Un respiro, una Lacrima

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Che cosa aveva fatto?
Tutti gli urlavano contro e, lo stavano giudicando? non poteva rispondere.

- Zitto! -

dissero in coro con un ghigno malefico stampato in viso... continuavano ad urlargli contro e ad insultarlo... sapeva che sarebbe finita male... non aveva le forze per protestare... l'avrebbero picchiato di nuovo.
Non c'era nessuno pronto ad aiutarlo e questo lo faceva stare male... provò ugualmente ad urlare ma gli uscì un suono strozzato. Come se non avesse più fiato nemmeno per respirare; ma sapeva che anche se fosse riuscito ad urlare nessuno l'avrebbe soccorso. Perché qualcuno avrebbe dovuto aiutarlo? In fondo erano tutti li a guardarlo. Vedeva dei volti, con delle risate sfocate e immobili stampate addosso a ognuno di loro. Pensò di intravedere qualche volto triste o forse dispiaciuto, come se a qualcuno potesse davvero importare di lui. Perfino i suoi genitori lo disprezzavano.

- Ah! -

Gli uscì un urlo smorzato dal dolore e si accorse che aveva iniziato a sanguinargli il naso. Gli avevano tirato un pugno. Aveva un groppo in gola e iniziò a piangere, non riusciva a fermarsi. Le lacrime calde scorrevano sul suo viso e ad un tratto notò di essere da solo... li non c'era più nessuno... solo bianco.
Forse si era immaginato tutto? Sarebbe stato capace di immaginare tutto quel dolore?
Si stava asciugano le lacrime quando sentì una persona, un uomo, che gli urlava contro. Si pulì anche il sangue, che era colato sulle labbra, riusciva a sentire il gusto acre del metallo.
Gli apparve un immagine sfocata come una foto e lo sfondo bianco che si era creato sparì lentamente. Al suo posto apparirono dei ragazzi ... e un insegnante... tutti ridevano, quasi in modo disperato come se non riuscissero a fermarsi.

- merda, di nuovo -
bisbigliò fra se e se. Senza dare retta al professore che lo stava sgridando per essersi addormentato nella sua ora. Gli dispiaceva averlo fatto alterare, gli piaceva Letteratura. Ma in quel momento non era in grado di restare in classe e se ne andò dalla classe, quasi correndo, e scappando via da quelle risate assillanti, che gli rimbombavano nelle orecchie. Era ancora stordito e perdeva ancora sangue che piano piano iniziò a sporcargli la maglia. Stava per crollare.

- cazzo! No non qui...-
cercò di non affaticarsi troppo e con molta difficoltà, riuscì ad arrivare in un bagno. Si appoggiò a un muro e iniziò a cadere lentamente, mentre tutto si faceva buio, si rimise a piangere...

* * * *

Spero vi piaccia è la prima volta che scrivo. Metterò il secondo capitolo domani, poi pubblicherò 2 o 3 volte a settimana. Penso che aggiornerò spesso quando ce ne sarà bisogno.
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