Le mani di un pianista

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Se possiedi una ricca compagnia petrolifera e gestisci affari non proprio del tutto legali, incassando cifre con parecchi zeri, sai che per non essere disprezzato dovrai fare donazioni cospicue ai meno fortunati.

Ospedali, orfanatrofi, opere pubbliche, ricerca scientifica, associazioni culturali.

Enack Viljani ne è consapevole fin da bambino. È cresciuto in mezzo all'ipocrisia e ai sorrisi artefatti che caratterizzano questi ricevimenti e che finiscono tutti con la firma di assegni generosi.

Il primo ministro ceco ringrazierà pubblicamente Viljani per la prodigalità d'animo che ha mostrato nei confronti di Praga, città che è diventata la sua casa da quando ha lasciato Istanbul; per l'occasione ha organizzato un opulento ricevimento a Palazzo Wallenstein, attualmente la sede del senato ceco.

Viljani non dubita stia tentando di ricordargli nemmeno troppo sottilmente, che le elezioni sono vicine e conta sul suo appoggio per una rielezione.

Palazzo Wallenstein è un magnifico esempio di arte barocca, perfetto per accogliere i nomi altisonanti degli invitati. Questo tipo di ricevimenti sono tutti tristemente simili. Di volta in volta cambia il pretesto ma le persone e gli argomenti di discussione, perfino le tartine servite, sono sempre gli stessi.

Dana è la prima ballerina del Teatro Nazionale di Praga e ha una mano mollemente poggiata sul braccio di Enack, glielo stringe leggermente ogni volta che avverte in lui il desiderio di congedarsi. È ancora troppo presto perché possa permettergli di allontanarsi a fumare e riapparire dopo diverse ore al termine della serata. Dana sorride e ride alle battute scontate degli altri ospiti al posto del suo accompagnatore; al contrario di Enack lei trova divertenti questo tipo di ricevimenti ed è felice di poter essere fotografata al suo fianco.
Non sono legati da alcun tipo di interesse romantico, Viljani è dichiaratamente gay e ama il balletto quanto Dana ama apparire sul giornale.

Sander Berg, chirurgo estetico norvegese di fama mondiale, ride sguaiatamente vantandosi dei suoi ultimi successi in borsa, per un investimento particolarmente oculato che ha deciso di festeggiare regalandosi uno Yacht.
La sua signora, quarta o quinta moglie, è uno splendido esempio delle tecniche d'avanguardia contro la decadenza del corpo umano; è impossibile darle un'età, ed è impossibile distinguere in lei qualsiasi espressione facciale.

-Il dollaro calerà ancora, è importante saper aspettare e riconoscere il perfetto momento di agire.-

Partecipano alla conversazione anche Karsten Oberon, architetto olandese, e Hektor Delmar, regista spagnolo, accompagnati dalle rispettive signore.
Enack non presta attenzione alla discussione, beve più per noia che per reale piacere il bicchiere di vino bianco che ha in mano; il vino è sempre scadente in simili occasioni.
È molto più interessato al pianoforte a coda al centro della sala; un magnifico esemplare, sicuramente uno "Schiedmayer" berlinese vista la forma delle gambe in uno stile chippendale particolare.
Ha un affascinante stile retrò, e la sua superficie laccata di bianco panna risplende sotto i lampadari.

-Signor Viljani?- l'accento spagnolo di Delmar lo fa tristemente tornare al presente, costringendolo a voltarsi per fissarlo negli occhi. Ha sulle labbra un sorriso accondiscendente, forse vedendolo assorto sperava di metterlo in imbarazzo.

-Non vi stavo ascoltando.- Enack sorride arricciando appena le labbra, bevendo l'ultimo sorso di vino dal proprio bicchiere.

-Eppure l'argomento dovrebbe interessarle ... soldi! A tutti piace parlare di soldi.-

-Non a me, Signor Delmar. Trovo sia inappropriato e volgare parlarne, per quel che mi riguarda preferisco fare soldi in silenzio, con un certo riserbo.-

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