III

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Era un enorme edificio con la facciata di vetri a specchio, tanto che lo avevo confuso con un palazzo di uffici.
Appena attraversammo un cancello, accanto al quale era affissa una discreta ed elegante targa che riportava il nome dell'istituto, Irina mi lasciò la mano e mi condusse verso un gruppo di ragazze che sembravano aspettarla, guardandoci incuriosite, "Sapevamo che oggi doveva arrivare una ragazza nuova e quando abbiamo visto che c'erano tafferugli nel cortile degli scarafaggi abbiamo pensato di andare a dare un'occhiata, per assicurarci che non ti fossi persa, fortunatamente avevamo visto giusto e ti ho salvata appena in tempo" disse scherzosa, "Scarafaggi?" "Chiamiamo così quelli della scuola difronte alla nostra, è un istituto tecnico di qualche tipo, che attira solo marmaglia disgustosa, scarafaggi appunto" annuii perplessa e allungai una mano per presentarmi alla ragazza bruna che mi squadrava con aria divertita: "Piacere, Emma", le ragazze si presentarono una ad una, stringendomi la mano calorosamente: oltre ad Irina il gruppo era composto da Gaia, una ragazza dai capelli corti e abbronzata, Vanessa altissima e con una massa di capelli biondi che mi sorrise pacata e Lucia, una ragazza dall'aria tranquilla che si presentò per ultima, dopo avermi osservata in silenzio.
Erano tutte gentilissime e sembravano consapevoli del fatto che ero timida, mi scortarono come dei bodyguard fino all'ufficio della segretaria e mi indicarono entusiaste quali lezioni avrei avuto in comune con loro.
Il primo giorno filò velocissimo e prima che potessi rendermene conto era suonata l'ultima campanella e dovetti tornare a casa, non prima di essermi scambiata il numero con le altre ragazze, su insistenza di Irina.

La prima settimana trascorse veloce, tra lezioni massacranti e gruppi di studio pomeridiani, c'erano le ragazze, faticavo ancora a chiamarle amiche, che mi aiutavano e mi stavano vicine dandomi preziosi consigli per la sopravvivenza scolastica (mai sedersi in fondo alla classe durante le lezioni di Economia, la prof. Durango predilige gli studenti seduti lì per le interrogazioni), sotto la loro ala mi muovevo sicura e nessun altro studente mi infastidiva, nonostante la mia goffaggine e la mia timidezza.

Due pomeriggi a settimana io, Irina e Vanessa ci fermavamo a scuola per delle lezioni aggiuntive, Gaia a volte si fermava a mangiare con noi per poi allenarsi con la squadra scolastica di nuoto.

La mensa era una cosa fuori dal mondo se paragonata a quella delle altre scuole che avevo frequentato: i piatti erano preparati al momento con ingredienti freschi e ogni pasto era bilanciato per darci un giusto apporto nutritivo, addirittura i ragazzi delle squadre sportive seguivano una dieta a parte!

Quel martedì si poteva scegliere tra pasta con gamberetti e zucchine o pollo al marsala con patate al forno e carote, per dessert: mousse al cioccolato con panna.

Mi fiondai sul mio pollo mentre Irina mi guardava divertita, lei e le altre avevano frequentato le medie in istituti simili a questo ed erano abituate ad una certa classe.

Non mi discriminavano di certo per questo ma a volte si notavano le differenze tra il mio passato scolastico e il loro: erano molto più avvezze di me ad usare gli strumenti multimediali che la scuola ci dava in dotazione (lavagne interattive, tablet, laboratori informatici all'avanguardia su cui fare esercitazioni), mentre il massimo di tecnologia che c'era nella mia scuola media era un puzzolente e obsoleto laboratorio di ascolto con metà delle postazioni non funzionante; e avevano una compostezza ed un educazione che faceva capire in maniera palese che venivano da istituti altolocati dove tra la matematica e la storia insegnavano bon ton e relazioni globali.
In particolare questa cosa si notava su Irina.
Non parlava molto del suo passato ma a volte accennava ad un certo istituto (forse un collegio?) che aveva frequentato in Svizzera negli anni precedenti.

Fu durante quel pranzo che mi parlò per la prima volta di Linda.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 21, 2016 ⏰

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