6. Lettera

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"Caro Link,

O meglio, Link, stupido ragazzino presuntuoso venuto dal cielo, che dovrebbe farsi i fatti propri e mostrare riconoscenza per chi lo ha lasciato in vita. Così va meglio. Ti scrivo questo in modo che, dopo la mia morte, tu possa sentirti male. Perché davvero, io voglio che la mia morte ti perseguiti in eterno, come un'ombra scura alle tue spalle.
Lo vuoi sapere come ti farò pentire?
Semplice, molto semplice.
La prima volta che ci siamo visti, Link, io mi sono trovato davanti all'occasione di ucciderti. E non l'ho fatto, non l'ho mai fatto, nemmeno in seguito. Perché?
Non lo so.
Sarebbe stato così semplice, eppure non ci riuscivo. Ti ricordi di quella piccola tregua? Quando tu mi hai chiesto di smetterla di giocare con te? Quella volta siamo rimasti nel tempio della terra, l'uno davanti all'altro, entrambi sconfitti, perché nessuno riusciva a fare del male all'altro. Eri un maledettissimo ragazzino buono a nulla, diventato un eroe grazie ad un pezzo di metallo.
Perché mi hai abbracciato, quella volta?
Perché mi hai detto che volevi che io smettessi di giocare e che ti mostrassi chi ero davvero?
Tu volevi la lealtà, tu volevi che il nostro fosse un rapporto dolce e carino, in cui noi ci saremmo scambiati baci e abbracci, volevi la tenerezza di qualcuno che non ero io.
Io non voglio la dolcezza. Io ti odio, ti odio dal profondo del mio cuore. Però dall'altra parte non posso starti lontano in nessun modo.
Il filo del destino ci lega, Link, se io muoio, la tua anima muore con me

Ghirahim, re dei demoni.

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