I really want a kiss?

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Tornammo in macchina che erano le 13:45, non avevamo ancora pranzato ed io avevo fame.

"Dove vuoi mangiare?" le chiesi

"ehm.. boh.. non saprei.. a casa?" chiese imbarazzata

"ho troppa fame, che ne dici se andiamo in un posticino qui vicino?

"si, ma.. non ho soldi, non ho nulla con me"

"perfetto, pago io allora" le dissi con soddisfazione

"cosa?? No no no, non se ne parla, mi sento in colpa" disse saltandomi addosso.

I nostri occhi erano a qualche centimetro di distanza, i nostri nasi si toccavano.

"Ti ho detto che pago io, tu sei mia ospite" le dissi con tono basso mentre il mio sguardo si spostava dai suoi occhi alle sue labbra per poi riposizionarsi sui suoi occhi.

Mi prese per il colletto della mia giacca in pelle mi disse "per questa volta vinci tu" con tono quasi deluso.

Orgoglioso accesi la macchina e andammo al primo ristorante cinese che trovammo per la strada.

Entrammo e appena seduti a tavola non facevo altro che guardarla mentre leggeva il menù con attenzione. Era davvero bella. Ogni tanto alzava lo sguardo imbarazzata chiedendomi cosa ci fosse da guardare ,ma non le rispondevo, mi limitavo a sorridere dicendo "niente".

Arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni, "per me un riso alla cantonese e del pollo con funghi e bambù" disse lei

"per lei signore?" mi chiese il cameriere.

"ehm..per me.. anche per me come lei, grazie" dissi quasi con agitazione.

"okay, saranno subito da voi" ci congedò il cameriere.

"non sembravi molto convinto, sai" disse Elisabeth quasi con tono divertito.

"cosa? No.. ero molto convinto" dissi portandomi il braccio dentro dietro la nuca.

"se lo dici tu.. " sorrise

Mi persi in quelle labbra rosee tirate in un leggero sorriso.

"se devi stare da me.. dovremmo andare a prendere i tuoi vestiti, che dici?" le domandai.

"ah.. giusto.. ma sei sicuro che posso stare da te? mi domandò preoccupata.

"come hai visto sono da solo in casa, quindi se anche per te va bene, puoi stare da me senza problemi"

"Come vuole signor Biersack, la mia casa è nella quattordicesima strada, la seconda a destra" mi disse

"perfetto, allora sappiamo cosa fare oggi pomeriggio" le risposi quasi orgoglioso.

I piatti arrivarono subito dopo la fine del nostro discorso. Non so per quale motivo, ma appena mi sono seduto su quella sedia ed ho iniziato ad osservare Elisabeth, mi è passata la fame.

"beh, non mangi? Mi chiese lei.

"ehm, sisi, ora mangio, vado solo un secondo al bagno, torno tra un instante"

Mi sciacquai la faccia un paio di volte, tornai al tavolo ed iniziai a mangiare qualcosa anche se con poca convinzione. Cosa mi stava succedendo? Cosa? Perché da quando mi sono seduto ho la testa altrove? E per altrove intendo in Elisabeth.

Erano le 15:05 quando uscimmo dal ristorante

"vuoi che andiamo subito a casa tua?" le chiesi

"come vuoi, io sinceramente sono un po' stanca" mi disse sbadigliando mettendosi una mano davanti alla bocca per poi stiracchiarsi la schiena

"okay, ci andremo oggi pomeriggio, dormigliona" le dissi sorridendo e dandole un piccola pacca sulla spalla. Mi seguì facendomi un piccolo sorriso.

Arrivati a casa ci buttammo sul divano quasi esausti, eppure non avevamo fatto nulla di così stancante. Penso che sia per il brusco risveglio di questa mattina. Accendemmo la tv e lei appoggiò la sua testa al mio petto, i suoi capelli scuri avevano un profumo buonissimo, iniziai ad accarezzarglieli.

"Sentiamo.. cosa è successo tra te e il tuo ex ragazzo?" le domandai un po' timidamente.

"beh.. era diventato un vero e proprio stronzo e mi trattava male, picchiandomi quasi tutti i giorni. Non so con quale forza sono riuscita a lasciarlo, ma a quanto pare non riesce ad accettare questa cosa e per stare meglio mi segue ovunque e mi picchia.A volte  anche con l'aiuto dei suoi amici."

"che bastardo" mi lascia scappare dalla bocca "non si può fare del male ad una persona come te, dopo quello che ti fanno passare le persone" dissi sbuffando.

"beh.. non ci posso fare niente, spero solo che non mi cerchi più, anzi.. che fine ha fatto? Tu lo sai?"

"non lo so, ieri sera l'ho riempito di pugni e l'ho lasciato sanguinante a terra"

"tu cosa?" mi chiese sorpresa alzandosi da sopra di me.

"ehm.. si, io l'ho preso a pugni perché l'ho visto farti del male" le dissi guardando verso il basso con aria mortificata. Mi aspettavo un ceffone in piena guancia, invece sentii solo un caldo e stretto abbraccio da parte sua.

"Andrew, perché? Cosa ho fatto per incontrarti? Perché lo hai fatto? Non sapevi nemmeno chi io fossi e mi hai salvata" mi disse in lacrime.

"Non lo so, qualcosa mi ha spinto a farlo, ma non so cosa. L'unica cosa che so di per certo è che ho fatto bene a salvarti e se potessi lo rifarei ancora" le dissi mentre le tiravo sul il volto.

I nostri occhi erano di nuovo ad una minima distanza, i nostri nasi si toccavano e le nostre fronti erano una appoggiata all'altra, sentivo il suo respiro provenire da quelle sottili labbra tremolanti e non facevo altro che guardarle. Cosa stavo per fare? Non la potevo baciare,mi avrebbe tirato un ceffone assurdo. Come ha detto lei prima "non ci conosciamo neanche". 

Sentii le sue mani dietro la mia nuca, erano fredde e cercavano calore, cedetti e appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue lasciando scappare un piccolo bacio. Mi staccai quasi subito intento a chiederle scusa, ma lei mi tirò a se prendendomi per la nuca, arrivando a darci un bacio più lungo e più passionale. Una volta che ci staccammo ci guardammo negli occhi per un istante, mi diete un abbraccio e un bacio sulla guancia, lei si rimise sul mio petto e si addormentò mentre accarezzavo i suoi capelli scuri. Ero in paradiso.


Save me from myself - Andy Biersack -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora