Sono felice, finalmente sembra che la mia vita abbia preso la giusta piega.
Dall'inizio dello scorso anno scolastico, iniziai ad aiutare Frank con letteratura inglese, due volte a settimana ci vedevamo a casa mia per fare i compiti insieme... questa cosa è andata avanti, sempre di più. Arrivò l'estate, e allora ci vedevamo quasi ogni giorno... a volte abbiamo fatto colazione insieme, e quanto mi piaceva incontrarlo prima che la mia giornata avesse inizio. Capitava spesso che mi prendesse in giro gioiosamente, e sempre, dico sempre riusciva a strapparmi un sorriso, forse anche più di uno, in realtà poco a poco è diventato la gioia di ogni mio giorno... lui rendeva belle le mie giornate, anche solo attraverso uno scambio di messaggi. Inevitabilmente mi mi ero perdutamente innamorata di lui. Iniziò l'ultimo anno di liceo, e così ripresero anche i nostri incontri pomeridiani, questa volta però a casa sua, e tra noi adesso si sentiva nell'aria il profumo della nostre emozioni e dei nostri desideri. Un pomeriggio di febbraio mi trovavo in camera sua, fuori dalla finestra di intravedevano i fiocchi di neve cadere giù, lui era sdraiato a pancia in su, con la testa penzolante al bordo del letto, mentre io ero seduta alla sua scrivania, con le gambe accavallate e il libro di letteratura inglese in mano. Da qualche settimana ero obbligata ad indossare degli occhiali da vista, e mi sentivo maledettamente goffa e imbarazzata e a lui questo divertiva un mondo, "la mia professoressa sexy" mi aveva soprannominata, e io adoravo questo suo modo di etichettarmi...non perché mi ritenesse sexy, non perché mi paragonava ad una professoressa, ma perché mi definiva SUA!
"Oh la prego Prof, un attimo di pausa, lei è troppo figa mi confonde le idee" mi disse improvvisamente mettendosi a sedere e sfoggiandomi uno di quei suoi sorrisi che sarebbero in grado di far peccare anche il più santo dei santi. "Smettila di fare lo scemo, siamo all'ultimo anno e non puoi permetterti di distrarti proprio adesso..." poi come se avessi preso coscienza solo allora delle sue parole aggiunsi arrossendo "e poi non sono figa!" " oh si che lo sei, potrai indossare anche maglioni intorno di due tagli più grandi, ma io so come sei...quest'estate a mare ti osservavo uscire dall'acqua con quel costume color corallo e posso garantirti che tu Eléna sei inconsapevolmente bella! Ed io.. ti voglio!". A quelle parole non seppi come reagire, insomma, era evidente ci fosse reciproca attrazione fisica, ma non mi sarei mai aspettata queste parole uscire dalla sua bocca, lui, uno dei ragazzi più popolari della scuola sembrava volesse... proprio me! Poi come svegliatami da una sorta di trance afferai il cuscino poggiato sulla moquet blu notte e glielo sferrai in pieno viso "smettila di prendermi un giro!" gli urlai, lui alquanto sorpreso, ma divertito allo stesso tempo, afferrò lentamente i cuscini dal suo letto a una piazza e mezza, e mi fissò per un istante con aria di sfida "e se ti dicessi che adoro i tuoi leggings color fango che indossi quando facciamo educazione fisica?... ti fanno un culo niente ma.." a quel punto non resistetti più, con prontezza gli lanciai tutti i cuscini che riuscii a prendere dal baule color ebano ai piedi del suo letto, lui di rimando mi afferrò per i fianchi e mi scaraventò sul materasso "vuoi la guerra prof? E guerra avrai!" Urlò catapultandosi su di me, cominciò a farmi il solletico, sentii le sue mani sulla mia vita, la sua bocca stuzzicarmi il collo, e io ormai ridevo con le lacrime agli occhi, cercai di divincolarmi ma lui se ne accorse così, approfittando della sua forza fisica mi intrappolò i polsi al di sopra della mia testa... il suo viso era a pochi centimetri dal mio. Sembrava una scena di quei soliti film sdolcinati, dove tutto scorre a rallentatore prima del fatidico bacio. Ma cavolo, questo era il mio di film. Mi baciò, senza troppe esitazioni, e io mi rallegrai di questo, ero impaziente di assaporare le sue labbra, e adesso che le nostre lingue si muovevano all'unisono riuscivo a percepire l'aroma della sigaretta che aveva fumato mezz'ora fa... Non riuscivo a spiegarmi come quell'odore che tanto mi disgustava adesso mi penetrava i sensi, e io, ma volevo sempre di più... quasi fosse una droga. Non avevo quasi più fiato, e così mi staccai da lui per un attimo... ci guardammo, i suoi occhi sembravano ardere di desiderio. Senza staccare il contatto visivo, infilò una mano sotto la mia felpa bordeaux, un brivido mi percorse e senza accorgermene mi irrigidii, lui si fermò di colpo, intimorito, ma io di rimando poggiai la mano sulla sua, accompagnandolo verso il mio seno. Quando capì cosa stavo facendo, inarco la testa all'indietro e chiudendo gli occhi inspirò profondamente, come se volesse controllarsi, mentre io ero totalmente fuori controllo!