Dopo mille domande da parte dei miei amici, sono riuscita ad incamminarmi per tornare a casa.
Indosso le mie cuffiette e faccio partire "Un beso" di El Villano. Amo questa canzone. Non mi stanco mai di ascoltarla.
Camminando, inciampo su un sasso, andando addosso al ragazzo dagli occhi marroni.
Le mie guancie sono diventate color peperone.
Non riesco a capire...percaso oggi è la giornata "dell'andiamo addosso a tutte le persone?"
"Mi dispiace tanto. Camminando non ho visto il sasso e ti sono venuta addosso. Scusami" dico immediatmente io. Mi vergogno di me stessa. Chi non riesce a vedere una sasso mentre cammina? Mi prenderei in giro anche da sola.
"Oh non preoccuparti" risponde lui. "Comunque io sono Simone Carpenter" mi porge la mano.
"Alicya Davis" rispondo dandogli la mano.
"Sono venuto qua quest'estate, ma non ti ho mai vista" dice lui.
"Sono stata a Los Angeles tutta l'estate insieme alla mia famiglia" rispondo.
Lui sgrana gli occhi, ma non riesco a capire perchè.
Ah già, lui si è trasferito qua da Los Angeles...ora capisco.
"Veramente? Io sono nato a Los Angeles" dice lui.
"E come mai sei venuto qua?" chiedo curiosa.
"Mio padre ha trovato un lavoro migliore ed ha accettato. Staremo qua sicuramente fino alla fine dell'anno. Poi si vedrà" conclude lui.
'Staremo qua sicuramente fino alla fine dell'anno'. Questa è la frase che continua a ripetersi nella mia testa. E se poi ritornasse a Los Angeles.? Se tra noi nascesse qualcosa?
Scuoto la testa per cacciare questo stupido pensiero.
"Va bene. Devo ritornare a casa ora. Ci vediamo" dico io.
"Certamente" dice lui facendomi l'occhiolino e poi andandosene.
Non ci credo. Ho appena avuto una conversazione con questo ragazzo.
Da vicino è ancora più bello.
E se mi stessi innamorando di lui? Nonono, non posso.
Lui non potrebbe mai innamorarsi di una come me.
Ero talmente tanto presa a pensare a quel ragazzo, che non mi sono neanche accorta di aver superato casa.
Torno indietro ed arrivo al mio giardino.
Apro la porta e urlo 'SONO A CASAA'.
Sento qualcuno scendere le scale e noto mia sorella Charlotte che mi aspetta a braccia aperte.
Le vado incontro e l'abbraccio. I suoi abbracci sono sempre così rassicuranti. L'abbraccerei per ore.
Ci stacchiamo e mi chiede "Come è andato questo primo giorno?"
Vorrei risponderle bene, ma come faccio, se ho rovesciato il caffè sui vestiti di quella 'barbie finta' e sono andata addosso ad un ragazzo figo.?
"Poteva andare meglio" mi limito a dire.
Noto subito il suo sguardo preoccupato.
"Cosa è successo?" mi domanda.
"Ho rovesciato, per sbaglio, il caffè addosso a quella vipera di Jessica e sono andata addosso ad un figo che si è trasferito qua due mesi fa" rispondo.
"Sei sempre la solita imbranata" dice lei facendomi la linguaccia. "E dimmi un pò, chi sarebbe questo ragazzo?" chiede curiosa lei.
"Si chiama Simone Carpenter" mi limito a dire.
Riesco a vedere subito il suo sorriso malizioso.
"E invece Jessica come ha reagito?" chiede lei cambiando discorso.
Charlotte la conosce molto bene. Fino all'anno scorso Jessica le dava continuamente fastidio e Charlotte si metteva sempre in "competizione" con lei. Poi però da quando mia sorella ha finito scuola, Jessica ha iniziato a dare il tormento all'altra sorella Davis, ossia me.
"Ha iniziato a piangere come una regazzina e ha detto che me la farà pagare" dico.
Non appena finisco di dire quelle parole, Charlotte rimane a bocca aperta.
Sappiamo tutti perfettamente bene, che Jessica sarebbe capace di fare qualsiasi cosa.
"Se solo prova a toccarti, giuro che non finirà per niente bene" dice con tono arrogante mia sorella.
Charlotte farebbe qualsiasi cosa per me.
"Se Jessica le farebbe qualcosa di grave, tutti saremmo più contenti" dice intromettendosi Bryan.
"Bryan la vuoi smettere? Te la pianti di trattarla come se fosse la persona che più odi? Non credi sia arrivata l'ora di crescere un pò?" dice Charlotte arrabbiata. "Prova a metterti nei suoi panni. Saresti felice se tua sorella ti trattasse come un giocattolo? Io non credo, quindi ti chiedo di smetterla, perchè non riuscirai mai a capire quanto male tu gli possa fare" conclude mia sorella andandosene arrabbiata.
Non l'ho mai vista così arrabbiata. È vero, sono tante le volte che mi ha difeso, ma mai così.
Senza dire nulla Bryan se ne va in salotto camminando a testa bassa.
Sembra aver preso in considerazione l'idea di crescere e di pensare a quanto male possa provocarmi.
Decido di andare al piano di sopra per ringraziare mia sorella.
Busso alla sua porta e non appena mi da il consenso di entrare, entro.
"Charlotte grazie di tutto. Non so come farei senza te" dico avvicinandomi per abbracciarla.
"Per te questo ed altro" risponde lei.
Le sorrido ed esco dalla sua stanza per andare nella mia.
All'improvviso qualcosa attira la mia attenzione. In uno scaffale, vicino all'armadio, si trova un'album con tutte le nostre foto da piccoli.
Decido di aprirlo e all'interno trovo foto mai viste prima d'ora.
Sembravamo così felici ed uniti. Io e Bryan giocavamo sempre insieme, ridevamo e scherzavamo, poi però da qualche anno qualcosa è cambiato. Non cosa lo abbia spinto a trattarmi cosí male, ma presto lo scoprirò.
Decido di riposare quell'album e di stendermi sul letto per cercare di dormire un pò.
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IT'S A BEAUTIFUL DISASTER
FanfictionAlicya Davis ha sedici anni, vive a Chicago e frequenta il terzo anno della GOLDERS GREEN COLLEGE. Fin da piccola ha avuto l'abitudine di aiutare sempre chi soffriva, mostrandosi disponibile con tutti, anche con chi non se lo meritava. Ma qualcosa n...