Siamo entrati in classe da si e no 30 minuti, ed io non vedo già l'ora ti tornare a casa.
"È solo il primo giorno, e la voglia di finire anche quest'anno è altissima" dice Esther affianco a me.
"Supereremo anche quest'anno" rispondo io facendole l'occhiolino.
In effetti ha ragione. È soltanto il primo giorno...il primo di nove mesi di scuola.
"Io non ne sarei cosí sicuro. Secondo voi, riusciremo, anzi riusciró io, a passare nove mesi dentro questo carcere e soprattutto a sopportarvi? dice Dylan guadagnandosi un'occhiataccia da tutte e due.
Dylan è sempre lo stesso, non cambia mai. Il solito imbecille di sempre, ed è per questo che noi gli vogliamo così tanto bene.
Il prof parla parla e parla, ma io Dylan ed Esther siamo troppo impegnati a fare battutte tra di noi e a ridere, senza dare ascolto a quell'essere.
Tra una cavolata e l'altra la campanella suona, segnando l'inizio della ricreazione.
"Andiamo insieme alle macchinette? ci chiede Esther
"Certo, tanto il tempo che passo con voi è poco no?" risponde Dylan guadagnanosi altre occhiataccie.
Oggi è molto simpatico il ragazzo, sisi.
"Come sei simpatico oggii" dico io ironicamente.
"Bhè, si sa no?" risponde lui ridendo.
La cosa migliore sarrebbe andare verso le macchinette, prima che si riempiono di studenti e che possa essere "volgare" con quel cretino di Dylan.
"È meglio andare alle macchinette" dico ai ragazzi.
Non appena mettiamo piede fuori dalla porta, mi rendo conto che l'idea di far presto per arrivare alle macchinette per primi, é fallita perfettamente.
Migliaia di studenti affollati per prendere una stupida merendina. Scuola é iniziata alle 9.00 ed ora sono solo le 10.00. Il tempo per fare colazione a casa questa mattina c'è stato.
Non potrebbero aspettare la fine delle lezioni, mi chiedo io.?
"Ragazzi credo mi sia passata la voglia di mangiare. Io aspetterò, tanto tra un'ora e qualche minuto staremo a casa. Resisteró" dico ai ragazzi.
"Hai ragione. Tutta questa fila per prendere soltanto un semplice merendina. Io direi di andare in cortile" propone Esther.
"Io sinceramente avrei fame" dice Dylan,
"Dylan lo sai che io non sopporto aspettare, quindi se non vuoi che faccia fuori tutti, ti conviene seguirci" dico a Dylan e lui scoppia a ridere come se la cosa che ho detto fosse la più divertente di tutte.
Non appena mi giro per dirigermi verso il cortile, vado addosso a qualcuno
Alzo lo sguardo per vedere di chi possa trattarsi e vorrei che tutto fosse uno scherzo.
Sono andata addosso alla ragazza più "popolare" della scuola, rovesciandole tutto il caffé sui vestiti.
"DAVIIIS" urla lei.
Il suo viso é diventato rosso come un peperone. La sua rabbia si vedrebbe fino a chilometri di distanza.
Jessica Smith. Si proprio lei. Capo delle cheerleader. La ragazza più ammirata e temuta dalla scuola.
"Ma dove diamine guardi? Giuro che questa me la pagherai" urla lei andandosene piangendo.
Giuro che mi fa un po paura. Non l'ho mai vista così.
In fondo non l'ho neanche fatto apposta.
"Oh mio dio Alicya!! Sei stata grande. Sei riuscita a far piangere la ragazza 'so tutto io'. Nessuno ci era mai riuscito" dice Esther.
"Io non volevo. È stato soltanto un incidente" rispondo a Esther.
Nel frattempo Dylan è riuscito ad andare a prendere qualcosa alle macchinette.
Uscire adesso sarebbe inutile. Mancano meno di due minuti alla fine della ricreazione.
Decidiamo di rimanere in corridoio davanti la porta della classe, prima che possa combinare altri casini.
Come non detto. La campanella suona in perfetto orario.
È l'ora di geografia.
"Allora ragazzi come è andata quest'estate? Vi siete divertiti? Siete felici di essere tornati a scuola?" Chiede la prof.
Oh si certo. Dopo tre mesi di vancanza, mare, nottate e feste, direi che tutti siamo molto felicii di essere tornati qua dentro.
Ma che domande sono? Ma che problemi ha? Ovvio che non siamo contenti. E poi cosa diavolo le frega?
L'ora é passata in fretta per fortuna. Non abbiamo, anzi non hanno, fatto altro che parlare dell'estate e di cosa ci aspetta quest'anno.
Io Esther e Dylan, come ogni anno ci fermiamo in cortile a parlare un po, prima di andare a casa.
"Allora, il primo giorno è andato bene. Chissà come andrà domani" dice Dylan.
"Dylan proprio bene no" replico io "ti ricordo che sono andata addosso a Jessica, rovesciandole il caffè sui vestiti. Me la farà pagare" dico a Dylan.
"Oh Alicya stai tranquilla. Jessica non...."
La mia attenzione viene attirata da un ragazzo mai visto prima d'ora. In questo momento non esiste piú nessuno, se non lui. Dylan sta continuando a parlare, ma io sono troppo presa da questo ragazzo.
È alto, moro e con gli occhi scuri. Credo sia venuto quest'anno.
All'improvviso, ritorno a sentire i miei amici che mi chiamano ad alta voce, facendomi tornare alla realtà.
"Alicya, ma che diavolo ti prende?" mi chiede Dylan.
Non sono in grado di rispondere. Continuo a guardare quel ragazzo che cammina tranquillamente.
I miei amici si girano per vedere cosa stia succedendo e non appena Esther vede il ragazzo si volta dalla mia parte e mi fissa.
"Ooohh, qualcuno si è innamorato?" chiede lei ridendo.
"NO, MA CHE DICI" rispondo io forse con tono un po alto.
"Lui è Simone Carpenter. Ha 17 anni, viene da Los Angeles e frequenta il terzo anno. È stato bocciato una volta" mi informa Dylan.
"Oh grazie Dylan. Peccato che non mi interessi più di tanto" mento.
Cavolo se mi interessa. Quel ragazzo è bellissimo. Non sono mai stata innamorata. Anzi si, una volta, ma stavo all'asilo. Ero piccola.
Quel bimbo si chiamava Cameron. Ero davvero ossessionata da lui.
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IT'S A BEAUTIFUL DISASTER
FanfictionAlicya Davis ha sedici anni, vive a Chicago e frequenta il terzo anno della GOLDERS GREEN COLLEGE. Fin da piccola ha avuto l'abitudine di aiutare sempre chi soffriva, mostrandosi disponibile con tutti, anche con chi non se lo meritava. Ma qualcosa n...