Pensavo che dovessi andarmene,ma non appena mi accorsi che anche la valigia di Emilie e dei padroni era pronta pensai subito a un trasferimento.Quando seppi la notizia fui entusiasta,ci saremmo traferite in America,con la famiglia di quel aristocratico di ieri sera.Visto che il ser era socio con quel conte o barone.
Spazzavo per terra come al solito mentre la mia fedele compagna Emilie si "intratteneva" a spolverare,quando,da fuori il signor O'Connely,il postino, mi chiamò per prendere la posta ricevuta.
"Buongiorno signorina!"disse con aria molto allegra
"Ah Buongiorno,a cosa è dovuta tanta scioltezza?"chiedo sfoggiando un sorriso
"L'ho rivista,ciò mi rende felice"mi confida facedo un inchino
Risi a quella affermazione,non avevo mai pensato all'amore,non ho mai conosciuto questo sentimento ignoto a occhio nudo,quel flebile pensiero che porta al bisogno di una persona,l'amore,non è altro che una pazzia,irraggiungibile forse,niente si ottiene da solo ma io non volevo averlo,non volevo "l'amore" anche se mi sarebbe servito in quei momenti così bui e tetri e cupi.
Presi la posta e mi girai salutando quel dolce ragazzo dagli occhi neri come la pece.
Salii nella stanza mia e della mia amica e non curante del fatto che mi avrebbero di nuovo riempita di calci e schiaffi cominciai a scrivere tutto ciò che mi passava per la mente,racconti di pura fantasia che l'essere umano forse neanche comprende dato il fatto che non capiscono un persona diversa dalle altre,tanto estranea nel modo di pensare che non comprende le persone più geniali,più esuberanti,più ribelli.Capì dopo una luga riflessione con me stessa che questo nomn era quello che volevo,vivere in schiavitù,come serva,come nessuno.Me ne sarei andata appena arrivata in America e avrei cambiato il mio nome,la mia vita,il mio futuro e soprattutto la mia storia.
Capivo cose troppo in fretta,una valanga di pensieri annebbiava la mia mente anzi la soffocava.Passavano i giorni e il tempo scorreva veloce ,le lancette si muovevano veloci,tanto che,neanche me ne accorsi,arrivò presto il primo febbraio data in cui saremmo dovuti partire e ancora non capivo il motivo per cui le valigie erano pronte.
Andammo a prendere la nave che ci avrebbe condotto in America,insieme ai signori Spencer e i loro tre figli.
Carter,il più vecchio dei tre ,ha vent'anni,capelli biondi come il fratello e occhi blu oltremare,quasi vuoti.Adrian invece aveva la mia età,ma era nato due mesi dopo,è il dolcde giovinotto con cui avevo danzato quella sera in cui dormii nella stalla,poi c'era la dolce Camila.
Salimmo sulla nave,per loro di lusso per noi una topaia.Per noi intendo "domestiche" o "serve".
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Falling Faster
Romance"Il passato dovrebbe essere accolto come una confezione di fragole fresche, sciacquate dalla polvere, addolcite con giudizio e servite in piccole porzioni, non molto spesso." è una citazione,non è mia. <3