Caro diario,
Ieri è stata una giornata come altre, solita sveglia, solita scuola, solito Alec e infine insolita cena.
Lo sai no? Quanto è fantastico Alec? Sono riuscita a catturarlo in un sacco di fotografie, ma c'era una ragazza che gli ronzava attorno.
Dopo una breve ricerca scoprii che era palesemente innamorata del mio Alec, ma ormai non c'è più bisogno di preoccuparsi, penso che viva bene anche da cenere.
Per la prima volta, forse non prima, invitai una "amica" a cena, così per un pasto speciale andai a fare la spesa personalmente, perché anche se vivo da sola, i miei genitori mi mandano alimenti una volta ogni due o tre giorni, ma ieri era diverso.
Andai al supermercato, comprai del bacon e delle uova; uscita da lì passeggiai fino al vicolo vicino a casa di Alec (Magari lo vedevo, non si sa mai.) e sorrisi nel vedere che la spazzatura non era ancora stata rapita dai camion che la ritirano.
Non so cosa avessi preso di specifico, ma i guanti che ho usato per frugare puzzavano abbastanza, fatto sta che misi tutto in una borsa che non fa traboccare quell'odore disgustoso.
Erano ormai le 20:00, in una decina di minuti Lara, Lola, Lauren, Leila o come accidenti si chiama, sarebbe arrivata, tutto era pronto. Le uova le avrei iniziate a sistemare alla fine per riempire l'ossigeno di quel profumo mischiato a quello del delizioso bacon.
Non avevo esagerato con lo schifo, in fondo sono una brava persona, era solo il corpo di qualcosa come un ratto mezzo decomposto avvolto nel bacon sovrastato dall'uovo strapazzato.
Ovviamente non solo quello, giustamente anche dell'insalata come contorno e tante spezie che ammaliano l'olfatto e insieme a quelle, il mio adorato sonnifero in polvere. Perché adorato? Semplice, ha effetto in solo qualche minuto, perfetto no?
Stavo proprio per rompere l'uovo quando il campanello suonò, il sorriso si dipinse sul mio volto, andai ad aprire alla mia ospite con fare, falsamente, goffo e la feci accomodare a tavola dopo che aveva poggiato la sua borsa vicino all'appendi abiti.
Nel l'attimo dopo che lei si sedette notai come si gustava il profumo che aveva ormai avvolto la sala da pranzo. Mi assentai per pochi minuti per finire di preparare la cena e infatti dopo pochi minuti ero davanti a lei con il suo buonissimo pasto.
Ovviamente io non mangiai quello schifo, c'era una porzione pulita e sana per me, quindi mangiammo tranquillamente parlando di come andava l'università ad entrambe.
Il mio timer suonò: 20.30, in quell'attimo la ragazza davanti a me, dopo la conversazione mi ricordò di chiamarsi Leila, si accasciò sul tavolo cadendo in un sonno profondo.
Momento perfetto per frugare nella sua borsa, realizzai sghignazzando, lo feci con dei nuovi guanti bianchi in plastica.
Il suo telefono, stupidamente senza un codice, conteneva foto di Alec e chat con lui in cui flirtavano, beh, l'ha pagata cara.Chiamai mio cugino Blake, un falegname psicopatico che colleziona interiora umane, e trascinammo Leila avvolta in un sacco nero fino al suo capannone in un quartiere di edifici abbandonati.
La mia cara amica si svegliò subito, la sua faccia spaventata nel vedere la valigetta nera di Blake era da immortalare e far inquadrare.
Mio cugino tirò fuori una siringa dalla punta lunghissima e con dentro un liquido giallognolo, era anestetico, in fondo siamo brave persone e non volevamo mica far soffrire la nostra ospite.
Agguantai la siringa e misi la punta contro il collo di quella sporca puttana, mi guardò con occhi imploranti, sorrisi e spinsi la parte posteriore dell'aggeggio.
Da quando si era svegliata che urlava come se non ci fosse un domani (Ops, forse non ce lo avrà veramente un domani), per questo rimediammo.
Analizzai la valigia, solite cose che ormai conoscevo troppo bene, accarezzai coltelli, taglierini, bisturi e infine la mia mano si fermò tra le mie amate forbici, presi le mie preferite che ormai erano macchiate di un rosso sanguigno, beh si, era sangue.
Infilai le due dita nell'impugnatura dell'oggetto, iniziando ad allargare e stringere le dita tra loro creando quel fantastico suono metallico che mi faceva, e fa ancora, rilassare.
Blake, a mani nude, prese Leila per la mascella con una mano e la mandibola con l'altra per tenerle aperta la bocca, in modo che io, con dei guanti perché ho schifo, riuscissi ad acciuffare la lingua della vittima e con le mie amate forbici tagliarla.
Buttai la lingua nel sacco nero che poi avrei buttato o regalato a quel psicopatico di Blake e le chiudemmo la bocca con scotch, anche se sapevamo non avrebbe fermato quei fastidiosissimi lamenti.
Piazzammo del cartone in terra in modo da sistemare in fretta alla fine e non lasciare troppe tracce di sangue e ci spingemmo sopra Leila.
Come cosa più bella da fare, pensavamo di giocare con il suo intestino, ma non volevamo che lei vedesse quelle cose, per cui avemmo l'idea geniale di prendere un cucchiaio e, con molta gentilezza, cavarle gli occhi. Ne prendemmo uno io e uno lui, iniziando così a tirarceli come la guerra di palle di neve, anche se non erano palle, ma bulbi oculari. Peccato che in quel momento ne avessimo solo due.
Finalmente la parte più divertente era arrivata, anche se ero un po' dispiaciuta per la perdita dei sensi della mia amica, ma tanto il divertimento sarebbe spettato solo a noi comunque.
«Bisturi!» Aveva gridato Blake come i chirurghi, ma lui sghignazzava, che psicopatico. Pur sempre mio cugino, quindi gli passai quello che aveva richiesto.
Lo osservai maneggiare il bisturi mentre mi divertivo a far girare le forbici, ovviamente stando attenta a non farmelo finire nell'occhio come l'ultima volta che lo feci.
Dopo qualche attimo finalmente la pelle era stata stracciata e potemmo tastare gli organi con le dita, almeno, lui lo faceva a mani nude.
Il cuore batteva ancora, era proprio carino, così con le forbici lo intagliai, macchiando per sbaglio il mio braccio di rosso, ma non era importante, presi in mano l'organo non del tutto in tatto e ci giocai un po', insomma è così molle e divertente da schiacciare!
Mentre mi divertivo Blake aveva tagliuzzato l'intestino in fette di salame, lo fa sempre e vende quelle cose viscide ad amici cannibali oppure li regala al suo cane Cerberus.
Mi alzai, feci un giro attorno al corpo per trovare qualcosa di interessante ma niente.
Così tornai al mio posto, calpestando per sbaglio un po' di non so cos'era, pancreas?
Per il gran finale mio cugino con la sua cara motosega tagliò le parti del corpo interessanti e poi con una catasta di legno facemmo un bel falò appena fuori dal capannone; ci buttammo dentro "Leila", le sue cose, i cartoni sporchi di sangue e i nostri vestiti sporchi come facciamo sempre, rientrando poi a prendere un cambio pulito.
Mi feci dare un passaggio da Blake fino a casa, mettendo prima il sacco nero nella cuccia di Cerberus, per qualche motivo la polizia non ha mai controllato lì.Stamattina la polizia è venuta a cercarmi, Leila aveva detto alla sorella che viveva con lei che veniva a casa mia, per cui sono una sospettata.
Comunque niente, la sorella ha chiesto dove avessi nascosto la mia amica, ma sinceramente non so dove sia, un po' se la portano in giro gli amici di Blake, un po' ne ha lui, un po' il suo cane e un po' gira nell'aria da cenere, insomma, come faccio a sapere dove sta Leila?