Sabato 01
Ti ho vista oggi per la prima volta.
Non so per quale motivo mi ricordi di te, e nemmeno perché ti trovi così interessante da farmi scrivere del nostro incontro qui, su queste pagine di diario.
Non c'è stato nulla di speciale, non ci siamo mai parlate. Ti ho sentita scambiare due chiacchiere con la tua amica; hai un tono di voce melodioso, un po' più alto del normale: non sembri espressiva, ma proprio per questo lo sei terribilmente. È come se non volessi essere attraente per gli altri, ed è questo che mi fa avvicinare a te come un'ape viene attratta dal migliore dei fiori.
Ero alla macchinetta, stavo semplicemente prendendo un caffè durante il cambio dell'ora: avrei avuto psicologia, una delle materie da me più odiate. Non capisco le persone che cercano di carpire la mente degli altri, categorizzando tutto... nessuno ha la stessa reazione di un altro ad un avvenimento, magari anche una microscopica differenza: se quella differenza venisse ingigantita, non venisse forse repressa, non verremmo racchiusi in insiemi per somiglianza.
"Io ho i capelli neri"
"Anch'io."
"I miei genitori sono morti"
"Anche i miei"
"I miei capelli mi piacciono un sacco, sono splendidi!"
"Odio i miei capelli, vorrei strapparli dalla testa ogni volta che li vedo."
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October's
Short StoryRidevi, ridevo anch'io. Abbassavi le spalle rannicchiandoti, poi ridevi nuovamente, poi vi facevate il solletico e ridevi. E la tua risata era indescrivibile, era screziata di venature di sentimenti incomprensibili a qualunque persona se non autoriz...