MELODY
Melody stava camminando su e giù per la sua stanza. com'era possibile che, di lì a pochi giorni, si sarebbe fatta una guerra? Era inammissibile. Quanto odiava i demoni! Insomma, lei viveva la sua vita, tranquilla, e di punto in bianco questi vogliono fare guerra? Melody voleva solo mandarli in un certo posto tutti quei demoni...
Il lato positivo era che non sia andava a scuola. Già, da quando di era diffusa la notizia della guerra, tutto il mondo angelico aveva fermato le attività per potersi preparare alla guerra, che cosa stupida. Melody però era un po' curiosa. Insomma, non aveva mai visto una guerra e nemmeno i demoni, quindi magari avrebbe imparato qualcosa di nuovo. Una cosa, la sapeva di sicuro: in guerra bisogna uccidere.
Uccidere.
Uccidere.
Quella parola le risuonava nella testa fin dal primo istante in cui aveva saputo della guerra. Sarebbe stata capace di uccidere qualcuno, benchè esso fosse un demone e quindi un nemico? Certo, lei sapeva combattere, ma per gioco, come passatempo, non con lo scopo di uccidere degli altri esseri viventi come lei. Più si parlava della guerra e più ci pensava. Forse non ne sarebbe mai stata capace. Forse non ce l'avrebbe fatta.
Improvvisamente sentì bussare alla porta. Vi trovò sua madre, che la tirò per un braccio e la condusse alla grande arena, dove di solito si facevano le partite di pallanuvola, dove c'era il grande consiglio angelico riunito e con esso tutta la popolazione del regno. Si azò in piedi il grande capo angelico e parlò.
-Angeli miei. So che per voi l'accettazione di una guerra non è semplice. Uccidere, non fa parte del nostro vocabolario, ma dovremo farci coraggio per poter sconfiggere i demoni. Dobbiamo farlo, per il bene del regno e dei mortali, che là sotto vivono tranquilli le loro vite e si affidano a noi per a loro incolumità. Abbiamo già avviato la produzione di armi e armature, ma il ferro da trasformare in ferro angelico non basta. Dobbiamo, purtroppo, andare sulla terra per rifornirci, e per questo basterà un solo angelo, che si insinui tra gli uomini e riesca a comprare il ferro che poi ci faremo mettere in un luogo desertico, per poterlo andare a prendere. Quindi, angeli miei, mi rivolgo a voi. Chi ha il coraggio e l'onore per poter andare in mezzo agli uomini senza essere riconosciuto?
Il silenzio divampò nell'arena. Nessun angelo era mai sceso sulla terra senza essere lì come portatore di un messaggio e senza quindi essere riconosciuto. Melody guardò i più grandi e saggi angeli, i ragazzi più coraggiosi, ma non uno si alzò ad annunciare a gran voce "vado io". Nessuno. Finchè non vide suo padre alzarsi e volare vicino al grande capo.
Questi gli fece un grande sorriso e lo incitò a parlare.-Grande capo, grandi membri del consiglio e miei compagni angeli. So che la mia proposta potrà sembrare strana e del tutto irrazionale, ma è l'unica nostra possibilità. Mia figlia è nota a tutti come "l'angelo senza ali". Di sicuro è la più simile agli umani, sebbene abbia degli strani capelli, ma ho visto che anche gli umani se li tingono. Perciò dico che la decisione più saggia sia mandare lei a prendere il ferro, datele una possibilità e vi assicuro che non fallirà.
Il grande capo sembrò esitare, poi fece cenno a Melody di avvicinarsi e lei lo fece. La scrutò per un attimo e poi capì che era l'unica soluzione, quindi acconsentì a lasciarla partire. Tutto il regno esultò felice: era la prima volta che Melody veniva considerata da qualcuno. E le piaceva.
E subito partì, con un solo zainetto pieno d'oro e un cambio, per la Terra, il mondo umano. E da lì, cambiò tutto.
JACK
Jack era, di nuovo, ad una stupidissima riunione con suo padre e i malvagi più temuti. Non ne poteva più di tutte queste riunioni pre-guerra. Voleva soltanto farla finita. Uccidere gli angeli e tornare alla sua vita comoda. Punto. Pensava appunto agli angeli, quando per poco non si prese un infarto causato dall'ennesimo urlo di suo padre.
-MA NON POSSIAMO ASPETTARE! DOBBIAMO MANDARE QUALCUNO DAI MORTALI ORA, O GLI ANGELI SARANNO PRONTI E NOI NO!!!!!!!
Odiava quando suo padre si metteva a sbraitare, ma lo divertivano le espressioni impaurite degli altri. Si misero a discutere su chi potesse andare, chi potesse passare inosservato. Dopo un po', Jack, di nuovo perso nei suoi pensieri, si accorse che lo stavano fissando tutti.
-Che c'è?
Suo padre fece un ghignetto che non prometteva niente di buono.
-Jaaaack. Il mio bellissimo figlioletto. Non è che ti andrebbe di andare tu su dai nostri amichetti mortali? Sai, di questi tempi sono tutti codardi.
Jack non voleva andarci. Non ne aveva per niente voglia. Ma era stato suo padre a chiederlo e non poteva rifiutare, o si sarebbe ritrovato nei sotterranei appeso per i pollici per un mese. Ah, gli veniva male soloa pensarci. Così annuì e subito suo padre gli rifilò una mappa, un cambio e uno zaino pieno di minerali di grande valore. Così partì, e da lì, cambiò tutto.
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Il bacio del demone
FantasyAngeli e demoni, si sa, sono in lotta da sempre. Un ragazzo e una ragazza nati male, emarginati dalla loro comunità. Differenze abissali, amore e una guerra. Può davvero l'amore vincere su delle differenze così profonde? Ma soprattutto, può l'amor...