La vita non è tutta rose e fiori,si sa.
La vita è un continuo lottare tra il bene e il male.La mia vita, procede abbastanza decentemente, non contando i miei genitori ovviamente...
Con loro non ho mai avuto un bel rapporto,sopratutto con mia madre.Lei rimase incinta a 16 anni,era palesemente piccola per avere una bimba ma mia nonna la costrinse a non abortire nonostante lei non voleva per niente il peso di una bambina.
Il mio peso,non mi voleva.
Per lei io potevo morire, ed anche ora la situazione non è cambiata.
Continua ad odiarmi e forse lo continuerà a fare sempre.Perché continua ad odiarmi? Beh semplice...mio padre quando seppe che era incinta la prese bene e si prese le sue responsabilitá,voleva avere una bimba perché amava davvero mia madre ma quando seppe che lei mi voleva morta,lui decise di lasciarla.
Non si videro per molto ma quando fu il momento della mia nascita,mio padre come tutti i miei parenti era li,li in ospedale al fianco di mia madre ad attendere me.Da quel giorno mio padre si è sempre preso cura di me ma mai di mia madre.
Ecco il motivo per cui lei prova tanto astio nei miei confronti.Ora le cose sono complicate...mio padre ha un altra donna con cui vive molto bene e con questo si è dimenticato di me,lasciandomi nelle mani di mia madre.
Ovviamente lei non ci ha messo molto a sbarazzarsi di me,ed è per questo che ora mi sto dirigendo verso la segreteria del convento in cui mi hanno 'rinchiusa'.
Allo sportello della segreteria una signora mi sorride per poi chiedermi i miei dati.
'Avril per qualsiasi cosa può venire a chiedere informazioni qui'
Avril è il mio nome,mi hanno chiamata così per volere di mio padre.
Non mi ha mai spiegato il motivo nello specifico ma devo ammettere che amo il mio nome.
Mi da un non so che di amichevole e solare.'Grazie signora Agnese' le rivolgo un sorriso mentre mi porge le chiavi della mia futura stanza.
Mi giro di spalle per percorrere il corridoio ma mi sento chiamare e quasi sobbalzo.
La 'scuola' è molto silenziosa e di conseguenza la voce della signora Agnese mi ha fatto appunto sobbalzare.'Avril?'
'Si?'
'Ho dimenticato una cosa...non sarai da sola,avrai un coinquilino.'
'Oh,va bene. Grazie.' mi rigiro di nuovo e inizio a far volteggiare le chiavi a me date tra le dita.
Sono felice di poter condividere la stanza con qualcuno,non mi è mai piaciuto stare da sola.
Odio stare da sola.
Io sono una di quelle persone che ama la compagnia,bella o brutta che sia.Mi piace fare sempre nuove amicizie,amicizie vere e pure.
E poi...credo che nella vita bisogna sorridere sempre,e per sorridere io ho bisogno degli amici.
363...364..365!!
Eccola! Stanza 365!
Beh che dire? Non mi resta che aprire questa porta e chiudere tutte le altre scassate dietro.
Infilo le chiavi nella serratura e faccio 2 scatti ,dopo di che la porta si apre cigolando.
Mi trascino dietro il borsone mentre inizio a guardarmi intorno.
Niente male,più che una stanza sembra un appartamento.
Il divano in pelle nera mette in risalto i mobili bianchi nel salotto.Al centro del grande salotto è situato un tavolino di vetro con sopra varie scartoffie.
Mi guardo in torno alla ricerca della mia coinquilina ma il posto è molto silenzioso e credo che non ci sia nessuno.
Sistemo la valigia dentro la mia nuova stanza e mi reco in cucina.
Prima che potessi arrivarci da un angolo del salotto sbuca un ragazzo.
Sobbalzo dalla paura ma mi riprendo quando lo vedo allontanarsi da me.
Si sarà spaventato anche lui.
È alto,ha i capelli neri con un gran ciuffo e il vestiario è quasi tutto nero. Porta degli occhiali che risaltano il colore scuro dei suoi occhi.
'Ciao,io sono Avril' gli porgo la mano in segno di saluto e gli sorrido educatamente.
Guarda la mia mano con un'espressione disgustata per poi portare gl occhi sul mio viso mentre alza un sopracciglio. Mi sta forse analizzando?
Ritiro la mano rimasta fluttuante nell aria e ci sbircio su per controllare se ho qualcosa che non va.
La mia mano è pulita...forse da queste parti non si saluta così... Ci riprovo allora.
'Batti il pugno amico?' forse era meglio se stavo zitta...al contrario della prima formula di saluto,il ragazzo arriccia le sopracciglia fin quasi ad unirle e si dirige nella sua camera sbattendo forte la porta.
Beh direi che è un ragazzo davvero molto...sociale...si,davvero molto sociale!
Spazio autrice...
Ehi tu! Ciao!
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Mi farebbe molto piacere sapere cosa pensi su questo capitolo attraverso un commento...Grazie dell attenzione.
Scritto il :09/ott/2016
Pubblicato il:13/ott/2016
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Stanza 365
FanfictionLa guardò con lo sguardo freddo negl'occhi e le sussurò... 'Prima regola,non provare più a sbirciare sulle mie cose e non toccare mai più quei fottuti fogli'