Capitolo I

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                                                                                    Chapter I

"Sono ingrassato." Dice Louis.
"Smettila di fare l'idiota, cazzo" risponde Niall.
Louis, come l'uomo cresciuto che è, non mette il broncio. Ignora lo sguardo di Niall e le sue mani insistenti, e si limita a colpirsi leggermente allo stomaco.
"Puoi..." comincia Niall, ma Louis non lo lascia finire.
"No. Ho bisogno che tu mi compatisca."
Niall lo colpisce. "Piega. Adesso."
"Ma l'ho già pieg-"
"Di nuovo."
Louis sbuffa, sposta le dita dalla propria pancia e poggia entrambe le mani sul tavolo come gli ha insegnato Niall.
Fissa con espressione neutra il soffitto della stanza degli esercizi mentre prende un respiro profondo. Tre, due, uno, conta nella sua testa – più per abitudine – e irrigidisce i muscoli.
Solleva la gamba, e poi comincia a piegarla, spingendo dalla caviglia alla coscia.
"Bene" dice l'Irlandese in questione, in piedi con le mani sui suoi fianchi nel caso in cui Louis avesse bisogno d'aiuto.
È esasperante, ecco cos'è. Louis è un fottuto adulto. Sua madre gli ha insegnato a camminare approssimativamente ventitré anni prima, e lui è... in pena. Ow, porca puttana...
"Troppo veloce" dice Niall. "Di nuovo."
Louis apprezzerebbe se Niall si dimostrasse meno compiaciuto. Glielo direbbe anche, se non fosse troppo impegnato ad imprecare mentre solleva di nuovo la gamba, avvertendo il proprio ginocchio spostarsi.
"Voglio una gamba nuova" dice, rivolto al soffitto.
Il soffitto, la cui voce assomiglia a quella di Niall, risponde "Impossibile, mi spiace. Fermati."
Louis obbedisce, nonostante si senta umiliato. È ferito, e miserabile, e i suoi vestiti sono bagnati di sudore, perché Niall è un tiranno.
"Non dirmi che dobbiamo fare squat."
"Dobbiamo fare squat." Dice Niall allegramente, allargando i suoi occhi azzurri. "Forza. Ho un altro paziente alle tre."
"Pensavo di essere speciale." mormora Louis, troppo stanco per rispondere diversamente. Si sente in qualche modo sconfitto mentre si appoggia alla parete e rilassa le spalle, abbassandosi e poi rialzandosi lentamente. Non sembra che stia accadendo qualcosa, o che stia migliorando – è lì da settimane, semplicemente bloccato in un ciclo infinito di sollevamenti di braccia e sessioni di squat, e il dolore rimane sempre lo stesso.
"Fa' il tuo lavoro, Louis" dice Niall, gentile, come se potesse ascoltare i suoi pensieri. "Stai andando bene. Le ossa rotte sono guarite, alcune cicatrici sono scomparse, i tuoi dottori dicono che sta andando tutto come dovrebbe..."
"Già" dice Louis piatto, sollevandosi un po' troppo velocemente e facendosi male al ginocchio. "L'ultima volta che ho controllato, stavo ancora camminando con un bastone."
Niall gli rivolge un'occhiataccia. Aspetta che Louis finisca la sua sessione da dieci, poi si riprende la palla, stufo di Louis e della sua attitudine nei confronti della fisioterapia.
Louis si dirige verso il proprio zaino, cercando una maglietta per cambiarsi mentre Niall sfoglia la sua agenda di appuntamenti.
"Che ne dici di martedì?" chiede.
"Va bene." risponde Louis secco, vedendosi già sul divano mentre mangia un bel gelato. Si pente del tono usato non appena le parole gli escono dalla bocca, ma è troppo orgoglioso per ritirarle.
Niente di tutto quello è colpa di Niall — diamine, Niall non è stato altro che d'aiuto dal momento in cui Louis è entrato nel suo ufficio con un paio di stampelle. Lui è solo lì, e accetta qualsiasi cosa dica Louis in silenzio, abituato ai suoi scatti.
C'era un tempo in cui Louis non era arrabbiato ogni momento della giornata. Ora sembra una persona completamente diversa.
"All'una." dice Niall, adesso accanto a lui. " Se arrivi in ritardo, ti farò fare i tuoi esercizi all'entrata. Così vediamo come se la cava qualcun altro col tuo comportamento capriccioso."
"Non son-" comincia Louis, ma si forza a mordersi la lingua. "Non importa. Nessun ritardo. Ho capito, signor Horan."
Niall distende le labbra in un sorriso. Apre le braccia, e Louis accetta l'abbraccio di buon grado, ancora un po' nervoso, ma felice che questa loro abitudine non cambierà.
"Ci vediamo martedì" dice, dando una pacca a Niall. "Grazie."
Scende i gradini uno a uno, ignorando completamente l'ascensore. Il suono del suo bastone che colpisce il pavimento lo segue come un'ombra.

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