Sangue. Ovunque c'è del sangue. Non importa da che parte mi giri. Mia moglie, mia figlia e mio figlio, tutti morti. Hanno tutti la gola squarciata, e madre e figlia hanno il ventre squarciato e chiari segni di violenza sessuale. Mi brucia il petto. Lo tocco. Sento qualcosa di molliccio e caldo. Faccio scendere la mano e sento delle cose strane, calde e lunghe e scivolose. Guardo in basso. Il mio intestino. Merda. Sto morendo. Lo sento chiaramente. La vista mi sta lasciando. Piedi e mani stanno perdendo tutta la sensibilità. Merda. E io che avevo fatto di tutto per salvare la gente. Per aiutarla. Ero quello che definivano un "filantropo". Fanculo. A questo è servito salvare il culo a tutta quella gente. È questo il loro ringraziamento. Politici, multinazionazionali, chiunque avesse un conto in banca che superasse il milione di dollari, a quanto pare tutti questi figli di puttana mi volevano morto. E hanno preso anche loro tre. La mia famiglia. Tossisco, sputo sangue. Quel poco sangue che mi è rimasto. Li odio. Li voglio morti. Tutti. Ma non morti di morte semplice. Devono soffrire. Soffrire le pene dell'Inferno. Nessuno saprà mai di cosa sono morto. Perché sono morto. Perché loro sono morti. E perché? Perchè donavo parte del mio conto in banca ai bisognosi. Maledetti. Provo a rialzarmi, ma è inutile. Non tanto per il dolore, ormai non lo sento più. Ma perché c'è talmente tanto sangue a terra che le mie mani scivolano. Merda merda merda. Se solo potessi... se solo potessi trovare il modo per alzarmi e andarli a massacrare. Mi basterebbe questo. Poi potrei di nuovo morire. La vendetta è per gli stolti. Gli stolti sono quelli che lo pensano. Sono quei pezzi di merda che hanno tutto e non hanno mai perso nulla. È ora che la gente tremi. Mi giro e finisco a sbattere contro un mobile. Mi casca sulla testa un libricino. È il blocchetto degli assegni. O quello che ne rimane dopo le ultime donazioni. Li maledico. Maledico il mio destino. Maledico la mia vita. Maledico tutto e tutti. Dannazione che siate maledetti! Sento la vita che se ne va, ormai sono un cumulo freddo. Morto. Così. Che schifo.
***Apro gli occhi. Mi guardo intorno. Terra. Seppellito senza neanche una tomba. Trattato di merda dall'inizio alla fine via. Riesco a girarmi di schiena, ma quello che vedo non mi piace. C'è il mio corpo. Quello sono io. Ma se lì c'è il mio corpo, io che cazzo sono. Un fantasma? La cosa mi intriga. Non ho mai creduto in un Dio. Ma se sono un fantasma, se posso andare a tormentare quei pezzi di merda, beh, grazie mille signor Dio. Esco scavando da quel tumulo improvvisato. Ma non erano incorporei i fantasmi? Maledetti anche quelli che dicevano che erano incorporei. Una sega. C'è ma da scavare e metterci dell'olio di gomito. Una volta uscito, mi accorgo che la luce mi passa attraverso. Praticamente invisibile quindi. Ottimo. C'è una donna vicino ad una tomba. Quella ha la lapide. Le passo davanti. Niente. Le metto una mano nel petto. La donna trasale. Riesco a sentire le pulsazioni del suo cuore. Stringo le dita attorno all'organo. Gli occhi della donna si spalancano. Il battito accelera, frenetico. Fortunata lei, che un cuore ancora ce l'ha. Anche mia moglie ce l'aveva. Anche mia figlia. E mio figlio. Ma a loro non è stata data alcuna pietà. Dovete morire tutti. Chiudo la mano. Il cuore esplode, alcuni pezzetti insieme ad un fiotto di sangue le escono dalla bocca. Si accascia a terra. Comincio a ridere, ridere di gusto. Posso farcela. Posso vendicarmi. Tutti voi, maledetti e schifosi umani, rimpiangerete di essere nati.
***
È Natale, e la famiglia Backett sta festeggiando allegramente tutta riunita. Qualcuno bussa alla porta. Nessuno ha voglia di andare ad aprire. C'è un bel grosso maiale arrosto sulla tavola, non si può non mangiare. Tanto sarà uno dei soliti dannati barboni che chiede del cibo. Ma ci penserà il freddo a sistemarlo. Bussano ancora, più forte. Alla quinta volta la signora Backett si alza e va alla porta.
"Chi è?"
"Il vostro peggior incubo"
E la porta, di scatto, si spalanca.