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Il nulla. Fu quello che trovai sul muro. L'ultima strofa era la mia.
Ci rimasi alquanto male, così tanto che sentii un nodo alla gola.
Mi sedetti di nuovo con la schiena poggiata al muretto e strinsi le gambe al petto, poi nascosi il viso tra queste.
Stesi le gambe e subito dopo le incrociai, appoggiai la testa al muro e a occhi chiusi respirai profondamente l'aria fredda di fine ottobre, piano li aprii e guardai l'erba di quel verde accesissimo davanti a me. Amavo quel posto, anche se era dentro scuola. Era il retro dell'edificio e nessuno passava mai di lì, era un posto dimenticato da tutti, ma era così bello. Dopo qualche minuto scorsi una margherita, lì, in mezzo al verde, da sola. Sorrisi, mi ricordava un po' me stessa.
"Ehi Jeed, è suonata la campanella" distolsi lo sguardo dal prato ed eccola lì, la mia migliore amica che era venuta a chiamarmi. Doveva essersi accorta del mio sguardo un po' triste, perché si sedette accanto a me e sfiorò il muro con due dita, leggendo quello che c'era scritto, poi mi guardò. "Non ha risposto?" "No..." poggiai istintivamente il viso nell'incavo del suo collo quando mi abbracciò, e mi lasciai stringere da lei, l'unica che sapeva tutto di me. "Risponderà" "mh" la mia migliore amica mi aiutò ad alzarmi e tornammo in classe.

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