Cap 2 "punizione"

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Mio fratello aveva spiegato a mio padre l'accaduto che ovviamente su tutte le furie mi convocò nel suo studio.
Mio padre ed io non avevamo legami stretti, spesso sembravamo degli sconosciuti, mia madre invece era sempre impegnata a lavoro, non che mio padre fosse da meno.
Infatti entrambi erano politici anche se non mi ero mai informata quale carica avessero.
Li ripagavo con la stessa moneta, tutti sconosciuti. Mio fratello nonché il più grande andava all'università, aveva la sua vita e i suoi amici, la mia seconda sorella era sempre indaffarata con gli studi, la terza cercava di diventare una ballerina perfetta, il quarto aveva già perso la testa con le droghe e stronzate varie e per ultima io che non avevo alcun interesse. L'unica mia amica era Karoline, anche se mi faceva finire sempre nei guai.
Lo sguardo pesante di mio padre era poggiato su di me, bruciava quasi -Maxine.- Sbottò all'improvviso con il suo solito fare da uomo importante.
-Papà- sorrisi, ma ovviamente ciò lo irrito. Si alzò di scatto facendo cadere la sedia e con violenza mi colpì la guancia con il palmo della mano.
Sulle prime restai sorpresa e posai la mano sulla guancia, poi il mio sguardo divenne furioso e senza esitazione lasciai di fretta lo studio sbattendo la porta.
Entrai in camera di Lucy la mia terza sorella, certa che fosse in palestra a danzare e mi gettai di capofitto nel letto.
-quando mai gli è importato cosa faccio nella mia stupida vita- farfugliai nervosa.
Senza bussare la domestica entrò in camera, con sguardo preoccupato.
-Max...-
La guardai confusa e mi tirai a sedere -dimmi Ivana- dissi esitante.
Ivana per me era come una mamma, in fondo mi ha cresciuta più lei che la mia vera madre, mi era sempre stata accanto in ogni occasione.
-tuo padre mi ha detto di dirti una cosa... - si accomodò sul bordo del mio letto, tenendo lo sguardo fisso su di me. Ricambiai lo sguardo con decisione, -parla
La domestica tirò un sospiro e prese ad accarezzarmi la testa.
-tuo padre ha deciso di fare come gli ha consigliato un suo collega- disse la frase tutto d'un fiato e velocemente come se avesse timore di una qualche mia reazione.
-ovvero?- assottigliai lo sguardo
- Un certo Tougo Sakamaki, un politico del Giappone ha consigliato a tuo padre di lasciarti a lui, che ti avrebbe educata come si deve...- continuò.
La guardai ad occhi sgranati -non può essere stupido fino al punto di lasciarmi ad uno sconosciuto- con quella frase cercavo di convincere me stessa.
-putroppo Max...tuo padre ha accettato, domani mattina presto arriverà il signor Sakamaki-
Ivana sapeva benissimo che io detestavo a morte cambiare qualcosa della mia routine, e cosa che più odiavo era fare come diceva quell'idiota di mio padre.

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