Avevamo tredici anni quando in un giorno qualunque mi hai confessato che per te ero di più, più di un amico, più di un fratello, più dello stesso sangue che ci scorreva in vena.
E' così che tutto è cominciato tra di noi.
Non avevo mai pensato a come sarebbe stato avere una relazione, nemmeno in generale, d'altronde eravamo soltanto due ragazzini che lentamente scoprivano il mondo in tutte le sue sfumature, ma tra i due, tu sei sempre stato quello più "avanti".
Anche a scuola, io combinavo casini e tu studiavi; ti dannavi per non avere quel rispetto incondizionato che a me hanno dato dal primo giorno, ed io morivo.
Morivo tutte le volte che dovevo asciugare le tue lacrime, le stesse che non hai smesso di versare da quando avevamo sei anni e sentivamo mamma e papà urlare; le stesse che io ho sempre cercato di arginare, perché ogni tua lacrima, era una mia sconfitta.
Così, quella notte fredda e buia, mi sono reso conto che se volevo, potevo amarti, perché già lo facevo da sempre, e l'ho sempre fatto così tanto da farci diventare una cosa sola, una sola anima che questo mondo crudele ha cercato di dividere, ma noi siamo più forti, noi abbiamo sempre vinto su tutto e tutti.
Noi siamo lo stesso sangue, la stessa mente, la stessa anima. Noi siamo gemelli.I giorni sono passati fino a diventare anni; siamo cresciuti, forse più velocemente di quanto avremmo dovuto, tra le nostre bugie, i nostri segreti per nascondere all'intero mondo la nostra natura.
Cresciuti tra un palco ed un aereo, tra una stanza d'albergo ed uno studio di registrazione; sì, siamo cresciuti.
Non abbiamo più quei dannati tredici anni che volevamo diventassero presto diciotto, per essere liberi.
Quella stessa libertà che non abbiamo mai ottenuto, nemmeno ora che di anni ne abbiamo venti.Ricordo ancora quando mamma ci urlò contro che eravamo dei mostri; l'ho odiata per averti fatto piangere in quel modo. Ho odiato chiunque ti facesse del male.
E' così che sono presto diventato un bulletto: è più facile essere visti come i cattivi, che come i buoni che non vogliono più essere deboli, ed io non conoscevo altro modo per farla pagare a chi ti faceva del male, ero soddisfatto solo quando li pestavo e li vedevo piangere.
Le menzogne poi ci hanno aiutato solo ad essere ciò che gli altri volevano che noi fossimo, sono loro che ci hanno spinto ad essere ancora più io e te, noi contro tutti.Così abbiamo finto con tutto e tutti, ma non abbiamo mai saputo mentire, nemmeno davanti alle telecamere, no; avevo bisogno di te perché quegli obiettivi, mi facevano sentire così a disagio che fare il gangastar da quattro soldi mi riusciva più semplice.
I momenti dolci, il vero me, li riservavo solo a te. Ed è così che è nato il twincest: i gemelli Kaulitz che fanno sesso assieme, di più non sono riusciti a vedere, non sono mai riusciti a vedere quanto amore ci fosse nei nostri sguardi, o forse lo hanno visto e hanno fatto finta di niente, come se i nostri occhi non stessero urlando quanto uno amava l'altro.
E dopo tutti questi anni, anche io sono arrivato a chiedermi se tra noi sarebbe dovuta andare davvero così.Abbiamo deciso, o meglio, ci hanno costretti, come poveri animali in un circo da strapazzo, a fuggire; fuggire anche da noi stessi, lasciare tutto ciò che in vent'anni eravamo riusciti a costruire. I nostri amici, i nostri parenti, le nostre cose.
Siamo partiti con un misero zainetto a testa, pieno di pochi vestiti, pronti a ripartire dove nessuno ci conosceva, peccato solo che avremmo potuto fingere solo fino ad un certo punto: i nostri occhi uguali, i nostri visi, raccontano ciò che siamo e saremo per sempre.Anche qui, a Los Angeles, sono dovuto restare a distanza di sicurezza da te quando eravamo in pubblico. E tutto ciò, ci ha portati a dove siamo ora.
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STORMY WEATHER by T.O.M.
Fanfiction"I nostri occhi uguali, i nostri visi, raccontano ciò che siamo e saremo per sempre. Anche qui, a Los Angeles, sono dovuto restare a distanza di sicurezza da te quando eravamo in pubblico. E tutto ciò, ci ha portati a dove siamo ora."