Carrie aprì gli occhi, incontrando il bianco gelido del soffitto, aveva il desiderio di rimanere ancora nel tepore delle sue coperte, ma sapeva che doveva alzarsi; mise un piede fuori dal piumone malva, lo poggiò sul pavimento di noce, poi l'altro. Si alzò e si diresse in bagno, dopo aver guardato il suo viso un paio di minuti, decise di lavarsi. Quel giorno indossò dei Jeans ed una camicia rosa pallido.
Scese le scale, sua madre era ai fornelli.
<< Buongiorno>> disse quasi in un sussurro
<< Ciao Amore!>> gridò in tono di festa, la donna aveva dei capelli rossi ricci che ricadevano sulle spalle, gli occhi verdi incorniciati da sopracciglia sottili, come le labbra, che erano una fessura sul viso.
Carrie si chiese come faceva ad essere sua madre, o come lei faceva ad essere sua figlia, poiché non si assomigliavano per niente, né di carattere nè di fisico né di portamento.
Addentò un Muffin al cioccolato, poi salutò la madre e scappò via, dirigendosi a scuola .<< mi manchi anche tu>> sospirò, <<non sarà una cosa lunga, tranquilla>> rassicurò, poi ci fu un attimo di pausa <<... Ti amo anch'io>> chiuse la telefonata, si sedette su letto del dormitorio, un materasso storto e sbilenco.
si vestì lentamente, amava il suo lavoro, ma la distanza lo uccideva. Indossò una camicia azzurro ghiaccio e dei jeans scuri. Prese la cartella, uscì dalla stanza del dormitorio e attraversò il cortile erboso, dirigendosi verso la scuola.Per la prima volta Carrie arrivò puntuale, si sistemò nella seconda fila e impilò i suoi libri sul sottobanco, poi prese il programma e lo lesse
"Letteratura aula 23, matematica a.65, chimica a.87"
La giornata sarebbe stata lunga ed estremamente pesante, pensò, posando di nuovo il programma delle lezioni. Il suo silenzio venne interrotto dal brusio circostante, non si era accorta della presenza di altre persone; ad un certo punto la porta si spalancò e da essa entrò una figura sottile, elegante, una ragazza dai capelli corti, il viso sottile leggermente squadrato, gli occhi vispi, bordati di ciglia lunghe e sottili, come le labbra. La riconobbe subito
"EMILY!" Gridò felice, la giornata era nettamente migliorata, si gettò tra le braccia della ragazza, che ricambiò l'entusiasmo. Emily era la sua migliore amica. Era stata in viaggio in Italia per un anno e mezzo ed era appena tornata per l'inizio dell'ultimo anno di liceo. Le strinse la mano energicamente, Emily ricambiò elettrizzata la stretta.
Improvvisamente, le loro risate vennero interrotte dal rumore forte della porta che si apriva, entrò dalla porta un ragazzo giovane. Carrie pensò fosse molto bello, al di là di tutto, gli occhi i lineamenti, il portamento, il modo di vestire, lo rendevano l'uomo perfetto. Poi mise a fuoco, capì, ed in un attimo la faccia le prese fuoco dall'imbarazzo. Gli occhi celesti del ragazzo incontrarono i suoi, sostennero il suo sguardo, poi tutti e due scostarono via l'attenzione, chiaramente stupiti o imbarazzati.Entrai in classe velocemente chiudendo la porta dietro di me, feci qualche passo e posai la cartella sulla cattedra, armeggiando con i libri, sentii uno sguardo su di me, alzai gli occhi ed incontrai due occhi nocciola che mi scrutavano, sostenni lo sguardo, poi lo distolsi. Mi girai verso la lavagna e iniziai a scrivere col gesso sulla distesa verde bosco: "Taylor McCollough"
<< buongiorno ragazzi, io sono Taylor McCollough e per quest'anno, a quanto pare , sarò il vostro insegnate di letteratura>> dissi velocemente, poi incontrai di nuovo il suo sguardo, il viso impallidito.<<sarò il vostro professore di letteratura >> annunciò, il viso le divenne bianco. Letteratura era la sua materia preferita e non poteva pensare ad affrontare un anno intero con un uomo così brusco, ma al contempo estremamente bello. Si castigò per i suoi pensieri, dandosi un pizzicotto sul braccio. Era un professore. Pensò, era sbagliato fare certi pensieri. Questi pensieri non li aveva mai fatti certamente sul signor Tanner, o su nessun altro, ma lui.. Era diverso. Emanava un'auto che lei percepiva. Poi pensò a Kol, il suo volto cambiò espressione, ed impallidì quando la porta si aprì, accogliendo una figura magra ed alta, i capelli biondi ed ondulati lunghi sotto le orecchie, la camicia nera con i primi bottoni lasciati andare, i jeans dello stesso colore, erano aderenti alle sue lunghe gambe. Sentì mancare il respiro. Le era sempre sembrato un angelo, anche ora, ebbe una fitta al cuore e temette che per un attimo, sarebbe crollata al suolo , invece rimase immobile impassibile, ad ammirare la sua bellezza.
<< Buongiorno>> disse ironicamente il professore, infastidito, il ragazzo gli sorrise, insolentemente, << buon giorno >> rispose con un sorriso stupido, a Carrie venne voglia, dopotutto, di prenderlo a pugni.La porta si sbalancò e da essa entrò un ragazzo biondo, in faccia stampato un sorriso insolente << Buongiorno>> disse infastidito, il ragazzo, col suo sorriso da sbruffone rispose << Buongiorno>> e camminando a lunghi passi per l'aula, andò a prendere posto alla sinistra della ragazza del caffè.
Taylor si sedette sulla cattedra e dopo qualche minuto di silenzio, chiese
<< Cos'è per voi la poesia?>> la classe rimase interdetta a quel parole, solo una non mosse lo sguardo da Taylor, Carrie.
Taylor la guardò, non sapeva cosa trovava in quella ragazza, c'era qualcosa in lei che lo attirava, un'energia elettronegativa che lo spingeva a perdersi nei suoi occhi scuri, nelle labbra sinuose. Si staccò immediatamente dai suo pensieri. Non doveva, lei era una sua alunna, lui un professore, prima di tutto un uomo impegnato, con la bellissima Anne, questo gli bastava.
<< nessuno?>> ripetè, poi la vide, vide la mano delicata, le dita affusolate, la pelle lattea e candida.<< nessuno?>> chiese di nuovo il professore, allora Carrie fu volta da un impeto che non era suo, alzò timidamente la mano, per poi riabbassarla violentemente dopo qualche secondo, pentita del gesto stupido. Ma il professore aveva notato la sua mano. Si sentì una stupida.
<< Carrie>> disse, si sentì sprofondare. Il suo volto si dipinse di rosso.
<< vieni alla cattedra>> chiese, e si domandò se tutto questo potesse peggiorare. Si scostò dal banco, si alzò dalla sedia e percorse a lunghi passi il corridoio tra le file di banchi.
Si accostò al lato della cattedra, poi, nonostante l'imbarazzo, iniziò a parlare .
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ROOM 321
Fiksi RemajaTutto parte da un errore, un incidente. Ma se questi errori non fossero solo coincidenze? Se era destino incontrarsi così ? Taylor e Carrie, una storia che li porterà a respingersi.. E a volersi sempre di più.