WHAT IF | 02.

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Margot
:- Le sta davvero bene signorina Robbie, come del resto tutti gli altri abiti che ha provato- si complimentò la commessa del negozio.
Mi ero trasferita a Los Angeles per l'inizio delle riprese del mio nuovo film, lasciando gran parte del mio guardaroba a Londra, ed era tutta la mattina che giravo la città in cerca di un outfit adatto per incontrare i miei colleghi alla festa al club della sera seguente.
La donna si appoggiò con il gomito al bancone e tenne gli occhi fissi sul vestito azzurro che lasciava davvero poco all'immaginazione. Non era il caso di indossare qualcosa di così trasparente per una serata del genere, inoltre conoscevo quasi tutti gli attori e non avevo bisogno che fosse il capo a presentarmi.
Mi girai dolcemente verso la ragazza che mi aveva assistita per circa mezz'ora senza mai smettere di sorridere.
:- Scusa ma.. Non è quello giusto.- sorrisi lievemente imbarazzata.
La fanciulla si portò un dito al mento rivolgendo lo sguardo in un punto indefinito di fronte a sé per riflettere. Dopo pochi istanti, aprì la bocca e sospirò sorpresa, come se si fosse appena ricordata di qualcosa, infatti si avviò silenziosamente dall'altra parte del negozio con fare sicuro.
Tornò quasi correndo da me porgendomi un vestito scuro :-Ci è arrivato poco fa- Disse sorridendomi.
Rimasi ad ammirarlo per qualche istante, era meraviglioso.
:-Gucci: la nuova collezione.- Concluse soddisfatta.
Senza pensarci due volte entrai in camerino e lo infilai velocemente.
L'abito era nero, corto e attillato, alto sul collo ma con le spalle scoperte, anche se poi riprendeva a metà braccio.
Mi stava alla perfezione: indossandolo mi sentivo davvero bella.
:-Gucci è adatto per qualsiasi occasione, anche per andare in palestra!- Scherzò la commessa, confermandone il suo splendore.
Decisi di prenderlo senza pensarci due volte e dopo aver pagato uscii di corsa dal negozio, ricordandomi dell'appuntamento con Tom a cui stavo per arrivare in ritardo.
Ci recavamo sempre allo stesso bar da quando eravamo ancora dei semplici amici. Conoscevamo tutti lì dentro, erano persone pazienti, gentili e simpatiche, come non se ne trovano spesso ad Hollywood.
Entrai cercandolo con lo sguardo.
:-Maggot!- Mi salutò Joseph, il barista, usando il solito soprannome che mi affibbiarono circa 13 anni fa.
:-Tom non è ancora qui, ma puoi accomodarti al tavolo e aspettarlo, arriverà a momenti.- Disse facendomi l'occhiolino, per poi tornare a concentrarsi sulle tazzine da caffè ancora da lavare.
Sollevata, mi sedetti sui divani alla mia destra poggiando delicatamente il nuovo acquisto sui cuscini. Non vedevo l'ora di mostrarglielo.
Dopo 15 minuti cominciai a sbuffare infastidita. C'era solo una regola fra noi due: mai tardare all'appuntamento del bar.
Francamente, rimpiangevo i vecchi tempi, quando ancora non sapevo del sentimento che nutriva nei miei confronti. Eravamo sempre stati amici e quando scoprii che lui mi considerava qualcosa di più, ne fui davvero sorpresa!
Non volevo farlo soffrire e cominciai a frequentarlo. Pensavo che ciò che provavo sarebbe aumentato nel tempo, ma non ne ero mai stata così sicura.
Stavamo insieme da 3 anni e convivevamo insieme ad altri 4 amici però non sapevo ancora cosa volevo e cosa provavo.
Ero troppo concentrata sul nuovo film per riflettere sulla relazione... Non avrei avuto il coraggio di mandare tutto all'aria per ricominciare da capo. La mia vita era già avviata, avrei avuto un bel matrimonio e una dolce famiglia con lui, era troppo tardi per cambiare il mio destino.
Mi dispiaceva dire che Tom non fosse riuscito a farmi provare il "vero amore": quel sentimento che poteva farmi dimenticare il luogo e la situazione in cui mi trovavo, quell'insieme di riflessioni, commenti e attimi indimenticabili.
Me ne sarei subito accorta se fosse arrivato, è come un'esplosione che incide il nome dell'amato sul cuore.
Ma sopra il mio, cosa c'era scritto?
:-Bambolina!- I miei pensieri si interruppero non appena vidi Tom entrare e salutarmi. Il nome con cui mi chiamava di solito stava cominciando a stancarmi.
Lo salutai freddamente, ero furente! Aveva tardato di 30 minuti infrangendo la nostra regola.
:-"Mai tardare all'appuntamento al bar", ricordi?- Sbuffai guardandolo negli occhi.
:-Lo so piccola è che mi hanno trattenuto più del dovuto al lavoro e non ho fatto in tempo- Rispose con noncuranza.
Mi avvicinai, mortificandolo con lo sguardo.
Quando comprese il mio stato d'animo, appoggiò la sua mano sul dorso della mia e la sua voce si fece più calma e profonda.
:-Stiamo lavorano sodo per questo film, sarà un successo planetario. È quasi tutto pronto, se riuscissi a sfruttare tutti i minuti liberi a mia disposizione finirei ancora prima- Sorrise.
:-Ti amo- Concluse.
Quella volta non risposi all'istante come mio solito perché ricordai ciò che pensavo pochi minuti prima del suo arrivo.
:-Anche io..- Dissi. Mi era diventato quasi automatico rispondere così a quelle parole importanti. Era un'abitudine, non avrei potuto cambiarla, non ci sarei mai riuscita.
Arrivò il cameriere e potemmo finalmente ordinare il pranzo. Nell'attesa Tom mi raccontò del lungometraggio di cui si occupava da molti mesi ma io fremevo dalla voglia di comunicargli che stavo per iniziare un nuovo progetto.
:-Anche io sto lavorando ad un film-
Dissi, inserendomi improvvisamente nel discorso.
:-Si chiama "Suicide Squad", tratta di una banda di super criminali reclutati per fare delle buone azioni. Mi hanno proposto il ruolo di Harley Quinn, la Donna del Joker! È un personaggio unico nel suo genere: una psicologa impazzita per amore! Credo che mi divertirò molto a studiarla e interpretarla... Che ne pensi?- Chiesi, cercando di attirare la sua attenzione.
:-Beh si. È davvero fantastico che tu possa partecipare- Disse soprappensiero facendo intendere che non gli importava più di tanto.
:-È un'occasione unica per me, non ho mai interpretato un personaggio così profondo e particolare! La parte mi è stata affidata senza nemmeno partecipare ad un provino, David Ayer mi reputa "perfetta" per Harley. Sono tranquilla e rilassata all'idea dell'inizio delle riprese, non sento nessuna pressione addosso.
Inoltre, so che Cara, Jay e Will collaboreranno con me e abbiamo legato molto nell'ultimo periodo. Ancora non conosco però, gli interpreti di Rick Flag e Joker, con i quali dovrò dovuto instaurare un forte rapporto.-
Tom mi interruppe e riprese a parlare del suo film.
Mi ero stufata, volevo andarmene al più presto. Non ricevevo più le attenzioni dovute: ero passata in secondo piano.

Mi arrivò una chiamata da parte di David e, visto che Tom era nel pieno del suo monologo, risposi immediatamente.
:-David!-
:-Margot! Scusa per l'ora, ma volevo avvisarti che abbiamo trovato il tuo Joker: Jared Leto!-
Lo conoscevo vagamente perché gli avevo consegnato il premio Award un paio d'anni fa.
:-Si, mi ricordo di lui grazie a qualche evento, mi sembra perfetto per questo ruolo! Me ne hanno parlato molto bene.-
:-È un attore fenomenale- Riprese :-se ne trovano pochi al giorno d'oggi.- Poi aggiunse :-Mi ha confermato la sua partecipazione per domani sera, spero che per te non sia un problema, avrete occasione di conoscervi a fondo!-
:-Va benissimo David, mi fa piacere, dopotutto se vogliamo collaborare al meglio dovremmo instaurare un forte legame.-
:-Esattamente e sono sicuro che vi troverete bene insieme. Ci vediamo domani allora. Buon pranzo.-
:-A Domani David!-
Riagganciai ed un sorriso spuntò sulle mie labbra. Mi piaceva l'idea di lavorare con una persona così gentile e versatile come Jared. Ero certa che sarebbe nato qualcosa di importante!
Mangiai velocemente il cibo ordinato e cercai invano di conversare con il mio fidanzato ma stava diventando quasi impossibile.
Non era più come una volta, non ricevevo le attenzioni dovute e non mi sentivo apprezzata.
Era davvero questo l'amore? Un sentimento che pian piano svaniva lasciandomi un vuoto incolmabile? Era così sbagliato il mio ideale di "vero amore"?

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