Sentivo un dolore atroce, proprio dove tenevo la mia mano destra sul cuore. Le mie gambe iniziarono a cedere, tutto davanti a me smise di muoversi, la musica che riempiva l'intera palestra, era solo un leggero e lontano sottofondo che piano piano si volaterizzò. La mente iniziò a svuotarsi, davanti a me vidi occhi pieni di agitazione, persone correre a rallento come se fossero controllate da un telecomando. Cedi direttamente sul freddo pavimento, la mia vista iniziò a mancare e tutto davanti a me divenne nero fino a svenire. È proprio quando si crede che sia tutto finito,che tutto comincia. Cosi diceva Daniel Pennac.
Per quanto ti sforzi a rendere la tua vita perfetta, ci sarà sempre qualcosa che impedirà la tua felicità, e di felicità ne ho persa abbastanza. Autodistruggersi non è servito a molto, cercavo solo un punto di riferimento. urlavo in silenzio, mai nessuno si è accorto di quanto soffrivo dentro. Da quando sono nata i miei genitori hanno mostrato il loro affetto con oggetti, cellulari, borse firmate, abiti di ultima generazione, macchine di lusso. Ma non hanno mai capito che il "tempo" è il miglior regalo che si possa fare. Niente torna indietro e tanto meno il tempo perso. Se c'è qualcosa che temmo di più: e sapere che oggi ci siamo, mentre domani no.
Fissavo il vuoto davanti a me, una leggera luce illuminava la piccola camera che mi circondava. Ero sola, come l'ho sono sempre stata in 17 anni di vita. Andando avanti con la vita, sono riuscita a costruire una corazza dentro di me, ero forte si, la piccola Cherryl sta crescendo, cosi dicevano le persone. Nessuna lacrima versata, solo rimpianto e tempo perso ormai.
"Come va oggi Cherry?.- una voce delicata riempi l'intera camera.Non mi voltai, restai sempre con lo sguardo puntato sulla finestra dove alcuni uccellini cinguettavano
"Bene.- Risposi con un filo di voce. nessuna emozione trappelava la mia voce.
Mi accarezzo un braccio, l'ha guardai e vidi una donna stanca ma che dava il massimo per i suoi pazienti. I suoi capelli neri e corti come la notte, le davano un aria dolce.
"Cherry solo l'infermiera Lezzy. sai dirmi cosa è successo? ricordi qualcosa.- disse sempre accarezzando la mia mano. Mi voltai verso la finestra, poi verso l'infermiera.
"Ho pochi ricordi di come sia successo.-
Non volevo essere un peso per la mia famiglia, d'altronde non si sono mai scomodati di disdire nessun impegno di lavoro nemmeno quando avevo 5 anni, mi lasciarono a casa da sola. Continuarono a cambiare baby sitter come se fossi imperfetta. Sono cresciuta con più facce sconosciute che con l'amore di una madre. Amore? non so che vuol dire quella parola. spriggiono i miei sentimenti in odio, e per la più delle volte sono nomita la viziata egoista ragazzina popolare che ha sempre avuto tutto, ma non hanno mai capito che loro avessero la cosa che a me è sempre mancato.
"Abbiamo avvisato i tuoi genitori, ma sono in rintracciabili.- disse l'infermiera mortificata
Sgranai gli occhi. Non può essere per per un dolore chiamino i miei genitori.
Mi alzai dal letto e mi accorsi di non portare più la divisa da cherladeer, ma un pezzo di stoffa. L infermiera fissava i miei movimenti non capendo dove volessi arrivare
"Sto bene! non c'è bisogno di avvisare i miei genitori.- dissi con voce odiosa cercando la mia divisa. E un dolore al braccio improviso fecce storcere le mie labbra
"Non stai bene!.- urlo l'infermiera afferrandomi un braccio
"E' solo un fastidioso dolore.- dissi fulminandola con l'ho sguardo.
E invece no, era un fastidiossimo dolore attroce che mi bloccò l intero braccio.
"Tra poco passerà il Cardiologo a visitarti.- disse con aria sconsolata
" Ma che è la giornata passiamo a visitare Cherry oggi?.- sbottai infastidita guardando al trove. Lezzy spostò l alta della flebo per poi rivolegermi uno sguardo fulminante. Fecci un sospiro e cercai il mio cellulare.
"Cerca di stare buona, sei sotto la mia responsabilità.- disse con voce più dura. alzai lo sguardo dal cellulare a puntarlo al suo " nessuno glie l ha chiesto.- tornai a fissare ill cellulare che tenevo fra le mani. fecce dei passi per avvicinarsi "Cherry.- mi richiamo ma non la guardai " Cherry per favore.- continuo. "Cherry guardami!.- mi urlò al punto di rimbalzare dal letto "Non sei la prima ad arrivare in ospedale da sola senza la presenza di un genitore!.. o per lavoro o per altro sono sotto la mia responsabilità che ti piaccia o no!.- sbottò per poi andarsene. "Ma si vai a fare i tuoi doveri.- sbottai quando mi lasciò sola a risflettere con la mia solitudine, ma io qui dentro non ci sto!.
Camminare per l'intero ospedale cercando di passare in osservata era un impresa difficile sopratutto con una divisa come la mia. molte persone mi passarono affianco, ma non fecero caso a me. arrivai all'uscita pronta a saltare di gioia quando
"Signorina dove credi di andare?.- una voce che conoscevo abbastanza bene mi fecce fermare. Temevo a voltarmi, non volevo incontrare lo sguardo assassino di Lezzy sopratutto dopo avermi presa a urla. Deglutì sonoramente, mi voltai e mostrai un sorriso falso "Lezzy stavo andando giusto al bar che si trova vicino.- dissi cercando di essere il più credibile possibile. Sospirò "Andiamo, il dottor Dominik ti sta aspettando.- alzai gli occhi al cielo "Va bene.-dissi con aria arresa
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Cherry- Wattys2016
Teen FictionAvete presente quando nella tua vita hai tutto e pensi che niente e nessuno potrebbero distruggerti la tua felicità? Bene, Cherry Leson 17 anni è al quarto anno dell High school di New York. Capitana delle cheerleader ma con un caratteraccio da far...