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Stavo dormendo beatamente fin quando mia madre non decise di urlare. <Meredith! Sveglia devi andare a scuola! Alza quelle chiappe dal letto!>
Uff, un altro anno sta per iniziare per fortuna anche l'ultimo.
Mi alzo e mi dirigo direttamente in bagno, mi guardo allo specchio e merda sembro uno zombie, vado verso la doccia e faccio una dolce doccia calda.
Per il primo giorno di scuola decido di mettere un leggins nero con una camicia rossa a quadri neri e le mie converse nere, i capelli li lascio sciolti, essendo lunghi e neri mi piace tenerli liberi.
Scendo di sotto in cucina dove trovo tutta la mia famiglia riunita, papà che legge il giornale seduto a capotavola e mia madre che sbuffa guardando mio padre, capisco che qualcosa non va tra di loro avranno litigato di sicuro. Prendo una tazza di caffè una volta bevuto risciacquo la tazza
< prendi il caffè a quest'età? > dice mia madre.
<Madre ho 19 anni non 9>
Mentre parlo sento mio padre borbottare qualcosa di incomprensibile verso mia madre.
<Papà tutto bene? Perché non mi accompagni a scuola? > glielo dico con gli occhioni, non mi va di fare tutta la strada a piedi.
< E vabene sbrigati > la sua voce ha un tono freddo, ho fatto qualcosa che non va?
Una volta entrati in macchina decido di rompere il silenzio
< Papà che succede?>
< Tua madre certe volte è insopportabile, litighiamo per ogni minima cosa, in questo momento non voglio vederla>.
< Ma si sistemerà tutto vero?>
Dico con un filo di voce, non voglio che i miei genitori litigano, lo guardo ha gli occhi piantati sulla strada e annuisce.
Una volta scesa dalla macchina vedo mio padre mandarmi un bacio volante e io faccio finta di afferrarlo al volo, mi precipito dalla mia amica Emmy, l'adoro siamo cresciute insieme ci conosciamo dalle elementari.
< Che bello rivederti scuola > sbuffa Emmy
< Hey  non si saluta?>
< Ciao Meddy scusa ho ancora sonno >
Si, me ne ero accorta.
< Con chi parlavi ?> gli chiedo
< Oh Ehm, da sola>
Oh bene la mia amica sta dando segni di sclero e siamo ancora al primo giorno
< Allora pronta? > gli chiedo
< No certo che no, non ho fatto niente per tutta l'estate non ho aperto nemmeno un libro, tanto tu mi aiuterai, VERO?! >
Ma che cazzo ti urli alle 8:00 del mattino!
< Si certo, ti aiuto a farti bocciare, ma perché non hai studiato hai avuto a disposizione 3 mesi!> questa è una cosa che odio del suo comportamento, pretende che l'aiuti io tutti gli anni, certe volte mi da l'impressione che mi ha come amica solo per questo.
< Meddy non sono come te, c-cioè, n-nel senso>
< Ho capito> già so cosa vuole dire, che lei preferisce uscire tutte le sere invece di studiare tutti i giorni come me. È vero che studio ma studio solo una o due ore al giorno ma non mi chiudo in casa per questo, mi chiudo in casa perché i suoi amici mi insultano che sono una santa ogni volta che vado con lei, quindi preferisco evitare.

Il suo della campanella mi fa svegliare dai miei pensieri e mi dirigo in classe più arrabbiata che mai, se questo è l'inizio di un nuovo anno allora non voglio che inizi.

Vedo un banco libero in fondo all'aula così andai a sendermi aspettando Emmy.
< Hei quello è il mio banco santarellina > era una ragazza bionda, magra con un vestito che le copriva a mal appena il culo.
Ma non la conosco, forse ho sbagliato classe.
< Ehm scusa ma ci conosciamo per caso? > è vero che sono timida ma quando mi attaccano io rispondo.
< No e non voglio nemmeno conoscerti quindi togliti dal cazzo. >  ogni parola che diceva sputava saliva grazie alla gomma che stava masticando a bocca aperta
< Io non mi tolgo, non vedo il tuo nome scritto qua sopra, senti nemmeno io voglio  averti come compagna quindi trova un altro banco. >
< Senti..>  la ragazza fu interrotta da un ragazzo. Un bel ragazzo, alto, muscoloso, capelli all'indietro neri, i suoi occhi color nocciola e le sue labbra, le vorrei quasi provare, assaporarle...
MA CHE CAZZO DICO.
Meredith per l'amor del cielo riprenditi.
Mentre la ragazza stava andando a sedersi vicino al ragazzo mi venne la splendida idea di dirgli
< Ah comunque non sputare quando parli, sai alla gente da fastidio ma a me personalmente fa schifo.> mi pentii subito di averlo detto. La ragazza mi mando un acchiataccia mimando un < Me la pagherai >.

Le ore passarono in fretta era ora di andare a casa ma uscendo dall'aula andai a dare una spallata a qualcuno
< Oh scusami non volevo > o mio dio, è lui. Cosa faccio? Ehm mi metto a correre? Cammino normalmente no? Allora perchè le gambe non si muovono.
< oh non preoccuparti dovevo buttare comunque questa maglia> solo ora mi resi conto di avergli fatto rovesciare il caffè addosso. Cazzo.
< Se vuoi te ne compro una nuova, non volevo>
< Tranquilla baby tutto apposto, sai che questi pantaloni ti fanno un bel culo?> facendo un sorriso malizioso, arrossisco, mi ha fatto un complimento, non ci credo.

Giro subito i tacchi e vado verso il parcheggio ad aspettare mio padre. Prendo il telefono e noto che è tardi strano perché mio padre viene sempre in anticipo, cosi decido di farmela a piedi.

Anche perché devi fartela per forza a piedi.

Giusto, grazie coscienza.

Sono cosi persa a parlare con la mia coscienza che non mi rendo conto della moto che mi pedina.
Chi è? Mi vuole rapire? Mi vuole far del male? Cosa uso per difendermi? Ah c'è un signore che mette apposto la legna prenderò una di quelle.

<Hei vuoi un passaggio baby >

Eh? Non conosco questa voce.
< Ehm no grazie sono arrivata anzi guarda c'è mio nonno lì >
No. Non è mio nonno ma un semplice signore ma spero regga il gioco
< Davvero baby?>
<  Si certo. Nonno! Che bello vederti allora andiamo mettiamo apposto dopo la legna>
Reggimi il gioco per favore.
< Ma cos…>Oddio che dico?
< Ma come ti sei dimenticato nonnino caro? > il signore mi guarda confuso cosi faccio cenno di un saluto al tizio sulla moto che poco dopo va via, meno male.

Arrivo a casa con un dolore ai piedi, vedo mia madre sul divano a leggere un libro
< Papà perché non è venuto a prendermi? >
< Perché avevo io la macchina > mi risponde senza alzare lo sguardo sento che mi nasconde qualcosa ma non voglio chiederglielo
< E avvisare no? Ho aspettato un'ora come una deficente  >
< Me ne sono dimenticata >
Cosa?
< Ma sono o non sono tua figlia? Sono mesi che non parliamo come prima, non mi avvisi quando papà non ha la macchina e non mangiamo tutti insieme da quando? Non mi ricordo!>
Detto questo scappo di sopra sono arrabbiata con tutti, ma un suono di notifica del mio telefono mi riporta nella realtà.

1 messaggio non letto.

Da sconosciuto

Hey ...

Eh?

Spazio autrice

Ehm ciao questa è la mia prima storia sono ancora alle prime armi quindi ogni critica è ben accettata.
Beh fatemi sapere se volete scoprire chi è ad aver mandato il messaggio.

Baci.
- Benny

Per Sempre?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora