Sono qui già da due giorni e devo ammettere che la vita anche da qui ha una bella prospettiva.
I miei compagni di classe sono dei tipi svegli e simpatici,ho legato con un ragazzo particolarmente...
Si chiama Diego, ha la stessa mia età e vive qui da quasi quattro anni.
È un ragazzo davvero carino,ha i capelli biondi e la maggior parte delle volte li porta sempre tirati indietro con del gel,tutto sommato ha anche un bel fisico, le magliette con lo scollo a V che indossa non lasciano immaginazione agli addominali scolpiti.Ritornando a noi...
Se c'è una cosa che ho capito in solo due giorni è che tutta la gioventù rinchiusa in questo posto ha un particolare problema.
Diego,per esempio,è stato portato qui dopo la morte dei suoi genitori.
Non mi ha raccontato molto e io non ho insistito.
Non mi è mai piaciuto invadere negli spazi privati.
Se vorrà, un giorno, lo farà.I docenti sono severi e la maggior parte delle volte non perdono tempo per punirci.
Io,per fortuna,non ho ancora ricevuto nessuna punizione e molto sinceramente neanche ci tengo a riceverla.Ho sentito da una mia compagna di classe dire che una prof le ha fatto lavare i bagni per un mese intero solo per aver sbroccato con il suo ragazzo in aula.
Forse è per questo che quest'istituto tutto sommato mi piace,qui dentro è tutto una sfida ed io sono pronta per sfidare chiunque intralci il mio percorso.
Invasa dai miei pensieri non mi sono resa conto di essere finita addosso ad un ragazzo.
Mi piego per raccogliere i libri che mi sono caduti e mormoro uno 'scusa'.
Una volta che i miei libri sono nuovamente nelle miei mani sani e salvi alzo lo sguardo e mi ritrovo di fronte quel ragazzo troppo strano con cui condivido l'appartamento.
'Ehi, ciao!' mi guarda per poi darmi le spalle e camminare dalla parte opposta.
'Socievole..come sempre..' borbotto tra me e me.
Mi evita in tutti i modi.
Non capisco cos ho che non va.
Ogni mattina appena esco dalla mia camera,lui si sbriga ad ingerire il cornetto e scappa a lezione.
Se ci incontriamo nei corridoi si limita a guardarmi per poi darmi le spalle.
A volte penso sia muto.
Nell'appartamento non c'è mai,e se c'è è rinchiuso in camera sua.
Ieri pomeriggio ho bussato alla sua porta perché non sapevo mettere in moto la lavastoviglie ma lui dopo la mia richiesta di aiuto si è limitato a spedirmi da sotto la porta un foglietto con su le indicazioni per metterla in moto e per fare un buon lavaggio.
In realtà non so neanche come si chiama,non so nulla su di lui e forse dovrei chiedere in giro qualcosa sul suo conto.
Anzi,ora che ci penso,sono sicura che gli piaccia suonare.
La sera dalla sua stanza proviene sempre una delicata canzone suonata con la chitarra.
Qualche volta ho anche provato a spiare dalla serratura della porta ma non si vedeva un tubo.Non mi è mai capitato di incontrare un ragazzo strano come lui.
Un pensiero ora nella mia mente è fisso,scoprirò di più.
Poco ma sicuro.~SpazioAutrice~
Ehi,rieccoti qui.
Grazie per aver letto il secondo capitolo di 'Stanza 365'.
Spero ti sia piaciuto.
Se ti va lascia una stellina in fondo a sinistra e fammi sapere cosa ne pensi attraverso un commento.A presto da Ulalah_fra
Scritto il:3/novembre/2016
Pubblicato il:11/novembre/2016
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Stanza 365
FanfictionLa guardò con lo sguardo freddo negl'occhi e le sussurò... 'Prima regola,non provare più a sbirciare sulle mie cose e non toccare mai più quei fottuti fogli'