3. momenti silenziosi

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ci incamminammo verso la porta di uscita seguiti dagli amici, superata la porta la scuola dava sul bosco della città dove entrammo e jase guidò il gruppo senza problemi fino ad arrivare davanti ad una grandissima quercia. All'inizio non capii ma poi notai pendere dal lato dell'albero una scala a pioli e mi illuminai. Una casa sull'albero!  fin da piccola ne ho sempre voluta una ma non ho mai avuto ne il tempo ne le capacità per costruirsene una.
j: su sali!
disse ammiccando, io non riuscii a trattenermi e inizia a salire sentendomi il suo sguardo addosso. arrivai in cima e mi sorpresi di quanto grande fosse:
M:o mio dio  l'avete fatta voi
tutto ad un tratto jase si fece scuro in volto e disse:
J:no.io  e mio padre.
non ci feci molto peso e notai un puffo, senza pensarci due volte ci saltai sopra e notai delle patatine su cui mi  fiondai in un attimo.
uno dei suoi amici disse:
Thomas: insomma si è trovata a suo agio!
tutti scoppiarono a ridere e si misero su un divanetto di fronte a me, tranne jase che brusco rispose:
j: vado a fare una passeggiata
io decisi di andargli dietro nonostante non sapessi dove andare ne  del perché fosse arrabbiato con me.
scesi dalla casa sull'albero ma  non lo vidi, iniziai a muovermi più in fretta per cercare di recuperarlo seguendo i rumori che sentivo. Ad un certo punto notai che i movimenti si erano del tutto stabilizzati dietro un cespuglio, mi chiedevo il motivo di fare tutta quella strada però avanzai e con grande macabra paura notai che era un coniglio. dove mi ero cacciata... oramai saranno state le sei e iniziava a fare buio...andai in panico, cercai di tornare indietro ma non trovai la via, di jace non c'era traccia, ogni  sentiero era uguale all'altro non c'era via di uscita...avevo paura.

ti aspettavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora