixer, microfoni e scaffali, il centro di un tutto, il centro a cui rotava la sua vita irruenta, il punto fisso di un cerchio, quel punto che non si sposta mai, sta fermo lì per tutta la vita.
Questo pensò mentre posò un dito sul microfono, immaginando suo padre seduto lì a parlare tranquillamente a gli ascoltatori come se fossero amici di vecchia data, perchè infondo per lui nel mondo si era tutti amici di vecchia data, come se chiunque si incontrasse fosse una faccia già vista.
"Che cosa stai facendo?" Eveline sentì l'odore di liquirizia intensificarsi, gli lasciò una voragine nello stomaco, ma non come un languorino, piú come un vuoto e basta.
"Niente io stavo solo...stavo solo dando un occhiata"
"Non devi entrar-"
"Trey, c'è un pacco per te" con un tonfo la porta si spalancò sbattendo contro il muro, un ragazzo castano fece capolino sulla soglia: gli occhi scuri, i capelli scompigliati come se una forte folata di vento li avesse spettinati, indossava un grembiule nero con delle scritte bianche da cui fuoriuscì un blocchetto degli appunti completamente rovinato.
Eve si ricordò di Maggie e il suo dolce sorriso anche se timida com'è mai si sarebbe azzardata a farsi il tatuaggio di una fenice come quello che aveva quel ragazzo sulla clavicola.
Pur di non incontrare il suo sguardo Eve osservò i poster dei Beatles ai muri, come una mostra di quadri in un museo.
"Non sapevo che entrasse qualcuno qui dentro, oltre a te ovviamente" Eve udì il suo accento tedesco molto marcato di sicuro piú del biondo poggiato contro uno scaffale.
"Infatti se ne deve andare"
"Hai bisogno di un tecnico altrimenti queste attrezzature non si ripareranno mai" Eveline si incamminò verso la porta di uscita posteriore o almeno questo le indicò il cartello con scritto " Ausfahrt" in verde.
"Hai un posto dove andare?" la voce roca del tedesco raggiunse le orecchie di Eve facendola fermare sul posto.
"No,io...io sono arrivata oggi e-"
"Trey ha un appartamento vuoto da darti, era di suo fratello"Eveline si voltò non appena un battere secco di pugni sopra al tavolo la fece sobbalzare, gli occhi di Trey le fecero raggelare il sangue, fece saettare il suo sguardo tra Eve ed il ragazzo sulla soglia che tranquillo lo fissava come un animale in attesa di catturare la sua preda.
"Non voglio dargli l'appartamento di William"
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General Fiction"La vita è paragonabile ad un giradischi, continua a girare indisturbato, finché non siamo noi a decidere di bloccarlo e ripere tutto nuovamente. E se fosse questo il momento di resettare la tua vita?" -Trey