Gli mancava il fiato: mai in vita sua aveva corso così tanto da privare i suoi polmoni del respiro -o meglio, da non riuscire a inalare l'aria correttamente- ma non gli importava.
In quel momento desiderava soltanto arrivare il prima possibile dalla SUA Lucy.
Nonostante fosse a chilometri di distanza da lei riusciva sempre a sentire il dolce, delicato ed inebriante profumo che il suo corpo e i suoi capelli emanavano e che era diventato per lui una vera e propria droga fin dalla prima volta in cui l'aveva sentito.
Ma l'odore stava diventando man mano sempre più asprigno, insopportabile da sentire. Quasi come se qualcuno fosse stato talmente vicino alla sua Luce da mischiare il profumo al proprio.
E il secondo gli era terribilmente familiare.
Ferro.
Quella situazione non gli piaceva per niente.
E lui era ancora lontanto dalla casa dell'adorata nakama.
Poi, all'improvviso, l'odore asprigno del ferro si indebolì, scomparendo quasi del tutto se non fosse stato per quel leggero rimasuglio rimasto attaccato al profumo di Lucy.
E questo voleva dire solo una cosa.
Aumentò il ritmo della sua corsa ignorando il dolore alle gambe e il bruciore al petto, con l'immagine della sua Luce nella mente che lo spronava, piangente, di andare avanti.
La sua Luce.
Forse non sarebbe più stata solo la sua, dopo quel giorno.
"Sei morto."
Finalmente giunto alla dimora dela maga degli spiriti stellari il Dragon Slayer si arrampicò sul muro esterno della casa come era solito fare quando non c'era Happy a portarlo in volo fino alla finestra.
Adorava quei momenti quando lui era solo con Lucy, nel letto insieme.
Lei che, ignara, dormiva sonni beati, e lui, accanto a lei, a fissarla tutta la notte, instancabile.
Ma probabilmente quei sonni non sarebbero stati mai più beati.
"No."
Si impose di essere forte per lei, di essere lui una volta tanto la luce della sua*, e non il contrario come era sempre stato. Decise che avrebbe fatto di tutto, pur di non turbare i dolci e sereni sonni che accompagnavano l'amata di notte.
E con questi pensieri in testa, entrò.
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Una presa salda, calda, familiare le intrappolava la mano destra, rendendole impossibile il movimento di quest'ultima e perfino dell'intero braccio.
In un primo momento pensò a Natsu, ma poi le venne più spontaneo pensare ad una mano femminile, così minuta e delicata nella sua già piccola di per sè.
Si portò quindi la sinistra a sfregarsi gli occhi, senza interrompere quel contatto rassicurante -consapevole di non potere, ma soprattutto di non volere-, mugugnando nel frattanto qualcosa di incomprensibile tra le labbra rosee e secche.
E senza avere il tempo di pensare di aprire gli occhi una stretta le avvolse il corpo o, perlomeno, quello di cui era in grado di fare la persona che le stava accanto.
-Lu-chan!-
-L..Levy?- la bionda, chiaramente confusa, lasciò che la minuta ragazzina dai capelli azzurrini si staccasse dall'abbraccio, scontrando i loro occhi ma lasciando le mani unite in una stretta ancora più salda. Stretta che ben presto venne rotta da Levy che si portò le mani al viso in un vano tentativo di asciugare le guance dalle lacrime che imperturbabili continuavano a scorrere silenziose sul suo volto. Lucy percepiva in quello sguardo qualcosa di più che un semplice dolore superficiale, ma qualcosa di più profondo.
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Heart's dream - Fairy Tail - NaLu
Fanfiction"Siamo semplicemente attratti da ciò che più ci fa del male." Lucy *** "E' come se fosse qualcosa di insopportabile, indomabile ma inevitabile. E non perché ce lo impone qualcuno di più potente, ma perché siamo noi a volere che lo sia." Gajeel ...