Una vita avventurosa

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                                                                             I

«Un uomo libero: questo è stato, essenzialmente, Tiziano Terzani. Un reporter, un viaggiatore che si è inventato una vita irripetibile, segnata da guerre, rivoluzioni, strepitosi traguardi professionali e faticose battaglie civili. Uno scrittore che ancora oggi dialoga con un pubblico molto vasto il quale, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, continua ad amarlo e a ispirarsi al suo modo di concepire il mondo e anche alla intensa spiritualità che caratterizza il suo intimo rapporto con la vita, la malattia e la morte...».

Così Alen Loreti lo descrive nel suo nuovo libro "La vita come avventura", la prima e completa biografia del grande scrittore e giornalista fiorentino, pubblicata per la Mondadori e nelle librerie già da alcuni mesi. Il saggio ha lo scopo di ripercorrere anno per anno la vita di Tiziano Terzani attraverso lettere inedite ed interviste ai familiari, consegnando così ai lettori un'immagine più intima e veritiera del personaggio scomparso ormai da dieci anni. Ma Terzani è molto, molto di più. Grande conoscitore dell'Asia e delle sue mille contraddizioni. Un pacifista. Un punto di riferimento culturale e filosofico. Una filosofia che abbraccia diversi campi, dall'alimentazione, all'attacco al materialismo spicciolo dell'occidente e al consumismo imperante.

                                                                            II

Tiziano Terzani nasce a Firenze il 14 settembre 1938 in una famiglia molto povera. Dopo gli studi classici e laureatosi con lode in Giurisprudenza nel 1962 presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, frequentata grazie a una borsa di studio, viene assunto dall'Olivetti. Tre anni dopo viene inviato dall'azienda in Giappone per tenere alcuni corsi aziendali. Consegue poi un Master in Affari Internazionali alla Columbia University di New York, seguendo corsi di storia e lingua cinese. Stufo della vita da manager lascia l'Olivetti e decide di dedicarsi alla sua vera passione, il giornalismo. Rifiutato dalle maggiori testate italiane si reca in Germania, dove viene assunto dal prestigioso settimanale tedesco "Der Spiegel". Dai primi anni '70 è corrispondente dall'Asia e nel 1973 pubblica il suo libro "Pelle di Leopardo", dedicato alla guerra in Vietnam.

Durante il 1975 è uno dei pochissimi giornalisti che resta a Saigon, in Vietnam, assistendo alla presa di potere da parte dei comunisti: sulla base di questa esperienza Tiziano Terzani scriverà "Giai Phong! La liberazione di Saigon", lavoro che troverà traduzione in varie lingue. Nel 1979, dopo quattro anni passati ad Hong Kong, si trasferisce con la famiglia a Pechino: per comprendere meglio la realtà cinese viaggia visitando città e paesi chiusi agli stranieri e facendo frequentare ai suoi figli la scuola pubblica cinese. In questi anni pubblica "Holocaust in Kambodsch" (1981) dove Terzani racconta il suo viaggio in Cambogia, a Phnom Penh, dopo l'intervento vietnamita. Viene espulso dalla Cina nel 1984 per "attività controrivoluzionarie": racconta il suo dissenso in "La porta proibita". Un libro bellissimo (forse il mio preferito) in cui racconta, oltre alla sua disavventura con le autorità comuniste cinesi, anche il suo viaggio in Tibet. Durante il 1985 risiede ad Hong Kong, poi si trasferisce a Tokyo in Giappone dove vi rimane fino al 1990. Intanto collabora con diversi quotidiani e riviste italiane ("Corriere della Sera", "La Repubblica", "L'Espresso") e con la radio e la tv svizzera in lingua italiana insieme a Leandro Manfrini.

Sul crollo dell'impero sovietico pubblica nel 1992 "Buonanotte, Signor Lenin": il libro viene selezionato per il "Thomas Cook Award", il premio inglese per la letteratura di viaggio. Nel 1994 si stabilisce in India assieme alla moglie Angela Staude, scrittrice di origini tedesche. Nel 1995 viene pubblicato "Un indovino mi disse", cronaca di corrispondente in Asia che per un anno ha vissuto senza mai prendere aerei: questo lavoro diventa un vero e proprio bestseller. A quest'ultimo fa seguito il libro "In Asia" (1998), a metà tra reportage e racconto autobiografico.

Nel 2002 pubblica "Lettere contro la guerra", sull'intervento militare degli Stati Uniti in Afghanistan e sul terrorismo. Il libro, per i suoi contenuti decisamente forti, viene rifiutato da tutti gli editori di lingua anglosassone. Inizia poi un "pellegrinaggio" che lo porta a intervenire in diverse scuole e incontri pubblici, appoggiando Gino Strada ed Emergency nella causa "Fuori l'Italia dalla guerra".

Nel 2004 esce "Un altro giro di giostra", in cui racconta il suo personale viaggio alla ricerca di una cura contro il cancro di cui Terzani è affetto da diversi anni. Il libro tratta del suo modo di reagire alla malattia – un tumore all'intestino – cioè quello di viaggiare per il mondo e osservare le tecniche della più moderna medicina occidentale come quelle delle medicine alternative. Si tratta del viaggio più difficile da lui affrontato, alla ricerca di una pace interiore che lo porterà ad accettare serenamente la morte. Tiziano Terzani muore a Orsigna (Pistoia) il 28 luglio 2004. Il figlio Fosco Terzani pubblicherà poi nel 2006 una lunga intervista al padre dal titolo "La fine è il mio inizio". Altra opera postuma sarà "Fantasmi – Dispacci dalla Cambogia", pubblicata nel 2008.

Tiziano Terzani - Una vita avventurosaWhere stories live. Discover now