Capitolo due:

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Basta percorrere un leggero tratto di bosco per ritrovarvi in questo posto fantastico.Calpesto il tappeto di erba bagnata,le gocce di rugiada pendono dalla bocca delle foglie per poi morire nel terreno così umido e tenero,le dottor Martens bordeaux affondano in questo marrone pigro,in questi colori lenti e irregolari.Arrivo davanti alle scalette che si snodano sinuose verso l'alto,sopra alla porticina minuta di noce chiaro un cartello con su scritto a caratteri veloci e colorati"LABORATORIO".La stanza è piccola ma piena zeppa di cose di ogni genere:un piccolo divanetto dai riflessi color verde acqua,una grande scrivania disordinata di betulla chiara e poi disegni e schizzi a contornate le pareti nude dell'abitazione.Le tele sono appoggiate delicatamente nell'angolo destro,costeggiate da barattoli di vernici colorate e pennelli sporchi cosparsi da per tutto.Mi siedo sul tappeto stile indiano al centro della stanza e apro il sacco leggermente unto del panino.Adoro stare da sola e rilassare la mente per un po',credo che ognuno di noi ne abbia bisogno, siamo animali selvaggi dopotutto,amiamo la nostra libertà e autonomia,non dipendiamo da nessuno ma sentiamo la mancanza di tutti,ci rassicura vedere sempre le stesse cose,adottare lo stesso stile di vita,i nostri punti di riferimento non ci fanno cadere dal filo a cui siamo appesi da sempre,sarebbero tutti disposti a tenderci la mano appena cadiamo,ma io non voglio nessuno,imparerò a leccarmi le ferite da sola accidenti!
Accendo il fuoco e metto a scaldare un po' di tè da accompagnare al mio pranzo vagabondo.Mi tolgo le scarpe e rimango a piedi nudi,respiro l'aria ombreggiata del laboratorio.Circa tre mesi fa lavoravo nella città vicina come grafica pubblicitaria,realizzavo marchi indirizzati al pubblico a scopo commerciale,è finito tutto quando un mattina andai con la faccia isterica dal mio capo dicendole che non avrei mai più messo piede in quel posto,non so come dirlo,mi imprigionava e mi teneva incollata davanti ad uno schermo per ore,respiravo solo odore di competizione,volontà di apparire e basta,il mondo degli affari è un po' questo dopotutto,troppo adulto e austero per me,l'eterna Peter pan.Addento il toast,un filo di formaggio cade vertiginosamente sul pavimento lucido,il mio sguardo fisso sul telefono rosso vivace appoggiato sul piccolo comodino all'angolo :Non ha ancora chiamato,nemmeno un messaggio,niente,è solo un codardo.Il pomeriggio passa lentamente,la luce si fa sempre più rosata e cede spazio alla sera,vocatrice di serenità,le nuvole cambiano faccia e si tingono di un violetto placido,io sono china sul mio lavoro,sulle mie idee.Viaggio mentalmente da una parte all'altra della stanza scricchiolante,come addentare una patatina ad ogni passo e sentirla scrocchiare tra i denti,il problema è soltanto che ne vorresti sempre un altra è dopodiché un altra ancora,ti sembra di aver fatto tanto quando in realtà non hai mosso un passo dalla sedia inchiodata pesantemente al pavimento della stanza.Abbasso gli occhiali dalla punta del naso e identifico dove sono:è davvero ora di tornare a casa.Lancio uno sguardo fuori,indosso la giacca nera leggera,afferro le chiavi che emettono solo un tintinnio vivace ed esco-1 chiamata persa-Sarà mia mam....o mio Dio,è lui non ci credo-chiamata persa da Steve Morrison-Rimango ferma davanti alla grande querce,i rami mi toccano i capelli,guardo verso l'alto poi torno velocemente sul telefono,lui ha sbagliato e lui deve chiamare non sono di certo io a rincorrerlo.-chiamata in arrivo-Temporeggio un attimo,poi il dito mi scorre veloce sullo schermo freddo del telefono:<<Pronto...>>non dico niente...<<Brooke so che ci sei,senti mi dispiace,ti va di parlarne un attimo?>> .....<<Va bene ho capito,ti aspetto domani al "Captain Mike",ultimo tavolo a sinistra,il solito>>ting-Non è stata una chiamata molto entusiasmante,almeno non da parte mia.Jake era il mio fidanzato,come si può forse ben capire mi ha lasciato qualche settimana fa con un post-it giallo attaccato al frigo e,come dire,non è stato molto piacevole.Imbocco la vecchia strada di mattoni grigi ormai disconnessi e protesi a far slogare qualche caviglia alle persone che non le conoscono abbastanza,ormai ho chiuso con tutto,una lacrima scende calda fino alla bocca e subito protendo la lingua per afferrarla,non voglio stare male per queste cose,dipendere dalle persone insomma.Trascino i piedi pesantemente al lato della strada,passando davanti all'agenzia viaggi qualcosa attira la mia attenzione,scorro il dito sulla vetrina lasciando l'impronta del codice della mia mano:viaggio a New York ad un prezzo mai visto,wow,un sogno,no troppo irrealizzabile per me...avete presente tutte quelle cose che vorreste fare ma che tenete lontano in un angolo a prendere la polvere,quasi non si potessero mai attuare?Ci limitiamo a guardare le cartoline recapitate dagli amici o i parenti che varcano la soglia di casa e te rimani lì immobile a fissare l'immagine di una vita ideale.Riprendo la strada silenziosamente con la testa china dal freddo pensando all'appuntamento di domani,chissà cosa mi dovrò aspettare da una persona del genere?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 27, 2016 ⏰

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