Parte 4

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La strada per arrivare al lago scendeva da Borgo Celeste per poi entrare nella foresta che circondava il piccolo bacino d'acqua di origine vulcanica. Era un luogo ancora quasi incontaminato perché all'interno di una Riserva che ne tutelava la bellezza naturale.

Percorrevo la strada provinciale 125 a velocità sostenuta e con quella 500 decappottabile era una vera goduria in periodi come quello, quando ancora l'autunno non era arrivato ma il caldo estivo non faceva più boccheggiare.

Arrivato al lago era ormai troppo tardi. La polizia infatti stava già levando le transenne alla zona.

"Davide fermo aspetta un attimo, dai qualche informazione ad un tuo vecchio amico?"

Davide era nella polizia da almeno dieci anni e da quando avevo iniziato quel nuovo lavoro mi aveva sempre dato qualche piccola informazione, ormai ci conoscevamo e di solito mi trattava sempre con un certo riguardo. Quel giorno però non sembrava davvero contento di vedermi.

"Ciao Michele. C'è poco da dire", mentre mi parlava continuava a levare le transenne gialle che erano state disposte per bloccare l'accesso dalla strada al bagnasciuga, "Ne sappiamo poco anche noi."

"Almeno qualche dettaglio, poi per il resto me la vedrò io", cercavo di insistere perché ormai avevo perso la visione della scena e dovevo cercare assolutamente di reperire informazioni.

Davide sbuffò e si passo una mano sulla testa rasata, poi si avvicinò guardandomi seriamente attraverso i suoi occhi nocciola per qualche istante e alla fine si decise. "Qui a Borgo Celeste è davvero strano vedere una cosa simile, siamo turbati anche noi", i suoi occhi mi fissavano seri con un'espressione che faceva trasparire tutta la preoccupazione che aveva nel cuore.
"Erano due ragazze e sono state uccise nella notte. La morte probabilmente è avvenuta per dissanguamento. La cosa strana però è che sui loro corpi c'erano segni di morsi un po' ovunque, senza una logica." Camminavamo fianco a fianco allontanandoci dal luogo transennato e dirigendoci verso la macchina della Polizia. "Io non posso dirti altro, ho già detto troppo". Non potevo accontentarmi di così poco, dovevo sapere i nomi delle vittime, altrimenti non esisteva nessuna indagine.

"Come si chiamano le due ragazze che sono morte? Dimmi chi sono e poi ci salutiamo"

L'agente entrò in macchina e si mise un paio di Ray Ban. Si girò verso di me osservandomi per alcuni istanti, avvertivo il suo sguardo che mi fissava da sotto le lenti, stava valutando se dirmi qualcos'altro oppure andare via.
"Le famiglie ancora non sono state avvertite, non posso rivelarti altro mi dispiace", l'agente girò la chiave nell'avviamento e la volante con un po' di capricci si accese, una lieve nuvola di fumo nero si alzò dal posteriore dell'auto.
"Se vai al bar di Fernando c'è una ragazza, una fotografa freelance, non ricordo il nome. Lei era qui quando ancora dovevamo arrivare, ti saprà sicuramente raccontare qualcosa."  Abbozzò un sorriso e mise in moto la macchina.

"Grazie Davide, sei stato gentile, come al solito". Lo salutai con una stretta di mano prima che si allontanasse per tornare in centrale.

Fernando gestiva un bar che dava proprio sul lago, era quasi un istituzione li a Borgo Celeste. La sera d'estate una birra "da Nando" era d'obbligo. Il locale non era sofisticato, costruito interamente in legno, la parte esterna era arredata con dei tavolini che avevano una fantastica vista sul lago.

Entrato nel bar, Fernando mi salutò con un cenno del capo mentre serviva un cappuccino ad una signora. Gli risposi alzando leggermente la mano mentre mi guardavo intorno.
Il locale era praticamente vuoto, c'era solo una ragazza seduta al tavolino vicino la vetrata che dava sul lago. Mi aveva rivolto uno sguardo fugace e poi si era rivolta immediatamente a Nando, "Scusi, qui c'è scritto Free Wi Fi, ma il mio portatile non si connette", nella voce della ragazza si percepiva appena un accento francese, ma era davvero difficile da individuare.

La voce del buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora