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Una voce particolarmentedolce mi svegliò, per fortuna, dal solito incubo. "Charly, Charly apri." mi passai le mani sugli occhi e mi guardai intorno, bene - ero di sicuro in ritardo. Aprii la porta di legno ormai rovinata ritrovandomi mio fratello Edward davanti, che dolcemente mi sorrideva. Lui era l'unico della mia famiglia che mi trattava come una vera persona, a differenza degli altri.
"Dimmi Edward." - "Papà ti aspetta in ufficio, credo ha bisogno del suo solito latte macchiato." deglutii rumorosamente, odiavo andare da mio padre in ufficio, diciamo che mi ricrodava a qualche episodio.
Poi, senza dire altro annuii, facendo segno a Edward di darmi qualche minuto per lavarmi e indossare qualcosa di normale.
Poco dopo mi ritrovai a salire la rampa di scale che portava al secondo piano della villa, dove avrei trovato mio padre, seduto come sempre davanti al suo pc.
"Buongiorno." sussurrai appena aprii la porta.
"Dio Charly, ti abbiamo detto tantissime volte di bussare prima di entrare." urlò mentre chiudeva velocemente il suo laptop.
"Mi dispiace." risposi abbassando lo sguardo. Io ancora non capivo che c'era di male entrare in una delle stanze di mio padre. Non stava facendo niente di male, almeno a me sembrava così. "Si, si. - disse poi - vai in cucina e portami un latte macchiato e dei biscotti, poi pulisci l'ufficio."
Annuii senza dire niente, anzi - non potevo dire niente.
Triste e impaurita, come sempre, scesi lentamente le scale, ma pensierosa e sbadata come sempre andai a sbattere contro qualcuno. - Harold.
"Cazzo Charly, fai attenzione a dove metti i piedi." urlò. Abbassai velocemente la testa, mio fratello mi odiava più di chiunque altra persona al mondo.
"Mi dispiace Harold, scusami." dissi senza guardarlo negli occhi.
Harry, per me Harold, era uno di quei soliti ragazzi che ogni giorno tornava a casa con una ragazza nuova con cui passava la notte. Non aveva mai avuto una storia vera.
Era da sempre ormai, che mi trattava male, mi aveva addirittura picchiata, qualche anno prima. Ma niente di sconosciuto per me, ero abituata a riceverne ogni giorno.
Mi era stato addirittura vietato di chiamarlo Harry. Motivo? Sconosciuto.
Non c'era giorno in cui non mi sgridava, mi offendeva o mi umiliava davanti agli altri.
Senza dire altro riprese il suo percorso verso la propria camera e io scesi giù in cucina, visto che avevo già perso troppo tempo - se ci avrei messo più di dieci minuti sarei stata punita.
O venivo picchiata, o sfruttata. Per cosa ? Per il sesso.
"Era ora, Charly. Ci hai messo sette minuti, per oggi nessuna punizione, anche se ne avrei bisogno." disse papà, con il suo solito sorriso perverso, dopo avergli portato quello che mi aveva richiesto.
qualche ora dopo.
Ero arrivato quel momento in cui capisci di trovarti nel posto sbagliato, di essere circondata da persone sbagliate. Ero arrivata alla fine.
Forse avrei dovuto mettere fine a tutto questo, forse dovevo provare a scappare. Ma nessuno mi avrebbe aiutata - sarebbe diventato tutto solo più complicato.
I miei genitori erano usciti ormai da qualche ore e non sarebbero tornati prima di mezzanotte, Edward era nella sua camera mentre Harry era come sempre a festeggiare in qualche locale.
Velocemente mi guardai intorno, non avevo niente da perdere. La mia vita faceva schifo ormai da tempo, non sarebbe cambiato niente.
Presi una delle poche borse che possedevo e ci misi giusto qualche cambio, indossai il cappotto e mia avviai verso la cucina. Li presi del cibo, qualcosa da bere e dalla scatola nascosta dietro la pianta sullo scaffale, estrassi dei soldi - erano qualche banconota da cento euro e qualcuna da cinquanta. Il mio cellulare stile anni cinquanta nella tasca e le scarpe ormai troppo piccole ai piedi, mi fecere lasciare la villa. Silenziosamente sgattaiolai per il giardino, sperando di non essere vista da nessuno.
Aprii il cancello che rumorosamente fece abbaiare il cane e troppo impaurita presi a correre per le vie della città.
LIBERA.
Era così che mi sentivo. Era da anni ormai che non mettevo piede al di fuori di quella villa, ed ora, finalmente, dopo aver subito maltrattamente di tutti i geniri, mi ritrovai fra le strade di una città, ormai sconosciuta.
Ero libera, ma non per molto.
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scusate il ritardo, ma ecco a voi il capitolo.
sinceramente a me non piace, ma dal quarto capitolo circa,
capirete cosa succede fra Charly e Harry.
Fatemi sapere che ne pensate,
a preso. Jxx
DU LIEST GERADE
Salvami.
General FictionDa sedici anni ormai, qualcosa nella vita di Charly non andava bene. Forse il fatto di vivere rinchiusa nella cantina di una casa, forse il padre un pò strano che la toccava diversamente dagli altri, forse la madre che la costrigeva a fare tutto - o...