Prologo

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TAURUS

«Selenia, dobbiamo andare!» gridò Taurus, lanciando uno sguardo agitato a Selenia che velocemente cercava di arrangiare un bagaglio di fortuna.

La piccola Diaspro, loro figlia, si stringeva al fianco della licantropa, osservando il padre innervosita. Diaspro era la perfetta unione dei caratteri genetici di entrambi: la pelle appena velata del tocco della notte, occhi viola, elettrici e magnetici come quelli di sua madre e i capelli di un nero fosco, ondulati e setosi. Quella piccola creatura era cresciuta davvero velocemente, ma era comunque una bambina, anche se possedeva una forza e poteri fuori dal comune.

«Non abbiamo tempo per queste stupidaggini!» sbottò ancora Taurus, quando vide la sua compagna cercare il coniglio di pezza di Diaspro. Ma quando la bambina accennò a un singhiozzo spaventato e gli occhi le si riempirono di grossi lacrimoni, il guerriero non poté fare a meno che assecondare i voleri di sua figlia. E forse, almeno è quello che si disse poco dopo, fu per questo suo cedimento che non riuscirono a scappare in tempo dalle mani di quel mostro. Difatti, la macchina sgommava per le strade di New York già da qualche minuto, nella vaga speranza di riuscire a raggiungere il regno di Cynnamon prima che Lui potesse raggiungere loro.

Diaspro si era addormentata in grembo a Selenia che la stringeva possessivamente. Taurus le guardò con la coda dell'occhio, scoprendo lo stesso terrore che attanagliava il suo cuore deformare i tratti splendidi della sua compagna.

«Ce la faremo.» cercò di convincerla e forse di convincersi a sua volta.

Selenia aumentò appena la stretta su loro figlia, chinando il capo per osservarla. In un lampo sembrò farsi più vecchia e stanca di quanto non fosse, ma quando rialzò il capo Taurus scorse ancora una volta tutta la sua fulgida bellezza.

«Sì. Dobbiamo farcela. Siamo stati attenti e veloci.» mormorò lei.

Taurus annuì, incrociando gli occhi gelidi e vuoti del coniglio di pezza di Diaspro.

Non ne era convinto... aveva un pessimo presentimento che però tentava di scacciare di minuto in minuto, assieme alla vocina insistente che gli stava trapanando il cervello. E proprio mentre giravano su per la ventiquattresima strada, qualcosa atterrò sul tettuccio della sua scassata Dodge Gtx, mandandola in testacoda.

Taurus tentò invano di sterzare e di rimettersi in carreggiata quando qualcosa sfondò la lamiera della vettura, entrando nell'abitacolo. La scoperchiò alla stregua di una lattina di tonno, attorcigliando il tettuccio all'indietro, quasi fosse carta. Il tempo sembrò dilatarsi, ma quasi immediatamente riprese a scorrere veloce, soprattutto quando Diaspro si svegliò e le sue grida accompagnarono la cavalcata del suo cuore che per il terrore gli stava esplodendo nel petto.

Preso alla sprovvista, Taurus fece l'unica cosa che gli venne in mente: si allungò verso lo sportello di Selenia, lo aprì velocemente e cacciò entrambe fuori, sperando che la licantropa avesse abbastanza sangue freddo da trattenere loro figlia al petto, evitandole così una brutta caduta.

Poco dopo anche lui rotolò fuori dall'auto, procurandosi diverse ferite all'impatto sull'asfalto. Eppure non rimase a terra per molto. Lesto, si rimise in piedi, pronto a sferrare il suo attacco contro colui che minacciava le loro vite... ma fu quando vide il loro inseguitore trattenere Diaspro tra le braccia, con un sorriso vittorioso stampato sul volto ilare, immerso nel rosso prodotto dall'esplosione della macchina contro un vecchio albero che ogni volontà di ribellione scomparve.

«Ottima scelta, mio vecchio amico.» disse la calamità che li aveva braccati.

Taurus ingollò a vuoto, cercando Selenia con lo sguardo. La licantropa era seduta a terra, contro un palo. Perdeva sangue dalla testa e gli occhi sfarfallavano veloci, in preda a qualche delirio probabilmente.

«Lasciale stare!» ringhiò «Loro non c'entrano nulla. Sono io quello che stai cercando!»

Avvertì i singhiozzi di sua figlia affievolirsi appena. L'uomo le tappava la bocca con la mano destra, il suo pupazzo era divelto, a terra, quasi interamente svuotato dalla bambagia.

Lo stomaco gli si annodò, se quel mostro avesse fatto del male a sua figlia...

«Tu credi? Beh, anche se fosse, in ogni caso servono al mio fine. Non posso lasciarle andare, sono la mia carta vincente!»

«È solo una bambina!» latrò ancora Taurus, stringendo i pugni lungo i fianchi. Il cuore martellava feroce, il sangue ribolliva e la paura per se stesso aveva lasciato il posto all'angoscia per Diaspro e Selenia, la stessa Selenia vittima della malia di quel mostro. Si era distratto solo un secondo e quella creatura era riuscita a soggiogare la sua compagna, friggendole probabilmente il cervello, e a prendere sua figlia. Quanto potevano essere potenti quelli come lui? E quanto era stato stupido a fidarsi di un essere simile?

«Ti prego.»

Cercò di calmarsi, prendendo lunghi respiri. Forse con la diplomazia avrebbe potuto convincerlo.

«Farò quello che vuoi.» continuò Taurus.

L'uomo sorrise, stringendo con forza le dita sul viso di Diaspro che iniziò a divincolarsi.

Scattò ancora prima che il suo cervello riuscisse a metabolizzare ciò che stava succedendo, gridando un "no" accompagnato da una pioggia di pugni che non si attardarono nei convenevoli.

Poco dopo Taurus giaceva a terra, affogando il viso in una pozza di sangue. Sua figlia era inginocchiata tremante vicino a lui, avvinghiata saldamente alla sua felpa. Poco distante c'era Selenia, ancora preda della magia del loro inseguitore.

«Forse ancora non l'hai capito, ma non sei nella posizione per poter patteggiare.» sibilò l'uomo, allungando una gamba verso Taurus, smuovendogli il mento con la punta del piede.

L'ex-hunter aprì lentamente un occhio, biascicando qualcosa tra i denti. La sua mano si mosse faticosamente verso la figlia, tastando il terreno per riuscire a trovarla.

«Mh, ancora cerchi di proteggerla? Non l'hai capito? Non c'è speranza per voi...» Detto questo, l'essere scoppiò in una risata bassa e terrificante. Taurus riuscì ad avvertire solo le mani di Diaspro che si intrecciavano alle sue e le lacrime sulle sue guance, mentre la bambina se le portava al viso.

«Non le farai del male.» furono le sue ultime parole prima di perdere definitivamente i sensi.

NocturnalNocturne ANTEPRIMA (DW Saga #03)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora