#38

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Era stato tutto deciso. Quel giorno mi sarei dovuta recare in una casa fuori Los Angeles adibita non solo ad abitazione ma anche a studio di registrazione. Mi sarei dovuta fermare li i giorni necessari a scrivere e registrare la canzone e l'idea di una convivenza forzata con i ragazzi e Demi non mi piaceva per niente, ero certa che sarebbe stata un inferno. Mentre guidavo sentivo il cuore battere come un martello pneumatico nel petto e l'adrenalina scorrermi nelle vene, non ero mai stata cosi tesa in vita mia neppure il giorno del mio primo concerto. Entrai con l'auto facendo scricchiolare la giaia del vialetto sotto i pneumatici e parcheggiai. Attorno la casa si estendeva un parco immenso, l'erba era tagliata perfettamente e un'alta siepe correva lungo la recinzione donando il massimo della privacy dal mondo esterno. Spalancai l'enorme portone d'ingresso e mi guardai attorno venendo subito catturata da un brusio proveniente da chissá dove. Pian piano il rumore fu sempre più vicino fino a quando non mi ritrovai davanti gli One Direction e Demi. "Finalmente! Non vedevamo l'ora di conoscerti!" Harry mi venne incontro seguito da Louis, Liam e Zayn mentre Demi e Niall rimasero in disparte. Dopo le presentazioni di rito seppur inutili visto che ci conoscevamo giá anche se non direttamente anche i tuoi fidanzatini si fecero avanti. "Ciao. Ironico eh? Ti avevo accennato a una collaborazzione e ora eccoci qui..." disse Niall. "Che figata vero? Non vedevo l'ora..." risposi sarcastica. Stavo per andarmene per i fatti miei quando un braccio mi bloccò facendomi voltare. "Ti dico solo una cosa...stalle lontana" Niall si avvicinó fermandosi a pochi centimentri dal mio volto. "Altrimenti che fai biondino eh?" accorciai ancora di più la distanza e lo guardai dritto negli occhi. "Lasciala che le fai male idiota!" per la prima volta da quando ero arrivata Demi parlò. "Da quando se ne è andata da casa tua sei andata letteralmente fuori di testa e ora il cattivo sarei io che ti difendo??" le chiese Niall. "Stanne fuori Devonne non ho bisogno del tuo aiuto" mi liberai della presa del suo ragazzo e andai per i fatti miei, ne avevo già le scatole piene di quei poppanti. "Perchè avevo accettato? Passare per codarda sarebbe stato meglio che essere qui" pensai accendendo una sigaretta. Presi il cellulare e chiamai Taylor, avevo bisogno di sentire una voce amica. "Ti stavo proprio pensando! Come sta andando?" mi chiese appena rispose. "Per poco non prendevo a pugni Horan..." sentii Taylor ridere di gusto e pensai stesse immaginando la scena. "E la Lovato?" il suo tono di voce diventò improvvisamente serio. "Cerco di evitarla il più possibile..." era la verità, a stento l'avevo guardata. "Vuoi che ti venga a trovare un giorno?" forse la mia risposta l'aveva tranquillizzata perchè ora era di nuovo serena. "Si sarebbe magnifico...ora devo andare però, prima finisco prima me ne vado. Fa la brava ok? Ciao Tay" chiusi la chiamata e tornai da i miei adorati e amatissimi colleghi che trovai beatamente sdraiati sul divano del salotto ad eccetto di Demi che non c'era. "Dovremmo iniziare..." dissi appena si accorserò della mia presenza. "Datti una calmata lesbica, sei l'ultima arrivata e qui decidiamo noi come e quando iniziare" sparò fuori da i denti Niall. "Smettila, ma che ti prende?" gli chiese Zayn dando una pacca sulla spalla dell'amico. "Scusalo è stressato..." continuò Liam cortese sorridendomi. "Quanto voi grandi star della musica decidere il da farsi sapete dove cercarmi e ora se me lo permettete mi congedo" sfoderai un sorrisetto beffardo e andai al piano superiore in cerca di una stanza in cui poter stare un pò in pace. L'unica stanza rimasta era quella più isolata e fui grata di questo botto di fortuna, entrai buttando il borsone con gli abiti che mi ero portata dietro sul pavimento e mi sedetti sul letto. Le cose erano cominciate decisamente male, si prospettavano delle giornate molto dure e lunghe. In quel momento la porta si spalancò e Demi entrò nella stanza. "Vattene subito" esclamai. Ignorando del tutto le mie parole venne verso di me a passo svelto con gli occhi lucidi e mi abbracciò forte iniziando a singhiozzare. "Mi sei mancata cosi tanto..." disse piano. "Lasciami Demi, non ti voglio qui..." feci leva su i suoi fianchi cercando di allontanarla ma non accennava a muoversi. "No io e te siamo destinate a stare insieme..." ribattè aumentando la presa su di me. A quelle parole tutti i miei tentativi di restare calma andarono in fumo, le presi i polsi con forza e la costrinsi a lasciarmi. "Ficcatelo in testa Demi, non sono qui per te" il mio sguardò si indurí cancellando ogni traccia di gentilezza e bontà in me tanto che appena la liberai corse via in lacrime. Per tutto il resto della giornata ci ignorammo completamente e durante la cena solo i ragazzi parlarono, sia io che Demi a stento alzavamo lo sguardo dal piatto. "Come sei silenziosa amore...non preoccuparti, poi ti faró sfogare io" disse Niall ad un tratto scatenando le risate degli altri mentre Demi invece moriva dalla vergogna. "Non parlarmi cosi..." ribattè poco convinta. "Non mi pare ti sia dispiaciuto quando ieri notte abbiamo fatto sesso e ti dicevo cose oscene all'orecchio...devo forse rinfrescarti la memoria?" un sorriso compiaciuto spuntò sul suo volto vedendo che Demi non osava parlare. Mi stava venendo la nausea a sentire quei discorsi, mi alzai e fulminai con lo sguardo Niall. "Sai, non riesco a capire se in realtà ti piaccia la mia ragazza o se sotto sotto ti piacerebbe fare un giro in giostra con uno di noi..." disse il biondino sfidandomi. Feci il giro del tavolo e con un colpo secco feci ribaltare la sedia facendolo cadere. "Azzardati a rivolgerti di nuovo a me con questo tono o a guardarmi di traverso e ti assicuro che te la farò pagare. Non scherzare con me..." girai i tacchi e me ne andai lasciando tutti di sasso. Prima di dormire mi assicurai di aver chiuso a chiave la porta, non volevo ricevere visite sgradite ne tantomeno sapere che stava succedendo la fuori. Anche se una parte di me scalpitava, non spettava a me salvare Demi dalle umiliazioni alla quale il suo ragazzo la sottoponeva...questa volta dopo tanto tempo avrebbe dovuto cavarsela da sola.

al di fuori delle ceneri sto bruciando come un fuoco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora