•Sirius Black• ~Echo~

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Hello, hello
anybody out there?
'cause I don't hear a sound.
Alone, alone.
I don't really know where the world is, but I miss it now.

L'unico rumore che si sentiva era il lento scrosciare della pioggia, al di fuori.

La cella umida, cupa, le ombre sinistre ad ogni angolo.

Le urla dei prigionieri, strazianti attimi di dolore, prima del silenzio.

Non si moriva veramente, si cadeva e basta. Riversi sul lercio pavimento di una cella, come dormienti. Un po' di sangue, l'unica presenza del cambiamento, provocato dallo sbattere della testa al suolo.

Il pane ammuffito, l'acqua sporca e putrida, cibo per i topi, degni compari dei prigionieri.

Topi.

Un topo era anche quello che aveva tradito Sirius e i suoi amici.
Un topo era anche quello che tempo addietro veniva considerato un amico, da chi aveva contribuito ad uccidere.
Un topo era anche un ragazzo, tempo fa. Un ragazzo leale, timido ed impacciato, coraggioso e affidabile.

Un topo era anche Peter, l'essere che Sirius odiava con tutto il suo cuore.

Un cuore nero, come il suo cognome.

Un cuore graffiato, più volte.
Un cuore che, grazie all'affetto dei suoi amici, aveva rimarginato le sue ferite.

Un cuore che, quella volta, era stato frantumato in mille pezzi.

Cuore pieno di speranze, infrante quella gelida sera che fu il 31 ottobre 1981.

I'm out on the edge and I'm screaming my name, like a fool at the top of my lungs.
Sometimes when I close my eyes, I pretend I'm alright,
but it's never enough.

A Sirius non importava nulla oramai.
Non gli importava di dormire, non gli importava di mangiare, non gli importava di bere, non gli importava di vivere.

Tante volte avrebbe voluto lasciarsi andare, semplicemente.
Cedere alle maledizioni, agli stenti, al dolore, al rimorso.

A volte invece sembrava un bambino, si convinceva che tutto sarebbe finito presto, che si sarebbe svegliato; illuminato dalla luce prepotente del sole mattutino, o dalle urla di Lily Evans, che doveva arieggiare la stanza.

Ah Lily Evans, donna ammirevole!

Studentessa modello, amante della lettura, molto coraggiosa e disponibile, tenera ma tenace, dolce ma volitiva.
Una vita fatta di semplicità e di genuinità.
Una vita, che la morte aveva spezzato troppo in fretta, ansiosa di prenderla con sé.

James, fratello, amico, malandrino.
Gli sembrava di sentire ancora le ali del suo boccino frullargli prepotentemente nella testa, o le battute perverse che si scambiavano il sabato sera, rievocando scappatelle notturne con la popolazione studentesca femminile.

Le sue risate fragorose, la sua ossessione per la rossa durata sette anni, la sua passione per il Quidditch, e i suoi capelli perennemente arruffati.

La gioia nell' annunciare il suo fidanzamento con Lily Evans; che, a breve tempo, avrebbe cambiato cognome in Potter.
La tenera goffaggine con cui aveva preso in braccio Harry per la prima volta.

Prove per il concorso "Happy Potter"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora