Dopo aver salvato Lena Luthor e beh, anche lei ti ha salvato il culo, hai decisamente bisogno di un drink. Non hai molti posti dove andare. Noonan's in questo momento è affollato e, per tua sfortuna, è il bar preferito di Kara. Alla fine, ti dirigi verso Emerald's, un gay bar dove i drink sono economici e, cosa più importante, i baristi non cercano di avvelenarti. Come suggerisce il nome, Emerald's è principalmente decorato di verde. Sei sorpresa che i dipendenti non indossino quel colore che ti ricorda un leprecauno. E la tua intuizione non è sbagliata perché senti il proprietario, o l'unica persona vecchia abbastanza da possedere qualcosa di più di una giacca di pelle, bisbigliare qualcosa con un forte accento irlandese. Ti avvicini al bancone e ti siedi su uno sgabello verde acceso, chiedendo alla barista dalla generosa scollatura di prepararti uno scotch. Una volta servita, inizi a bere lentamente, lasciando che il liquore ti bruci piacevolmente la gola e sentendo la tua forza ritornare. Sei così immersa nei tuoi pensieri da non sentire i passi di una donna alta che si siede vicino a te. Una voce roca e femminile ordina lo scotch più caro esposto in vetrina e sei sbalordita perché sai che costa più del tuo stipendio. Ti giri verso di lei e, in tutta la sua altezza, Lena Luthor appare. Un sorrisetto attraversa le sue labbra e puoi dire che è soddisfatta perché ti ha colto di sorpresa.
"Miss Luthor, a cosa devo questo piacere?" Dici finendo il tuo drink e osservando il ghiaccio nel tuo bicchiere, ormai vuoto. Il tuo sguardo ritorna sull'alta figura, osservandola con maggior attenzione. La sua pelle lattea è illuminata dai neon verdi, mettendo in risalto i suoi capelli neri e i suoi occhi verde smeraldo. Puoi solo ammirarla perché non hai il coraggio di fare altro. Forse un bicchiere di scotch non è abbastanza. Ne ordini un altro e inizi a sorseggiarlo, sentendo il liquido bruciarti piacevolmente la gola.
"Avevo bisogno di un drink, agente Danvers. Uccidere un uomo non è esattamente una cosa meravigliosa, è contro la natura umana. E tu lo dovresti sapere bene." Il tuo cuore si appesantisce appena senti queste parole. Nel profondo della tua anima, sai che Lena Luthor ha ragione. La tua prima uccisione non è stata facile, hai pianto per più di una settimana e quando hai ucciso Astra, hai sentito la tua anima lacerarsi perché era la zia di Kara. L'atto in sé stesso non ha causato questo ma è stato un effetto dell'espressione di Kara. Finisci di bere il tuo drink in un grande sorso e la tua vista inizia ad appannarsi ma, in cambio, il coraggio riempie il tuo petto.
"Sì, lo so bene. Dimenticati dei proiettili, siamo qui per divertirci. Mi sbaglio, Lena?" Il tuo coraggio è decisamente aumentato e posi le tue mani sui fianchi dell'amministratrice delegata. Nessuno ti nota, la barista se n'è momentaneamente andata. Occhi marroni incontrano i verdi e tu non puoi più resistere. Le tue labbra si uniscono alle sue e ti aspetti uno schiaffo in ritorno ma non arriva mai. Lentamente, Lena ricambia il bacio e tu gemi non appena lo approfondisce.
"Non ti sbagli, Alexandra. E come hai appena detto, siamo qui per divertirci." Il tuo cuore perde un battito quando la senti dire il tuo nome in quel modo e con un leggero accento irlandese. Una brezza fresca sfiora il tuo viso, segno che ti trovi fuori dal bar. Senti Lena mormorare qualcosa e dopo un momento, un taxi è di fronte a te. Forse hai perso conoscenza per qualche minuto. Hai appena realizzato che ti trovi fra le braccia della mora e arrossisci leggermente, fatto non notato perché le tue guance sono già paonazze per i drink. Sciogli quello che sembra in tutto e per tutto un abbraccio ma continui ad appoggiarti a lei, sentendo sotto i tuoi piedi di frammenti di vetro dovuti a qualche birra gettata da qualche cliente ubriaco, che ti sorregge senza alcun tipo di problema cingendoti la vita con un braccio. A quel contatto non aspettato, istintivamente contrai gli addominali come se dovessi difenderti. Lena, in risposta a quel gesto, te li graffia leggermente e trattieni il fiato pur di non emettere un verso. Un passo dopo l'altro, raggiungete il taxi e urli al conducente l'indirizzo del tuo appartamento o almeno ti sembra di farlo. I tuoi sensi sono decisamente amplificati e riesci finalmente a capire cosa prova tua sorella semplicemente vivendo sulla Terra. I tuoi pensieri vengono spazzati via da calde labbra e da lunghi capelli corvini sul tuo collo e ti lasci trasportare dalla sensazione. Non fai neppure caso agli sguardi decisamente interessati del tassista perché, in quel momento, ti dimentichi di qualsiasi cosa all'infuori di voi due, Kara e DEO inclusi. Sei talmente concentrata dal calore emanato da esse, che ti desti bruscamente non appena inizia a mancare. Un paio di occhi verdi ti guardano divertiti e la bocca della sua proprietaria si curva in un sorriso.
"Agente Danvers, la corsa è finita. Vuoi che vada o continuiamo il discorso che avevamo interrotto?" Guardi fuori dal finestrino e noti il tuo complesso di appartamenti, riconoscendo il tuo dalla finestra che lasci aperta per Kara e soprattutto per il contrasto con quelli illuminati a giorno. Ti riscuoti dalla quiete donatati da quella vista e afferri un polso della donna dagli occhi color smeraldo, trascinandola fuori dal taxi. Prima che tu la possa tirare ancora, la vedi porgere al tassista un biglietto da cento dollari, non preoccupandosi di farsi dare il resto. Impaziente, la tiri a te con forza e correte nel condominio, passando di fronte al portiere che vi guarda incredulo, soprattutto perché non hai mai portato nessuno nel palazzo, soprattutto una donna. Non ti soffermi poi così tanto su quella riflessione, ma entri nell'ascensore e premi il pulsante del terzo piano, osservando le porte che si chiudono di fronte a te. La tensione fra voi due è palpabile ma nessuna si azzarda a muovere un muscolo, nonostante le note iniziali di S&M di Rihanna che decisamente non vi facilitano la situazione e, ciò che vi salva, sono proprio le stesse porte in acciaio che vi hanno rinchiuso e che si aprono su un corridoio in penombra. Mettete piede in esso e, tutto ciò che sembrava essere svanito nell'ascensore, divampa più che mai. Vi dirigete di fretta e quasi inciampando verso la porta del tuo appartamento e impaziente cerchi le chiavi di casa ovunque, naturalmente non trovandole e non ricordando dove tu le abbia messe. Sussulti non appena senti due mani stringere il tuo sedere dopo essersi infilate nelle tasche posteriori dei tuoi jeans. Ti giri verso la loro proprietaria, che le fa dondolare sorridendo, soprattutto perché nota su di esse un portachiavi argentato della casata degli El. Con una coordinazione e una precisione decisamente superiore alle tue, almeno in questo momento, le infila e fa scattare la serratura, per poi riprenderle e posarle in una ciotola che si trova nell'ingresso del tuo appartamento. Ti tira dentro afferrandoti per il colletto della camicia a quadri e ti bacia bruscamente, facendoti gemere. Istintivamente, chiudi la porta con il tallone e afferri Lena per i fianchi, sollevandola e facendola sbattere contro il portone blindato, cosa che le fa stringere le gambe attorno alla tua vita e premere i talloni sulla parte bassa della sua schiena. Muguli di dolore a quel contatto, non avete infatti calcolato i tacchi a spillo che la donna d'affari indossa e che, con un elegante movimento delle gambe, provvede a togliere. Riprende il bacio interrotto poco prima e, man mano, le sue labbra percorrono tutta la lunghezza della mascella fino ad arrivare nei pressi del collo e, senza preavviso, le mordi il lobo dell'orecchio venendo ricambiata dal suo respiro che inizia a farsi più corto.
"Per quanto non mi dispiaccia prenderti qui, credo che il letto sia più comodo. Non trovi?" Le lasci andare la cartilagine dell'orecchio e ti allontani dalla porta, facendo mancare il contatto della schiena di Lena su di esso. Per evitare di farla cadere, le afferri il sedere e, in tutta risposta, le sue labbra si posano sul tuo collo, baciandolo lungo il percorso della giugulare. Devi ringraziare l'addestramento del DEO, perché le tue ginocchia cedono leggermente ma non abbastanza da farti cadere.
STAI LEGGENDO
So Green
Fanfiction{AgentCorp-Alex/Lena Smut} Due donne in un gay bar irlandese e una bottiglia di scotch. "Avevo bisogno di un drink, agente Danvers. Uccidere un uomo non è esattamente una cosa meravigliosa, è contro la natura umana. E tu lo dovresti sapere bene." I...