La giornata inizia male: una piccola riunione è stata convocata nel mio ufficio per cui non ho neanche il tempo di rilassarmi che gli interessati iniziano ad arrivare e prendere posto attorno alla mia scrivania. I loro volti, i sorrisi forzati e l'abbigliamento formale stamattina m'infastidiscono, avrei bisogno di distrarmi ma sono consapevole di dover prestare massima attenzione.
Quando mancano solo poche persone, vedo Piper varcare la soglia. Stamattina è splendida. Ho scelto io quel vestito perché il bianco fa risaltare i suoi colori, ma al contempo la rende più candida e quel tocco di rosso sulle labbra è da mozzare il fiato. Mi viene da pensare a qualche ora fa, mentre la ammiravo intenta a truccarsi, facendo facce buffe allo specchio o provocandomi passandosi la lingua sulle labbra ancora prive di rossetto.
Mi rivolge uno dei suoi sorrisi provocatori, un occhiolino e occupa il posto di fronte al mio. Soffro a vederla senza poterla toccare, accarezzare, assaporare ma fin dal primo appuntamento ci siamo imposte totale silenzio con i nostri colleghi per il bene di entrambe e del nostro lavoro e anche se le cose tra noi vanno magnificamente, credo che non cambieranno per un po'. In fin dei conti non è un gran peso, finito il lavoro possiamo tornare a casa, nel nostro letto e rimanere lì per ore, anche senza muoverci, semplicemente nutrendoci del profumo dell'altra. Da quando Piper è nella mia vita, ho una visione diversa di molte cose: la mattina mi sveglio col sorriso perché so che ogni vuoto, in qualsiasi momento, potrà essere riempito dal pensiero della mia donna tra le mie braccia; non sono più tanto ligia a lavoro, perché ora so che ci sono cose più importanti, ora ho un altro obiettivo, render felice Piper. Il difficile sta solo nel trovare la forza di abbandonare quel letto quando lei riposa ancora con la testa abbandonata sulla mia spalla. Ma anche allora trovo il coraggio nella consapevolezza che la sera, tornata a casa, sarà proprio lì.
La riunione è aperta da una breve presentazione il ché mi costringe a spostare gli occhi da lei e prestare attenzione alle parole del mio collega. Ma lei funge da calamita per il mio sguardo e i miei pensieri, potrei star lì a osservare per ore quel collo, quelle labbra, quegli occhi dolci, quando all'improvviso muove le gambe per accavallarle di nuovo subito dopo e CAZZO! Non indossa le mutandine! L'ha fatto di proposito, sapeva della riunione, si è seduta davanti a me e ora cerca di distrarmi nel peggior modo possibile, ma devo resistere allora distolgo di nuovo lo sguardo ma non posso far altro che desiderarla, prestare comunque attenzione a lei e CAZZO! Muove di nuove le gambe! La sua nudità è proprio lì di fronte a me, in bella mostra solo per me, probabilmente anche bagnata per me perché so benissimo quanto la eccitino certi giochetti e so quanto la ecciti farmi soffrire. Ed è proprio questo che sto facendo, sto morendo dentro, sto sudando freddo e non riesco a pensare ad altro che al momento in cui mi nutrirò della sua essenza, la mangerò come una belva la sua preda e lì rimarrò fino a domani. Ma ora non si decide ad accavallare di nuovo quelle gambe e i miei occhi non riescono a staccarsene. Il cambio di interlocutore tra i nostri colleghi ci riporta alla realtà e i miei occhi finalmente si staccano da quello spettacolo quindi lei può accavallare di nuovo le gambe ma io ho bisogno d'aria, mi alzo e mi dirigo verso i bagni. Mi guardo allo specchio, il mio viso è stravolto, ho caldo e il mio battito è accelerato quindi cerco di calmarmi bagnando i polsi e gettandomi un po' di acqua sul viso ma mi fermo quando sento rumore di tacchi venire nella mia direzione. La porta si spalanca, Piper entra con fare autoritario, chiude la porta alle sue spalle e ci si appoggia aspettando che sia io a fare la prima mossa e non ci penso due volte: mi fiondo su di lei, la bacio ma la dolcezza sarà riservata ad un altro momento, dobbiamo fare in fretta e le mie mani non possono essere fermate e sono già sull'orlo del suo vestito. La prendo per i fianchi, mi avvicino al lavandino, la poggio lì e mi abbasso su di lei. I miei movimenti sono precisi e veloci e i suoi gemiti soffocati ne sono la prova. Anche se con lei preferisco il sesso romantico, non solo carnale o veloce, non è né il luogo né il momento per dedicarsi a romanticherie e provocazioni, solo per questo (o forse no) metto in gioco anche la mano destra con due dita avanti e uno dietro proprio come Piper non riesce a sopportare a lungo, ma nel frattempo continuo con la lingua a martoriarle il clitoride. In effetti in questo modo raggiungo il mio obiettivo fin troppo in fretta, lo capisco dall'urlo gutturale che rilascia mentre poggia la schiena allo specchio. Quasi non sono soddisfatta per la velocità con cui ha raggiunto l'orgasmo e avrei voglia di succhiare un suo capezzolo ma stropicciare quel bel vestito sarebbe davvero un peccato allora devo accontentarmi del suo fluido che scorre caldo sulle mie dita ricoprendole come se fosse un guanto modellato apposta per me. Ora però non posso perdermi nella fretta e mi alzo per abbracciarla aspettando che lei sposti la schiena dallo specchio e avvolga le braccia attorno al mio collo. Ma il suo centro pulsa ancora, la sento sfinita tra le mie braccia e prima di sfilare la mano aspetto che il suo respiro si regoli, allora mi allontano solo di qualche centimetro e infilo il dito medio nella mia bocca e come ogni volta il suo sapore mi inebria e mi paralizzata tanto che è lei stessa ad afferrare il mio polso per portarsi il mio indice alle labbra.
Aspetto ancora qualche attimo, con la sua testa sotto il mio mento e le sue braccia che tornano a essere forti intorno alle mie spalle, ma purtroppo è arrivato il momento di andare quindi le do un ultimo bacio tra i capelli e l'aiuto a scendere. Mi da le spalle mentre si sistema i capelli allo specchio ed io le distendo il vestito ponendole in fine le mani suoi fianchi e ammirandola allo specchio, proprio come ogni mattina e a questo pensiero non posso trattenere un sorriso. Ma è tardi ed è meglio tornare in ufficio, un ultimo bacio e si allontana chiudendo la porta mentre mi fa un occhiolino. Wow! A chi o cosa devo tanta fortuna? A volte la vita è imprevedibile: da un giorno all'altro cambia, diventa magnifica semplicemente regalandoti Piper Chapman.
Dopo essermi sistemata a mia volta, torno anche io alla riunione e vengo accolta da domande sul mio stato di salute ma lei mi rivolge il suo sorriso provocatorio e non mi resta che stare al gioco. Fortunatamente non manca molto alla fine della riunione e presto tutti si dirigono verso l'uscita, anche lei, un po' tentennante in realtà, torna nel suo ufficio, ma senza che me ne accorgessi mi si avvicina una ragazza, a stento ricordo il nome ma maledico il giorno in cui fu assunta. Cerco di distrarmi ripensando al sapore di Piper e alla ricompensa che mi spetta stasera, ma lei cerca la mia attenzione e fa scorrere un dito lungo la mia schiena approfittando della leggera scollatura del vestito. Non m'interessa, non provo attrazione per lei, perché poi dovrei provare attrazione per qualcuno che non sia Piper? Perché dovrei anche solo pensare a un'altra donna? Ma lei non si arrende, mi volta e afferrando l'orlo del mio vestito mi attira a sé, io cerco di allontanarla spingendola e facendola cadere sulla mia scrivania e mai ci fu coincidenza migliore perché la porta si apre e Piper potrebbe fulminarmi con uno sguardo. "Non è come sembra!" Il mio vestito sgualcito copre neanche metà della mia coscia, lei distesa sulla mia scrivania con le gambe aperte provocatoriamente davanti a me, la mia espressione disorientata e il mio tono spaventato, insomma tutto farebbe pensar male! Lascia la stanza con fare furioso ma io non posso farla scappare, non posso permettere che una stupida puttana mandi la mia vita all'aria. La rincorro e le afferro un braccio ma lei non accenna a fermarsi e giuro, non vorrei mai usare la mia forza su di lei, ma sono costretta a farlo per riportarla nel mio ufficio. Chiudo la porta e le blocco le mani cercando di tenerla ferma ma lei non vuole saperne e non mi lascia spiegare. La ragazza, che assiste scettica allo spettacolo, si avvicina come per chiedere spiegazioni, ma io la caccio via in malo modo, probabilmente esagerando con le parole tanto da meritare uno schiaffo in pieno viso, ma a quel punto è Piper ad intervenire, marcando il suo territorio, difendendo la sua proprietà e sottolineando la sua totale supremazia su di me ed il mio corpo ed ecco che vola un altro schiaffo, questo però sul volto della semisconosciuta che con occhi sbarrati e con la mano sulla guancia arrossata finalmente decide di andar via.
Rimaniamo allora soli, io, lei e i nostri fraintendimenti. Ho paura, non di uno schiaffo ma di perdere la sua fiducia anche se so che rimango ben lontana dal perdere il suo amore. Vorrei solo che fosse entrata un attimo prima o che l'avessi seguita fuori dal mio ufficio, o che fossi rimasta in quello stretto bagno con la sua testa sul mio petto, o, meglio ancora, nel nostro letto con la sua schiena stretta al mio seno. Tra tutti quei pensieri le mie gambe cedono, i miei muscoli sembrano improvvisamente sgretolarsi ed io crollo ai suoi piedi. Non posso far altro che aggrapparmi alle sue gambe e implorare il suo perdono per qualcosa che non ho mai fatto, che non ho mai voluto fare. Le parole escono sconnesse dalla mia bocca e le mie scuse sono inghiottite da una valle di lacrime che invade il mio viso. Non so quale idea si stia facendo di me, non immagino cosa possa capire di tutto questo e quale significato possa dare alle mie parole ma all'improvviso afferra i miei capelli, li tira indietro con forza facendomi alzare la testa per guardarmi negli occhi ed è allora che incontro quei magnifici oceani turchesi, ancora macchiati di rabbia, nei quali vorrei perdermi come un navigatore inesperto in mare aperto, ma forse tenere gli occhi nei miei le basta per comprendere la verità e ritrovare fiducia in me infatti mi prende per le spalle, mi tira su e con il pollice asciuga le mie lacrime mentre congiunge le nostre bocche. Il bacio è dolce, solo uno strofinarsi di labbra delicato e paziente con le sue mani che mi strofinano la schiena e le mie, ancora incredule, che tremano sui suoi fianchi. Ma a poco a poco prende il controllo, gira la chiave nella serratura e dolcemente mi spinge verso il piccolo divano accanto a noi. Non abbiamo fretta, avremo tutta la notte per fare l'amore e ora la violenza è finita, la foga di qualche secondo fa placata, quindi ci sediamo una accanto all'altra ma Piper allunga le gambe sul mio grembo e si accoccola sul mio petto.
Dio quanto la amo!
STAI LEGGENDO
Provocazioni e carezze
FanficI momenti più significativi della relazione tra Alex e Piper, nata all'improvviso ma che ha stravolto le loro vite.