Stavo fuggendo dai miei demoni e sono precipitata in un abisso più profondo. Stavo scappando e sono finita imprigionata in un vortice che mi teneva stretta a se, era come una calamita e senza accorgermene mi stavo avvicinando così tanto che alla fine, nonostante mi fossi resa conto del pericolo, decisi di rischiare tutto. Inizialmente cercai diverse volte di scappare, ma non fu facile, ciò che lasciavo diventava sempre maggiore tanto che alla fine non potei più abbandonare ciò che avevo perché quello che avrei lasciato sarebbe stato il mio cuore, già in brandelli di suo non sarebbe sopravvissuto ad un uragano. Ma io l'uragano lo guardai negli occhi, lo guardai avvicinarsi con la sua camminata veloce, con i suoi occhi verdi come il bosco al mattino e cupi come la notte, lo vidi sorridermi con quelle due fossette su cui mi ritrovai più volte ad infilare il dito, la voce rauca, i capelli indisciplinati che andavano su tutte le direzioni ed il suo costante malumore. Lo guardai avvicinarsi a me, lo guardai ricompormi pezzo dopo pezzo per poi spezzarmi con le sue stesse mani, lo guardai mentre si appropriava delle macerie che avevo nel petto e farle sue,lo guardai mentre gli imploravo di smetterla, lo guardai andarsene con la stessa velocità con cui scrisse il suo nome dentro di me. Non dirò mai che lui non mi amò, perché sarebbe una bugia, lui amò me come nessuno mai, lo fece senza rendersene conto, mi disse di amarmi ed io accolsi le sue silenziose parole come il segreto più grande che avessi mai custodito. Ricordo quando confessò ciò che provava: era notte, ed io non sapevo dove stessi andando, camminavo e ammiravo la luna in cielo, era così luminosa da illuminare l'oscurità ed io l'invidiai perché nonostante fossi circondata dalle tenebre non riuscivo ad essere luminosa come lei, piansi guardandola e immaginai come sarebbe stato affiancarla ogni notte, mi sarebbe piaciuto essere una stella. Arrivai in una piccola stradina dove nessuna voce osava interrompere la melodia silenziosa che alleggiava nell'aria, ma non tutti sembravano della stessa opinione, lui non sembrava della stessa opinione. È sempre stato così, gli scorreva la tragedia nel sangue, era un ribelle ed io mi ritrovai a fare la guerra con il guerriero per eccellenza e si sa come finisce in questi casi, si finisce per perdere tutto, perdi te stessa come prima cosa. Lo vidi a terra con una bottiglia di bourbon ed uno sguardo perso, vidi i suoi occhi rossi da cui scendevano lente lacrime che rigavano il suo bellissimo volto, era un angelo caduto dal paradiso, così mi ritrovai a piangere insieme a lui, ogni sua lacrima faceva l'amore con le mie. Non so quanto tempo passò con me che lo fissavo e lui con il suo sguardo verso il cielo, ma dopo quelle che sembrarono ore mi guardò e lì fu la fine, lì vinse per la prima volta. "Sei qui per salvarmi?" fu la prima cosa che mi disse.
No, non posso salvarti. Ma se vuoi possiamo cadere insieme, se vuoi ti accompagno nel tuo abisso, se vuoi io ti tengo la mano e andiamo via insieme.
"No" dissi semplicemente. Continuammo ad urlarci con gli occhi tutto ciò le nostre bocche non ebbero il coraggio di esordire e lui mi fece vedere cosa aveva dentro, ebbi così tanta paura che mai, prima di quel momento, era così triste che le mie lacrime sembravano non cessare più. " Sei qui per uccidermi?" Disse ancora.
No,non ti ucciderò. Sei tu che ucciderai me.
"No" risposi.
"Vai via, fallo ora, che poi è troppo tardi." Disse tornando a guardare il cielo.
Io resto, sarai tu ad andare, volerai via, due corpi vuoti e freddi non possono che allontanarsi ma ora fa si che io curi le tue ferite, così che potrai andare via, così che potrai sorridere perché sei bellissimo quando lo fai e non avere paura non dirò a nessuno quello che so.
Andò via come promesso e di quella via non rimase che la sua bottiglia di bourbon in mille pezzi che quasi si confondevano con i miei; rimasi io con più ferite di prima e il suo odore che iniziava a sbiadire. Non sapevo più nulla di lui, era solo un tatuaggio indelebile sulle mie ossa. Sapevo però, che mi amava ovunque lui fosse in questo momento, con chiunque lui fosse; io lo sapevo: lui amava ed amerà sempre me ed è questo che mi portò a lasciarlo andare.
STAI LEGGENDO
La biblioteca dei segreti
FanfictionCi nutriamo di paura e segreti, siamo animali in una gabbia fatta di paure. Passiamo l'intera esistenza alla ricerca di qualcosa in più, qualcosa che possa bastarci, quando il vero problema siamo noi; siamo fragili e annullati dalla paura di sapere...