«Pensi di volerla aprire?» chiese Sherlock quella sera, una volta che Mary ebbe lasciato il loro appartamento.
John non rispose.La sua voce ruppe il silenzio circa mezz'ora dopo: «Posso stare da te?» fece «Giusto qualche giorno».
Non aveva il coraggio e le forze per guardare l'amico negli occhi.
«Ovviamente. Questa è casa tua»
John alzò lo sguardo verso Sherlock, che gli concesse uno dei più bei sorrisi che il militare avesse mai visto: ne aveva bisogno. Così come aveva bisogno dell'abbraccio che si scambiarono, su iniziativa di Sherlock, poco dopo.«Non credere che ti abbia perdonato. Noi due ancora dobbiamo chiarirci»
«Facciamolo allora. Che cosa dobbiamo chiarire?».
John lo fissò per qualche istante.Le sue uniche parole furono:«Andiamo da Speedy's», così, prese il giubbotto e uscì da quel vecchio appartamento.
Sherlock non si fece aspettare.«Un the, grazie»
«Subito signore.»I due si fissarono. Erano al tavolo vicino la finestra. Il loro tavolo.
John, per la prima volta, si preoccupò di osservare Sherlock. Non lo aveva mai fatto prima, ma in quell'occasione era necessario.«Allora, aprirai quei file?»
«Perché ti interessa così tanto?»
«Per sapere se sei felice.» sentenziò.John lo guardò in modo interrogativo, non riusciva ad afferrare le idee dell'amico.
«Il punto è questo: se sei felice della vita che stai vivendo, con Mary, lavorando alla tua clinica e vivendo lontano da Baker Street, sono certo che non la aprirai; farai passare qualche settimana e poi la perdonerai tornando alla vita che tanto ami. Ma se non fosse così,» deglutirono quasi nello stesso istante. «se ti mancasse risolvere crimini con un sociopatico, se ti mancasse Baker Street, la tua poltrona, la signora Hudson... ed io,» il riccio fece una piccola pausa, attento alle reazioni del compagno «allora, guarderai quella pennetta avendo così una scusa per tornare a vivere come facevi fino a tre anni fa, quando...» si bloccò, avrebbe preferito passare una giornata intera col fratello piuttosto che toccare quell'argomento.
«Va be, hai capito no?»
«Sì Sherlock, ho capito.»
«Perfetto. Adesso non resta che capire quale vita preferisci. Cosa ti manca di più, John?»
Quest'ultimo alzò lo sguardo verso gli occhi di ghiaccio dell'amico.
«Tu» disse soltanto. In effetti, non c'era altro da aggiungere.Tacquero qualche minuto, ma non per l'imbarazzo. John era più rilassato dopo aver risposto in quel modo alla domanda dell'amico nonostante ancora fumasse di rabbia, ma si stava piano piano calmando; mentre, invece, Sherlock, una volta elaborata la risposta di John, fu invaso da un'ondata di felicità sapendo di poter tornare a vivere come prima.
Attribuiva a quell'inaspettato gioioso umore soltanto il fatto di poter ritrovare un amico, non riusciva a pensare ad un altra ragione, per il momento; ma, col tempo, capì meglio.
«Quindi ritornerai definitivamente a Baker Street?» domandò Sherlock salendo le scale del 221b insieme all'amico.
«Sì!» annunciò felice l'altro «Se per te non è un problema, ovvio.»
«Scherzi?»John rimase stupito: pensava che l'amico non conoscesse nemmeno quel verbo. «O-ok, ehm, grazie allora» ed entrarono nell'appartamento.
Anche senza darlo troppo a vedere, John era più che entusiasta di come si fosse risolta la questione, come Sherlock d'altronde.
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Per Sapere Se Sei Felice ~ Johnlock
FanfictionJohn ha appena scoperto la verità su Mary e tornando a Baker Street, quest'ultima gli lascia la chiavetta con scritto AGRA sopra. Parlando con Sherlock, viene fuori una realtà che molti si aspettavano e che moltissimi volevano sentire... Come andrà...