The ladybug

La musica del ricordo

"Teletrasporto" disse. "Davvero utile. Lo uso sempre!". Mi divertì molto quella frase: "ecco spiegata la pancia", pensai. C'era una scrivania in fondo alla stanza, il signore andò a sedersi sull' enorme sedia che stava dietro di essa, invitandomi a prendere posto sulla seconda sedia che stava davanti alla scrivania. Mi sedetti, e davanti a me, si aprì un buco da cui uscì una ciotola di cioccolatini. (Sì, il cioccolato piace ancora!). Ne presi uno e il signore, con un sorriso, iniziò il suo discorso: "non posso dirti l'anno in cui siamo, ne posso dirti il mio nome... mi dispiace.  Ma, posso dirti come sei arrivato. È la coccinella che ti ha portato qui, ma non è vera, l'ho creata io e grazie a lei sarai anche in grado di tornare. Passiamo ora al motivo per cui sei qui". Si alzò e si diresse verso uno scaffale, tirandone fuori una deliziosa scatoletta di colore gallo chiaro, decorata con un disegno di un ramo di un pesco in fiore. La posò sulla scrivania e l'aprì. Dentro, su un gradino, c'era una ballerina molo graziosa. Il signore azionò un piccolo meccanismo: la ballerina iniziò a girare su se stessa e partì una musichetta. Una lacrima scese sul mio viso... lasciate che vi spieghi: è successo anni fa, quando avevo solo 6 anni... stavo dormendo con mia madre e all'improvviso, sentiamo dei rumori venire dal piano di sotto. Lei si alzò, io iniziai a piangere. Mio padre era in viaggio per lavoro. Non erano suoi quei passi. Mia madre fece partire quella musica e mi disse di stare tranquillo. La mattina dopo scesi al piano di sotto... e... lei non c'era. Aspettai ore... non tornò. Mai. Quella musica, è il mio ultimo ricordo di lei. Il signore mi guardò, anche lui piangeva. Si asciugò le lacrime e prima che potessi dire qualcosa, vidi la coccinella posarsi sui miei vestiti. Presi tra le mani la scatolina e chiusi gli occhi. Mi risvegliai in quel freddo vicolo. Pioveva a dirotto. Tra le mani avevo ancora il carillon.