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"Se fallisci e non conquisti il podio, smetterò di essere il tuo coach."

Ti sei pentito fin da subito di averlo fatto piangere, poco prima, nel seminterrato: non che fosse quello il tuo obiettivo, sia chiaro.

Ti aspettavi di tutto - di sentirlo gridare sino a consumarsi la voce, di vederlo infuriarsi come mai prima d'ora, anche di esser colpito da un bel gancio destro (te lo saresti meritato, d'altronde) - ma non di assistere impotente al fiume di lacrime che gli riga molesto le guance tremolanti.

Che cosa ti era passato per la testa, esattamente?

Lo avevi detto tu no, che 'il cuore di un pattinatore è quanto di più fragile esista al mondo', quindi, perché l'hai fatto?

Potessi, ti prenderesti a sberle in faccia.

Ed ora, dannazione, non sai come comportarti: dovresti abbracciarlo? Dirgli che stavi scherzando e che il tuo era un patetico, quanto impacciato tentativo di spronarlo - solo per permettergli di affrontare la gara al meglio?

Ci hai provato, ma lui continua a piangere.

"Ti dovrei baciare, forse?"

E lo stai per fare, sei convinto che un bacio possa davvero farlo stare meglio: sei sicuro riesca a rimarginare la ferita che gli hai inferto inconsapevolmente - non è così, che ti insegnano da bambino?

Ma lui non cessa di stupirti, e si allontana prima che succeda
Ti inchioda sul posto con le sue iridi acquose: s'intravede il suo animo in tempesta, lì dentro.

Che cosa vuoi veramente, Yuri?

"Non occorre che tu dica niente! Devi solo starmi vicino."

Ed è quello che giuri di fare, una volta arrivato il suo turno: eppure, per quanto tu lo voglia, non riesci neanche a toccarlo.

Hai paura di poterlo ferire un'altra volta, e così ti limiti a sorridere lieve alle telecamere tutt'attorno.

Ecco - pensi - almeno quello ti riesce bene; tuttavia, come coach, ne hai di strada da fare.

Ne prendi ancor più consapevolezza quando è il tuo protetto a consolarti: si avvicina e ti sfiora piano la chioma argentea, come a volerti sussurrare 'lo so, so che non era tua intenzione'.

E poi puoi solo ammirarne le movenze sinuose, fluide, i passi precisi, l'inaspettata sicurezza.

Volteggia sulla pista ghiacciata con la stessa grazia e leggiadrìa proprie di una libellula che danza a pelo d'acqua.

È un incanto.

La tentazione di tapparti gli occhi, però, è troppa: temi che possa cadere da un momento all'altro, che il magico sortilegio si spezzi improvviso - ma non accade niente di tutto ciò.

Non ti rendi conto di stare correndo veloce verso di lui, mentre le note della sinfonia scemano delicate e scrosci di applausi prendono il loro posto.

Quel che sai, è che adesso anche Yuri sta arrancando verso di te, le braccia tese ed un sorriso radioso a rischiarargli il volto sudato.

"Viktor! Ce l'ho fatta, non è così?"

E ciò di cui sei a conoscenza subito dopo, è che le vostre labbra si stanno per sfiorare.

Non si tira indietro, stavolta, e sia mai che lo faccia tu: il pensiero che milioni di persone vi stanno osservando, al di là dello schermo, non ti sfiora minimamente.

Ci siete solo voi: le membra aggrovigliate, le bocche fuse una sull'altra, il gelo del ghiaccio che vi protegge - inverosimilmente - nel più tiepido degli abbracci.

Nessun altro.

Ma sai anche che dovete separarvi - non neghi che ti sarebbe piaciuto restarci per sempre, così - e quando ti stacchi lentamente da lui, t'imponi però di non smettere di fissare i suoi occhioni caldi, dilatati, felici.

Quel che vi leggi, è lo stesso sentimento che - ci scommetteresti - risplende vivace nei tuoi.

"Questa è l'unica cosa che sono riuscito a pensare per poterti  sorprendere, più di quanto tu abbia mai fatto."

E Yuri conquista anche il podio, oltre che il tuo cuore.

(...O forse, era già suo da un pezzo.)

NdA: Perché, secondo voi non ci avrei scritto nulla sopra? EPISODIO 7 PATRIMONIO DELL'UNESCO.

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Should I just kiss you or something? | vikturi flashfic | spoilers ep. 7 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora