casa

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Rimango solo, non avendo niente da fare, decido anche io di tornare a casa, esco così dalla sala dello sviluppo e arrivo alle ascensore, mentre lo chiamo con il pulsante poso il camice dell azienda nel appendi abiti, chissà come mi sgriderebbe il signor Parado se lo portassi fuori di qui!
L'ascensore arriva, mi introducono dentro e premo il pulsante del piano terra, la porta di chiude ed inizia a sentirsi una canzone di musica classica, questa volta la canzone è un pezzo di Vivaldi, non faccio in tempo ad ascoltarla tutta che l'ascensore arriva a destinazione aprendo la via d'uscita, esco e noto che è la segretaria questa volta a salutarmi."Salve Harn"
"Salve jessy" le rispondo alzando una mano e sorridendo per poi ricominciare a camminare verso l'uscita.
Afferro la maniglia dell elegante porta, la abbasso tirandola verso di me, il congegno in alto emette lo stesso suono di quando sono entrato prima ed esco.
Il cielo è diventato molto nuvoloso, nonostante siano le 16:54 il sole si vede a malapena, se non fosse che ho guardato l'orario sul mio orologio giurerei che sono le 19.00, questo fenomeno è dovuto sempre al troppo inquinamento che in casi elevati riesce addirittura a creare delle nubi tossiche che si posizionano al livello delle nuvole.
Scendo le sempre pulite scale dell edificio e mi dirigo verso la mia macchina, è un ferro vecchio ma non mi ha mai lasciato a piedi in tutta la sua carriera, si tratta di una Lancia rossa, qualche graffio qua e là, ma il motore è in ottime condizioni anche se con trentamila kilometri alle spalle.
Apro la portiera, salgo dentro, metto la cintura e metto in moto per tornare a casa da Saha ma arrivato ad un incrocio noto una vicenda raccapricciante: due ragazzi che importunano un barbone.
Vedendo una scena simile spingo il pedale del freno, mi fermo con l'automobile e scendo chiudendo con forza la portiere dirigendomi verso i due idioti, entrambi vestiti con un giubbotto di pelle nera e dei jeans scuri strappati, con la differenza che uno ha la video camera e l'altro a mani nude che nel frattempo prende il vagabondo per il colletto e gli dice con un tono minaccioso:
"Ei rifiuto della società, a che servi per il bene comune? "
Alla domanda il vecchio gira la testa per non dargli conto, ma il ragazzo, colmo di ira continua.
"Rispondi cazzone!"
Mentre gli molla un destro dritto alla bocca dello stomaco accompagnato da un doppio urlo: il primo di dolore, emesso dal vecchio e l'altro di compiacimento del compare.
"Woooooh!, questo domani mattina lo sentirà!"
Per fortuna arrivo in difesa del vagabondo.
"Ei, idioti! Lasciatelo stare!"
"Guarda Carl!" continua quello con la video camera "un altro eroe che vuole salvare la principessa in pericolo" segue un ghigno pieno di rabbia.
"Len, tieni d'occhio il morto di fame, io mi occupo di questo coglione" finita la frase si avvicina minacciosamente guardandomi dritto negli occhi, mi avvicino anche io.
Il teppista si fionda su di me tirando un gancio sinistro molto veloce ma che riesco a bloccare con il braccio destro, vado a contrattaccare con un diretto dritto sul suo naso, riesco a prendere il bersaglio, il sangue rosso dell' avversario sulla mia mano è testimone del colpo mentre il nemico indietreggia di qualche passo,si passa una mano per il naso che perde il liquido rosso, eppure torna alla carica sempre con un gancio sinistro, mi accingo per pararlo ma l'avversario ritira il braccio... È una finta! Non valutando la possibilità di un gioco del genere mi colpisce alla mascella con un gancio destro,meno forte rispetto al colpo di prima, ma abbastanza per stordirmi e mettere a segno altri due colpi indirizzati allo stomaco, mi accascio leggermente mentre il suo amico lo incita "stendilo quel figlio di puttana!"
Ripreso un attimo dalla confusione dovuta al colpo vedo l'avversario saltare con i gomiti indirizzati alla mia testa, riesco ad evitarli spostandomi a destra vanificando il colpo, ora la situazione è capovolta, lui è chino con la schiena e io sono in piedi di fronte a lui, ne approfitto e afferro la sua testa con entrambe le mani, l'avversario prova a liberarsi ma è tutto inutile,lo colpisco con il ginocchio direttamente sul viso facendolo tornare in piedi per la botta subita, le sue braccia sono a penzoloni, il suo sguardo perso nel vuoto con il sangue che esce a frotte dal suo naso e come se tutto ciò non bastasse lo colpisco nuovamente ma questa volta con un destro nello stomaco, il nemico accusa il colpo e si accascia a terra sotto lo sguardo allibito del compare
che, non sapendo che fare, se la da a gambe lasciando il barbone incustodito che osserva la scena con soddisfazione.
Mi abbasso verso il teppista con il battito cardiaco ancora accelerato e noto uno strano simbolo sull retro della sua giacca, precisamente il volto di un teschio con una rosa piena di spine che attraversa i suoi occhi.
"L'hai steso per bene, eh?"
Mi giro verso il barbone che innalza un grosso sorriso nei miei riguardi.
"Già, fortunatamente era uno solo che combatteva, se erano in due non credo che ne sarei uscito con solo un pugno in faccia"
"Se avessi avuto un po' di energia ti avrei aiutato, ma quei mascalzoni hanno voluto fare i galletti contro di me proprio perché non ho neanche la forza per rimanere in piedi"
Alla fine della frase il vecchio esplode in una grossa risata, non pensa a cosa sarebbe successo nel peggiore dei casi, ma si rallegra perché qualcuno lo ha aiutato.
Con quella sonora risata fa ridere anche me per qualche secondo, poi mi rimetto in piedi, mi avvicino a lui e gli allungo la mano per farlo alzare, il barbone prima guarda me, poi la mano e in seguito decide di afferrarla, lo tiro con molta forza fino a che non si rimette in piedi per poi guardarmi e dirmi:
"Ti ringrazio per quello che hai fatto per me, al mondo dovrebbero esistere più persone come te e meno come loro" termina indicando il teppista a terra."Non c'è di che" rispondo "anzi, se posso fare altro..."
"...Nono!" Risponde senza darmi il tempo di finire la frase "credimi, hai già fatto tanto, se non fosse per te chissà dove sarei adesso!" 
seppur esausto continua a ridere."D'accordo" appoggio la mano sulla spalla un po' sporca "fai più attenzione la prossima volta".
"La prossima volta non accadrà."
Così rimetto la mano in tasca, gli accenno un ultima volta un sorriso e mentre mi giro per tornare in macchina gli rispondo "stammi bene".
Sono molto soddisfatto di aver aiutato quel tizio beh, i miei pantaloni sporchi di sangue un po' meno ma tutto sommato poteva andare peggio anche a me, smetto di pensarci così salgo sulla macchina, metto in moto e mi dirigo verso casa.
Arrivo a destinazione, la mia abitazione è di colore bianco, frontalmente ci sono tre finestre, una nel piano di sotto e le altre nel piano di sopra;c'è un viale che porta all'entrata e sia a destra che a sinistra dello stesso c'è un piccolo cortile.
Non abbiamo gli steccati, quando ce li hanno proposti Saha ha fatto una faccia orrenda!
Non piacevano neanche a me, un motivo in più per rifiutarli.
Attraverso il viale per arrivare alla porta mentre inizio a cercare le chiavi di casa.
"Dove le ho messe?" Borbotto mentre cerco nelle tasche dei pantaloni, infilo la mano nella tasca anteriore destra trovando le chiavi e le infilo nella fessura della porta aprendola.
Entro in casa, la mia casa da 19 anni, le mura sono di un rosso scuro, con tende e tappeti abbinati dai gusti di Saha, poso le chiavi sulla ciotola vicino alla porta, attraverso un piccolo corridoio che si ferma in un bivio: a sinistra la cucina mentre a destra la sala giorno, scelgo di andare in cucina, giusto per prepararmi un panino, così entro nella stanza decorata diversamente rispetto alla casa, infatti le pareti sono coperte da mattonelle bianche ma che lasciano un po' di spazio prima di arrivare al soffitto, la cucina è ad angolo, inizia con il frigorifero, successivamente ci sono il lavandino, il banco da lavoro, la lavastoviglie e infine la macchina del caffè.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 15, 2017 ⏰

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La Coscienza di Harn (Nome Provvisorio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora