Capitolo 32

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Pov.Sascha
Presi il la cornetta e risposi.
Era Salvatore,Sal mi aveva interrotto da quel pensiero che per un attimo mi fece sentire felice.

Sal:Sascha oggi dobbiamo uscire!
Io:No...non mi va...
Sal:Sa non era una domanda...tu oggi esci con noi! Quindi preparati adesso!
Io:Non sei mia madre!
Sal:Sono tuo fratello e ti obbligo ad uscire per il tuo bene! Quindi alzati e preparati coglione.
Io ridacchia leggermente,perché quando Sal e incazzato fa veramente ridere.
Io:Ok ok...mi preparo.
Sal:SIH! allora ci vediamo sotto casa tua alle 5,siamo io tu e Papà.
Mi preparai e alle 5 Sal e Giusè vennero a prendermi.

Eravamo ad un bar,non molto affollato. Ridevo e scherzavo con loro,per un attimo mi sentì di nuovo felice...quando vidi Stefano in un tavolo un po' più lontano.
Era così bello,sorridente...
I miei occhi mettevano a fuoco solo lui è tutto il resto non esisteva.
Mi misi più dritto per vederlo,lo stavo letteralmente spiando.
Sal e Giuseppe mi guardavo curiosi ma appena videro cosa stavo spiando mi rimproverarono.
-Sa...si è fatto una nuova vita! Lascialo in pace,e ora che anche tu ne inizi una nuova!-mi chiamò Giuseppe.
-Poi so che il nuovo ragazzo di Ste lo tratta male...-sussuró Sal al orecchio di Giuseppe,io non dovevo sentirlo,ma l'ho sentì comunque.
Mi faceva star male pensare che Stefano stesse con un ragazzo che lo tratta male,volevo alzarmi per andargli a parlare...ma
Continuai a guardarlo,finché non arrivò "quello" e prese il MIO Stefano per mano sedendosi nel tavolo proprio davanti a lui.
Ad un tratto si baciarono! Sia quel coso che Ste ricambiavano a vicenda!

Mi alzai di scatto dalla sedia,uscendo dal bar a testa bassa,con le lacrime agli occhi e i pugni stretti.
Tornai a casa piangendo...arrivato in camera mia,iniziai a prendere a pugni il muro fino a farmi sanguinare le nocche.
Mi accasciai a terra come un peso morto e inizia a guardare le mie mani.
Il dolore fa dimenticare...
Il dolore ti distrae...ti fa solo pensare ad esso.
Mi alzai asciugando le lacrime,andai in cucina ed aprì un cassetto.
Il cassetto in cui tenevo coltelli e oggetti taglienti,fra quest'ultimi c'era una piccola lametta,la presi e la guardai per bene...era molto affilata.
Ritornai in camera come se nulla fosse e mi risedetti a terra.
La presi per bene ed inizia a tagliare qualche parte delicata del corpo.
Faceva male,tanto ma tanto male...ma almeno qual pensiero fisso venne sostituito dal dolore dei tagli. E...e mi sentivo bene!
I polsi sanguinavano più che mai.
Li guardavo con tranquillità...il sangue che scorreva e che goccia dopo goccia si sfracellava a terra.
Dopo poco venni circondato dal sangue...

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