Capitolo 14

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Mi sveglio all'improvviso per il suono del campanello.
Jack non c'è, ma al suo posto trovo un biglietto:

Eri così bella mentre dormivi che sarebbe stato un peccato svegliarti.
Ti amo,
-Jack

Sorrido mentre leggo il biglietto.
Appena finisco di leggerlo, lo piego e lo infilo nel cassetto.
Mi alzo dal letto, raccolgo le mie cose e mi vesto in fretta.
Corro verso la porta.
Il campanello continua a suonare incessantemente.
"Arrivooo" urlo dalle scale.
Apro la porta ed è Marc.
"Ciao piccola, ho delle cose per te."
"Ciao Marc, accomodati."
Lo faccio sedere nel tavolo in cucina e inizio a preparargli un caffè.
Sento il suo sguardo pesante su di me, mi giro e vedo che mi sta guardando.
"Cosa c'è?" gli dico guardandolo incuriosita.
"Niente, è che mi sembri diversa."
"Diversa in che senso?"
"Sembri cambiata. So che ti ho visto soltanto qualche giorno fa, ma sembri più donna."
Inizio a ridacchiare nervosamente e a giocherellare con i capelli attorcigliandoli con le dita.
È impossibile che possa aver capito qualcosa, non ho mica una scritta sulla fronte con scritto che non sono più vergine.
Ma comunque il fatto che mi dica così, mi mette molto in ansia e a disagio.
Lo guardo sorridendogli e con quel poco di sicurezza che mi rimane gli dico:
"Dai non dire scemate Marc, fai sempre troppi complimenti tu eh."
"Come potrei non farne a una ragazza così bella."
All'improvviso arrossisco, mi giro subito dall'altra parte per non farglielo notare.
Gli verso il caffè in una tazzina e faccio finta di cercare qualcosa per perdere tempo.
Dopo poco finalmente mi passa il rossore.
Gli porgo il caffè e mi siedo accanto a lui.
"Allora cosa mi hai portato?"
Finisce in fretta di bere il caffè, poi mi dice:
"Ah giusto, ti ho portato delle informazioni sulle amiche di tua madre."
"Fino a qui c'ero arrivata."
Alzo gli occhi al cielo, prendendolo in giro.
"Ma come siamo simpatiche oggi."
Mi fa la linguaccia.
"Io sarò anche diventata una donna, ma tu sei proprio un bambinone."
Lo spingo leggermente, lui come risposta mi scompiglia tutti i capelli e inizia a farmi il solletico.
"Dai smettila scemo."
"No cara, io non smetto."
Mi agito così tanto, che cadiamo entrambi dalla sedia.
Tutto preoccupato mi chiede se sto bene, poi guardandomi in un modo in cui non ha mai fatto, mi dice:
"Sei proprio bella mentre ridi."
Rimango senza parole, mi ha spiazzata dicendo questa frase così all'improvviso.
Si avvicina e mi dà un bacio.
Subito mi sposto.
Se non mi aspettavo quella frase, figurati il bacio.
Si alza e mi porge la mano per aiutarmi.
La prendo e gli dico:
"Ehm credo che sia proprio arrivato il momento di farmi vedere quelle cose."
Annuisce e ci risediamo.
Prende la valigetta e tira fuori due cartellette con dei documenti all'interno.
Nella prima c'è un etichetta con scritto:
Fascicolo personale di Kate Johnson.
E nella seconda:
Fascicolo personale di Jennifer Stuart.
C'è riuscito, sono molto felice ma anche preoccupata.
Spero non si metterà nei guai, sembrano molto importanti questi documenti.
"Eccoli, è stato difficile trovarli. Non hanno mai commesso nessun reato, però per fortuna sono rimaste nei dintorni."
Mentre parla apre il primo fascicolo e me lo porge.
"Kate Johnson si è sposata, ha due bambini piccoli e fa l'insegnante alle elementari. Vive in una città non tanto lontana, circa 25 minuti in macchina."
Apre il secondo e continua a parlare.
Intanto osservo le loro foto.
Noto subito che Kate e Jennifer hanno lineamenti molto simili tra di loro e entrambe hanno i capelli ricci e neri.
"Jennifer Stuart è nubile e fa la psicologa infantile. Lei vive un po' lontano invece, circa un'oretta da qui."
Appena finisce di dirmi tutto, mi scrive su un foglio i due indirizzi, riprende i documenti e li rimette nella valigetta.
"So che non c'è bisogno di dirtelo Ellie, ma stai attenta e non dire a nessuno come hai avuto queste informazioni. Va bene?"
"Certo Marc, grazie mille." Gli do un bacio sulla guancia e lui mi sorride leggermente imbarazzato.
Mi sposta una ciocca di capelli, che avevo davanti al viso, dietro l'orecchio.
"È stato un piacere Ellie."
Ci alziamo e lo accompagno alla porta.
Prima di andarsene mi dice:
"Fammi sapere cosa scopri su tua mamma e se hai bisogno scrivimi pure" mi dice facendomi l'occhiolino.
Stavo per chiedergli cosa c'entrasse mia madre, ma mi sono ricordata in tempo la bugia che gli avevo detto.
Quando c'è Marc mi distraggo facilmente e sto iniziando a perdere colpi, devo stare più attenta o qui finisce male.

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