Capitolo 10 - Accidentally in love

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Justin si sistemò la cravatta guardandosi allo specchio incerto su quello che rifletteva. I capelli non volevano restare al loro posto, la cravatta non si decideva ad annodarsi e iniziava a sudare. 
Si ricordò di quando, tempo prima, stava per sposarsi. Non era così agitato, il suo cuore ardeva ed esplodeva nel petto a ritmi inimmaginabili. In quel momento, però, pensava solo ad una cosa: era la scelta giusta? Sposare Brian, era la cosa più giusta da fare?
Stanco di provare inutilmente a chiudere la cravatta, si lasciò abbandonare sulla poltrona di quel piccolo soggiorno a lui riservato prima del matrimonio, Brian era in un'altra stanza, di sicuro a fumare e a bersi qualche drink. E se questa volta fosse stato lui ad abbandonare la cerimonia? Se non lo voleva più sposare?
Si costrinse a darsi un piccolo schiaffo sulla guancia, arrossandola. Doveva smetterla di avere quei pensieri in testa, tutto sarebbe andato per il meglio, quella era la decisione giusta per loro. Non poteva accettare per la seconda volta la proposta di Brian e poi ripetere lo stesso errore di abbandonarlo. Ricordava chiaramente ciò che era successo in quegli anni, i momenti di sconforto e solitudine, la tristezza per i ricordi che bruciavano nella mente e gli provocavano un forte dolore al petto. Il rimpianto di non aver potuto dare di più a quel magnifico ragazzo che per lui aveva accettato di cambiare. 
Sentì qualcuno bussare alla porta e con voce sommessa acconsentì l'accesso alla sua gioia privata. Sua madre entrò dalla porta e gli sorrise raggiante, guardando il proprio figlio durante il suo grande giorno. 
- Sei pronto tesoro?
Justin la guardò a lungo negli occhi, sperando che lei non cogliesse l'incertezza che li attraversava, ma si trattava di sua madre e lei captava sempre tutto. Infatti, lei si sedette sul bracciolo della poltrona e lo guardò con fare rassicurante, materno.
- A quanto posso vedere sei molto agitato, ma non devi preoccuparti. Tutti prima del proprio matrimonio hanno dei dubbi, dei ripensamenti, ma è una cosa del tutto normale Justin. Anche se è la persona che ami di più al mondo e sulla quale non hai mai avuto dubbi.
Il ragazzo fissò sua madre e si lasciò cullare da lei, come se fosse l'ultima volta in cui era possibile che lei lo facesse. Prima che lui diventasse definitivamente un uomo sposato e, quindi, adulto.
- Grazie mamma.

Brian guardava fuori dalla finestra il panorama che si apriva di fronte a lui, un'immensa distesa di verde cosparsa da diversi tipi di alberi, un cielo chiaro con poche nuvole in cielo e una leggera brezza leggera che gli muoveva i capelli. Gettò la sigaretta fuori dalla finestra e vi rimase appoggiato a guardare il panorama, tranquillo e pacato come mai nella sua vita. Quello era il suo grande giorno, finalmente i giorni di  Brian il Ruba Cuori stavano volgendo al termine, lasciando posto ad un uomo diverso, consapevole della sua capacità di amare e di essere amato incondizionatamente. Per la prima volta nella sua vita, si sentiva leggero come una piuma. Non aveva preoccupazioni, non aveva pensieri distorti, osservava il suo futuro davanti a sè senza la paura costante. 
Si voltò verso la stanza e si mise seduto al tavolo, stanco di aspettare che giungesse l'ora del suo matrimonio. Senza bussare entrò Linz nella stanza. Indossava un vestito non troppo ampio con la gonna che arrivava all'altezza del ginocchio, di un meraviglioso color porpora. Era davvero bellissima e lui era contento che tutti loro fossero lì. 
- Ciao Brian, come ti senti? Sei pronto a diventare un uomo fedele? Un gay come tanti?
Brian la baciò e le sorrise, facendola sedere accanto a lui.
- Non diventerò mai noioso come te e Mel, nemmeno da sposato. Vi ricordo che io sono pur sempre Brian Kinney. Non un gay qualunque.
Linz rise e lo abbracciò a lungo, stringendo le braccia attorno alle sue spalle e poggiando la fronte nell'incavo del suo collo. Il ragazzo ricambiò, muovendo delicatamente la mano sulla schiena dell'amica su e giù. Si stava sposando davvero, mancava una mezz'oretta alla cerimonia e c'era quasi. Sentì finalmente il cuore sciogliersi all'interno del suo petto.

Emmet stava dando gli ultimi ritocchi all'arco posto in giardino, avvolgendolo con delicate campanule bianche. Le sedie erano sistemate davanti, in perfetto ordine, e decorate con variopinti fiori di mille tipi. Ted gli si avvicinò e ammirò il suo capolavoro, tutto era perfetto ed ogni cosa era al suo posto: sembrava un matrimonio perfettamente etero.
- Complimenti Emmet, hai fatto un gran capolavoro. 
- Grazie Teddy, sono fiero di me. Prima o poi qualcuno farà tutto questo per me.
- Non contarci troppo.
Risero insieme guardando il prato che si stendeva davanti a loro e tornando, poi, all'interno della cascina insieme agli altri amici. C'erano lunghi tavoli di stuzzichini e cocktail, dove gli invitati si erano soffermati a chiacchierare, aspettando che il matrimonio avesse inizio. Tutto, in quella gioranta, sembrava andare per il verso giusto. Non c'era stato alcun problema improvviso, la cosa suonava strana. Però era anche vero che non c'era un'effettiva sposa che sclerava, che richiedeva cornetti alla crema, che si sentiva grassa, che aveva ripensamenti sull'ex ragazzo. Sembrava una giornata perfetta. 

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