WHAT IF | 04.

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Jared
Uscii velocemente di casa chiudendomi la porta alle spalle e feci un bel respiro, cercando di placare il batticuore cominciato appena scese le scale.
Mi incamminai verso il centro della città e presto arrivai alla Hollywood Walk of Fame. Annullai la prenotazione della limousine che mi avrebbe scortato al club, perché preferii un semplice e conveniente taxi capace di districarsi nel traffico serale di Los Angeles.
Alzai la mano e l'agitai nervosamente verso la macchina gialla che si presentò a pochi passi da me, vi entrai e fornii l'indirizzo ancor prima di chiudere la portiera, ripetendolo più volte per evitare errori da parte dell'autista.
Era un uomo sulla cinquantina di origine asiatica molto robusto con capelli scuri tirati indietro e la barba appena ricresciuta, che donava un tocco di "vissuto" alla persona.
Sembrava lavorasse da poco vista la sua goffaggine alla guida ma non gli diedi molto peso.
La macchina era molto calda e temevo si fossero creati aloni indesiderati di sudore o che i capelli si fossero rovinati con la troppa umidità e non potei fare a meno di aprire il finestrino.
:- Tutta questa agitazione mi fa pensare che stia per incontrare qualcuno di importante, la sua ragazza forse?- Disse l'uomo con tono amichevole rompendo il silenzio.
:-Non ho una ragazza- risi imbarazzato.
:-Eppure i suoi comportamenti sono tipici di un innamorato! La sua aura spruzza energia e tensione da tutti i pori. C'è qualcuno che gironzola tra i suoi pensieri incessantemente!- Concluse alzando le rosee guance che arrivarono a coprire quasi interamente i suoi piccoli occhi a mandorla.
Sgranai gli occhi, afferrai i sedili anteriori e, facendo leva su di essi, mi avvicinai all'autista ancora sorridente.
:-Sei un veggente?- Domandai arricciando il naso e aggrottando le sopracciglia.
:-Preferisco il termine "Sensitivo", sa, i veggenti possono solo vedere l'energia vitale di un corpo, mentre noi la sentiamo, la percepiamo e ci stabiliamo dei contatti! E la sua beh, è così forte che si individua al primo sguardo! L'amore è il sentimento più intenso che esista, è fortunato.- Concluse teatralmente girando per un momento il viso verso il mio, ancora sbigottito e confuso.
:-Non sono teso e tanto meno innamorato!- Sbuffai tirandomi indietro sul sedile.
:- E... anche se fosse lei non desidererebbe mai uno come me- Conclusi, sussurrando quasi impercettibilmente.
L'autista non replicò per vari minuti.
:- Lentamente muore chi evita una passione...-Recitò poi l'asiatico.
:-... Chi preferisce il nero sul bianco e puntini sulle i, piuttosto che un insieme di emozioni... Lentamente muore chi non capovolge il tavolo quando è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno...
Sa di chi è?- Chiese.
:-Pablo Neruda.- Dissi annuendo.
:-Conosco bene questo autore, l'ho studiato all'Università. Ma non capisco cosa c'entra con la mia aura...- Conclusi.
:-Presto le sarà tutto più chiaro.- Sussurrò l'uomo inchiodando bruscamente.
:-Siamo arrivati.-
Esitai un momento riflettendo sul significato così contorto della poesia.
Scesi dalla macchina, tirai fuori il portafoglio e agguantai velocemente le banconote porgendole al finestrino ancora abbassato dell'auto.
:-Oh stia tranquillo, la corsa la offre la casa!- Rise l'uomo.
:-Che cosa?- Chiesi incredulo.
:- È la prima persona che trasporto: non posso accettare il suo pagamento!- Rispose di buon gusto mentre premette col dito il pulsante per chiudere i finestrini.
Ringraziato l'autista, mi incamminai verso il magnifico edificio davanti a me ma l'uomo mi fermò.
:-Si ricordi caro, Per ottenere cose mai avute, occorre fare cose mai fatte!- Disse teatralmente quasi urlando.
Mi irrigidii all'istante, la bocca si schiuse ma non emise alcun suono. Cominciai a riflettere ma non colsi il vero senso di quella frase e, quando mi voltai per chiedere spiegazioni, non c'era più.
Incredulo cercai la macchina con lo sguardo stupefatto e le mani tra i capelli che li scompigliarono leggermente.
Dove diavolo era finito quel magico taxi?!

I mocassini in pelle firmati Gucci sfioravano i gradini della ripida scala del locale, gli occhi vitrei cercavano delle belle donne con cui avrei potuto scambiare due parole in seguito, le mani sudate erano chiuse a pugno dalla tensione e di tanto in tanto si appoggiavano ai capelli per controllare che fossero perfettamente tirati indietro.
Più mi avvicinavo al prive, più le gambe e la mente agivano autonomamente, contro la mia volontà!
Volevo fermarmi. Volevo tornare a casa e evitare brutte figure per il ritardo. Volevo prendere la chitarra e scrivere nuove canzoni, dimenticando quel veggente e i suoi giochetti sull'amore.
Eppure, ero già lì, con David davanti i miei occhi che mi stringeva la mano, chiedendo la motivazione di questo ritardo.
:-Ho avuto un problema con la limousine.-
:-Ah, questi attori! Non era meglio un taxi?!- Disse David gesticolando scherzosamente.
Notato il mio imbarazzo diede una pacca sulla mia spalla e, sorridendo soddisfatto, mi accompagnò al tavolo.
C'era molta gente e non sarei riuscito a riconoscere i miei colleghi senza l'aiuto di David che me li presentò uno ad uno, illustrandomi il loro ruolo nel film.
Mi trovai subito a mio agio con Will e Adawale, avevano una forte personalità, perfette con i personaggi che avrebbero dovuto interpretare; nel frattempo, David mi chiamò, offrendomi una sigaretta e, volgendo lo sguardo verso il resto della sala, la vidi: era seduta su una divano impegnata a ridere e scherzare con i colleghi.
Non potei smettere di osservarla; ero pietrificato. Dal vivo pareva ancor più umile, dolce e innocente, con lo sguardo pieno di vita. Per quanto ci provassi, mi era impossibile distogliere lo sguardo da quella figura angelica che mi aveva stregato!
Riconobbi David al suo fianco, la stava informando di qualcosa e, appena il suo sguardo incontrò il mio, alzai le sopracciglia imbarazzato e voltai il viso dall'altra parte afferrando un cocktail dal vassoio del cameriere più vicino. Cercai di comportarmi naturalmente e sperai che non avesse notato i miei strani atteggiamenti!
Girai per il locale e sorseggiando il super alcolico coloratissimo, sfilai la sigaretta dalla tasca osservandola: forse un po' di fumo sarebbe bastato per farmi rilassare.
Preso dalla tentazione, provai a dileguarmi ma una mano si appoggiò alla mia spalla fermandomi.
:-Non dirmi che vuoi già andartene!- Chiese David
:-Non ho neanche finito di presentarti il cast!- Concluse sorridendo riportandomi al prive.
:-A dire il vero io...-
:-Jared andiamo! Come pensi di interpretare il Joker senza conoscere la tua partner?!- Sbuffò David.
Lo seguii fino al divano dove, poco tempo prima, Margot era seduta. David la chiamò e la fece avvicinare.

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