13. Che io un altro amico come lui non lo troverò mai.

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Che è iniziato tutto un pó per caso, l'anno scorso.
Se non fosse stato per una mia amica che ci ha fatti conoscere, io a quest'ora non potevo chiamarlo "amico".
Perché lui si che è un amico con la A maiuscola.
Si è sempre dimostrato leale con me. C'è sempre stato, sin dal primo giorno. E un giorno si era pure offerto di venirmi a prendere fino a casa, per l'esame di diritto, perché c'era lo sciopero dei treni.
Io sfido a trovarla un'altra persona come lui nel mio corso. Vi sfido proprio.
Avevamo legato talmente tanto, da stare tutti i giorni insieme. Ogni ora, ad ogni pranzo. Sempre.
Solo che poi si è accorto che questo corso non faceva per lui e quindi, si è ritirato.
Mi ricordo che mi inviò un messaggio vocale dove mi raccontava della sua decisione. E mi ricordo che io ero sul treno mentre lo ascoltavo. E ho pianto.
Si ho pianto perché lui li dentro era la persona più importante per me.
Però grazie al cielo che quest'anno si è iscritto ancora in quest'università, solo in un indirizzo diverso. E ci vediamo spesso. E il rapporto non è cambiato di una virgola.
Ogni volta che mi vede mi spupazza e mi abbraccia forte.
Ma mi manca.
Mi manca fargli le mie battutacce nel bel mezzo della lezione. E mi manca vederlo guardarmi male e poi ridere per la disperazione mentre mi dice "no sara, questa non si può sentire".
E mi manca sentirgli dire che non sono un disastro.
Si perché sono talmente in confidenza con lui, che oramai sa che io sono carente di autostima.
E lui era subito pronto a dirmi che non ero come mi descrivevo.
" Sara non dire minchiate. Non sei affatto brutta. Hai un visino così dolce. E non sei grassa, piantala" mi diceva.
"Ti voglio un mondo di bene" diceva anche. E anche io te ne voglio, amico mio. Davvero tanto.
Non dimenticarlo mai.

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