Quando tutto cominció

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'Erick svegliati cazzo!'
Eccolo lí. L'inconfondibile dolce suono della voce di mia madre. Ogni mattina è sempre la stessa storia: mi sveglia per farmi andare a scuola in anticipo, del tipo 2 ore prima, e mi urla dietro che sono in ritardo. Non so come faccia a sopportarla da ben 18 anni....be ma comunque credo che anche lei mi sopporti, quindi immagino siamo alla pari.
Mi alzo dal letto, e urlo a mia madre che sta al piano di sotto 'Si ho sentito mà! Ora mi vesto e scendo'
Vado in bagno tutto ancora assonnato, e poi scendo le scale facendo attenzione a non calpestare mio fratello che puntualmente è sempre in mezzo alle scatole. Martin ha 3 anni e qualche mese, e ancora non ha imparato a camminare su due gambe; quante volte mamma ha provato a insegnargli, ma niente, a volte si mette per qualche secondo dritto e poi cade a peso morto a gattoni, e se ne va, sempre a quattro zampe, come un animaletto....Inizio a chiedermi se davvero non sia un animale, anche perche parla poco e male, e mette in bocca di tutto e lo mastica. Una volta si é mangiato le tempere e subito mia madre tutta preoccupata è impazzita, l'ha portato dal dottore, ma il piccoletto non aveva avuto alcun danno allo stomaco o altro. 'Wow' ho pensato 'che fratello dalla pancia di ferro che ho'.
Saluto Martin, che ricambia con un grugnito, e vado in cucina sbadigliando.
Mia madre puó avere tutti i difetti del mondo, puó essere isterica, pazza a volte, iperprotettiva, severa, impaziente, ma su una cosa non la si puó in alcun modo criticare: la cucina. Fin da quando ero piccolo è sempre stata un'ottima cuoca, si vede che si diverte proprio a sperimentare nuove ricette, le si riempie il cuore quando le vengono fatti i complimenti per il cibo preparato. Una volta stava di piu ai fornelli e seguiva un sacco di libri di cucina per rendere sazi e felici me e papà (Martin a quel tempo ancora non era nato), ma da quando papà....mmh vabbe, preferisco non parlare ancora di questo....
Mi siedo a tavola e inizio subito a mangiare, ho molta fame, e poi data l'ora in cui mi sveglia mia madre ho tutto il tempo per fare colazione in pace e non sono mai in ritardo a scuola.
Su queste cose sono sempre stato molto diligente e attento. Mai un ritardo, mai un'uscita anticipata, mai un'assenza (a meno che non stessi proprio male), ho sempre studiato ciò che dovevo, anche facendo qualche extra, soprattutto perche so che i miei genitori ci tenevano molto alla mia carriera scolastica e anche dopo lavorativa. Ora mi trovo agli inizi dell'ultimo anno e, finita la scuola, andrò al college ovviamente. Papà sarebbe fiero di me. Ho sempre seguito la strada che mi indicavano i miei genitori fidandomi di loro perché so che loro vogliono solamente il mio bene e perciò mi diranno sempre ciò che è più giusto per me. Forse durante la mia adolescenza mi é un po' mancata la libertà, per esempio uscire spesso, andare a ballare, mi sono divertito sí, ma sempre stando agli ordini dei miei, e, nel caso in cui una sera mi volevano a casa a studiare, io studiavo tranquillo in cameretta mia, invece che uscire con i miei amici. Proprio per questo con molti miei coetanei ho perso un po' i rapporti, ma è inevitabile...io devo seguire quello che dicono i miei per renderli felici, se lo meritano.
Dopo colazione mi vado a vestire ed esco subito di casa. Io amo la mia città e tutto il verde che c'è attorno;abito in un complesso di villette in periferia, è un po' scomodo per andare a scuola, perché ogni mattina devo prendere l'autobus, ma per quanto riguarda l'ambiente e la natura posso dire che è ottimo. Per esempio il nostro giardino è pieno di fiori, tutti colorati, che quando li guardi ti riempiono di immensa gioia e che a me ricordano la mia infanzia perché durante la bella stagione li piantavo sempre con papà.
Dopo un po' che aspetto alla fermata del bus, eccolo che arriva, sempre un po' sbandando perché alla guida c'è stato e c'è tutt'ora fin dai tempi di quando i miei andavano a scuola, lo stesso guidatore che adesso, oramai vecchietto, sta iniziando a perdere i colpi....non ci sta più tanto con la testa, mi domando perché non si affrettino a sostituirlo per la sicurezza degli studenti.
'Ciao Beppe!' Si chiama Giuseppe e ha origini italiane, questo solo so di lui, e poi anche che gli era morta la madre da piccolo in un incidente stradale. Almeno, questo dicevano le voci di corridoio a scuola mia.
'Ei giovanotto' mi risponde lui; ahhh quante volte gli avevo ripetuto il mio nome, ma niente, o mi confondeva con una mia compagna di classe di nome Erin o proprio non sapeva chi fossi. Un po' grave dopo anni e anni che prendevi ogni santo giorno lo stesso pullman all'andata e al ritorno.
Ad ogni modo, cerco un posto a sedere, anche se la maggior è già occupata. Di solito in autobus me ne sto solo ad ascoltare la musica con le cuffiette.
Sono sempre stato un ragazzo un po' timido e insicuro, ciò ovviamente non mi ha impedito di avere amici e anche buoni amici, ma comunque li conto sulle dite di una mano. Diciamo che non sono proprio il classico tipo estroverso, popolare, carismatico e attira-donne. Anzi, a dirla tutta, di ragazze praticamente non ne ho avute, certo, se si escludono le storielle alle medie e un rapporto sessuale (il mio primo e ultimo) a una festa un annetto fa, tutti e due straubriachi. Comunque a ripensarci era stata bella quella volta. Ho provato tante emozioni anche se quasi sicuramente la ragazza, che è più grande di me di 5 anni, avrà pensato 'guarda sto povero cretino che è manco capace a scopare decentemente alla sua età'. Mi ricordo che lei era bellissima, spero di averla soddisfatta in quel momento, anche se poco importa, perché dal giorno dopo non mi ha più parlato tanto, quasi come se si fosse accorta di aver fatto un errore a farlo con me. D'altronde era comprensibile, era molto più grande e bella di me, e sicuramente se ne merita di migliori ed è tutto successo grazie all'alcool.
Sull'autobus qualche compagno mi chiede come sto, se ho studiato per l'interrogazione, e altre cose. Davanti a me ho i tipici tre coglioni che a scuola si credono chissà chi perché giocano a basket e hanno molti muscoli e successo con le ragazze. Comunque sia, a volte parlo con loro, anche se non mi piace molto perché non mi trovo, lo faccio per educazione: per come sono fatto io, non nego a nessuno quattro chiacchiere, magari addirittura scopro che la persona che a primo impatto ritenevo la più stupida e insulsa, si rivela molto simpatica e intelligente. La vita è imprevedibile e -perdonatemi, sarò banale nel dirlo, ma- non bisogna mia giudicare un libro dalla copertina, e questo l'ho imparato per esperienza mia.
Mi mancavano 6 o 7 fermate per arrivare a scuola, quando a una fermata vedo che ci sono i controllori. Io, tranquillo, mi tocco la tasca per prendere il mio abbonamento, ma non lo trovo. Panico. Di solito ce l'avevo sempre, non mi ero mai trovato in una situazione del genere. Io...io che sono sempre prudente, attento e accurato. Ma come ho fatto a dimenticarmelo a casa? Cazzo. In fretta mi alzo e scendo dall'autobus, in tempo prima che i controllori salissero e il pullman partisse. Felice, sono scampato a una multa di chissà quanti soldi...ma il problema ora è: dove cazzo mi trovo?
Mi guardo intorno. Non sono mai stato in questa zona, è molto deserta, tipo in mezzo ai campi, di strada c'é solo quella principale che percorre il pullman. Il prossimo passa tra 27 minuti. 'Addio, non arriverò mai in tempo a scuola'.
Sono un po' preoccupato, io non ho mai perso un giorno di scuola senza motivo!
Dopo aver scartato l'opzione di farmela a piedi (perché ci avrei messo il triplo del tempo), cammino un po' per cercare una casa, una persona, una traccia di vita insomma.
Dopo circa 10 minuti mi vedo davanti un bar parecchio squallido e rovinato, con l'insegna che sta per cadere.
'Tanto non ho di meglio da fare' cosi decido di entrare e mangiare qualcosa.
Entro, e non c'è nessuno, a parte in un tavolo in fondo un signore che puzza di alcool.
Vado alla cassa e aspetto che arrivi qualcuno, ma niente. Allora inizio a guardare le brioches per sceglierne una, ma hanno tutte un aspetto orribile. 'No grazie sto a digiuno, non voglio prendermi qualche malattia, prenderò solo un caffè'.
Con la faccia schifata, alzo la testa perché sento che è arrivata una persona a servirmi.
E in quel momento, la vedo.
Una donna stupenda, a dir poco. Di una di quelle bellezze speciali, uniche. Subito mi colpisce intensamente. I suoi occhi verdi leggermente stanchi e sciupati mi guardano, la sua bocca bella carnosa si muove e mi parla. Noto subito che ha un piercing al naso, che a mio parere è brutto, ma su di lei sta benissimo.
'Che cosa ti posso portare?'
La voce è dolce, non acuta e da oca come quella delle mie compagne di classe, ma profonda e suadente. Quasi come una melodia.
Io subito non dico nulla, la guardo mentre si sposta all'indietro il ciuffo dei suoi capelli rosso-castano.
D'istinto mi viene da guardare il cartellino per scoprire il suo nome.
'Ehi sto parlando con te' mi sorride 'che cosa desideri da mangiare?'
Michelle, il nome della mia regina é Michelle.

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