He Needs You More Than He Needs Me

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Mycroft sgranò gli occhi: «Oh mio dio...».
John rimase qualche istante a bocca aperta per poi urlare disperato: «SHERLOCK!»

Un mese prima
Era una nebbiosa domenica a Londra, ma non c'era di che stupirsi.
John Watson stava aggiornando il blog che teneva sulle avventure condivise con il suo coinquilino.
«Bene. Ho finito finalmente»
«Quello sull'imbianchino?»
«Sì, lui. Comunque, andiamo da Speedy's stasera?»
«Se ci tieni. Per me è indifferente»
«Perfetto. Andiamo allora». Detto questo, spense il suo portatile, prese la giacca, il portafoglio e, con le chiavi in mano, uscì seguito dall'amico.
«Hai intenzione di mangiare qualcosa stasera?»
«Sì, perché no».

«Ciao Bill» salutarono in coro gli amici sedendosi al tavolo vicino la finestra.
«Il solito John?»
«Sì e... Oggi mangia anche lui» rispose sorridendo e voltandosi, quasi soddisfatto, verso Sherlock.
«Esattamente. Del pesce fritto, grazie»
«Certo, tutto per la nostra coppia preferita» e con un occhiolino, il cameriere si allontanò per consegnare l'ordine alla cucina.
John sbuffò, e subito un'occhiata interrogativa di Sherlock si piantò su di lui. Il biondo se ne accorse: «Che c'è?»
«Non controbatti? Lo fai sempre» chiese Sherlock mentre prendeva il suo telefono squillante dalla tasca: era l'ispettore Lestrade.
John sbuffò nuovamente e nel frattempo rispose: «Ormai ci ho rinunciato».

Non più di venti minuti dopo erano nella periferia della City, su richiesta di Scotland Yard, dopo una corsa in taxi.
Lestrade fece loro segno di raggiungerlo all'entrata: «Si chiamava Christopher Lewis; è stato trovato qualche ora fa in questa fabbrica dismessa. Lavorava...» entrarono in una stanza trovando Mycroft Holmes lì dentro, ed un'espressione di disappunto si formò sul viso del giovane consulente.
«...con tuo fratello Sherlock»
«Che ci fai qui?» chiese il riccio troncando il discorso dell'ispettore, ormai fin troppo abituato a quell'atteggiamento per prendersela.
«Buonasera anche a te fratellino. Christopher era nel mio dipartimento e avete collaborato...»
«...nel caso del boss mafioso Verdi, questo lo so. Non riesci proprio a darmi nessun altro aiuto, non so, magari più rilevante di qualcosa di ovvio?».
Mycroft inclinò la testa, infastidito: «Venite».
Entrarono allora nella stanza dove era stato rinvenuto il corpo dell'agente legato da catene ad una seggiola. Aveva la falangi delle mani rotte e dei colpi di pistola alla testa.
«Guarda cosa ha in mano.»
Sherlock fece il giro della sedia e vide così una sua fotografia, infilata con un coltello nelle mani legate dietro la schiena del cadavere. La lama colpiva la sua immagine proprio in mezzo alla fronte.
«Ti avevo detto che nessuno avrebbe dovuto avere informazioni riguardo la mia partecipazione al caso Verdi. Perche aveva una mia foto?»
«Non l'aveva lui fratellino. In basso a destra. Riconosci quella firma?».
Sherlock a quella vista si bloccò un istante, poi, essendosi piegato per leggere meglio, tornò dritto e avvicinandosi a Mycroft fece: «Voglio una protezione: per John, la signora Hudson e te.»
«Già attivata mentre arrivavate. Ma tenete sempre gli occhi aperti.»
«Ma... Che succede?» John li aveva raggiunti e vedere quel segno sulla foto di Sherlock, la firma lasciata sempre dai Verdi quando attuavano un crimine, ed il coltello che stracciava la foto proprio in mezzo al viso del suo amico lo fecero rabbrividire e rimanere senza fiato.
«Bene - annunciò alché Sherlock rivolgendosi agli altri tre - adesso non ci resta che capire chi è stato e scoprire dov'è» ed iniziò così le sue osservazioni.
Un minuto dopo sapeva che l'assassino fosse un uomo di circa un metro e ottanta, zoppicante, probabilmente a causa di una ferita inflitta da Lewis mentre cercava di difendersi; era possibile saperlo dalle gocce di sangue sul pavimento intorno alla sedia. Non poteva dire di più al momento, se non che Lewis era stato torturato, in un arco di tempo relativamente esteso, forse tre o quattro giorni. Probabilmente l'assassino, commissionato dai Verdi, che non si occupavano mai personalmente dei delitti, voleva sapere chi fosse stato il responsabile della cattura del boss e dopo così tanti dolori, Lewis ha dovuto fare il nome di Sherlock, per poi essere ucciso.
«Abbiamo trovato i segni di un'auto in cortile» li informò Lestrade, appena tornato nella stanza che aveva lasciato pochi minuti prima.
«Mostrameli» gli rispose secco il consulente.
Tornarono di fuori tutti e quattro e Sherlock, osservando i ritrovamenti della polizia, cercò sul telefono delle foto di qualche jeep (erano segni che solo una jeep poteva lasciare) da mandare poi ai suoi amici vagabondi per cercare di stringere il campo.

He Needs You More Than He Needs Me ~ JohnlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora