Se non fosse per lui, la mia vita sarebbe diversa. Vederlo li con tutti quegli amici che gli stanno intorno, che prendono in giro me. Io lo amo, non riesco a dirglielo. I tagli si fanno sempre più profondi è la musica sempre più alta. Vederlo con quelle ragazze è straziante, parla sempre con quelle puttane che non hanno un briciolo di cuore. I suoi discorsi, i suoi occhi ecco di cosa mi ero innamorata. Non posso dirlo a nessun altro visto che quando ho provato a confidarmi, la notizia ha fatto il giro della classe.
- Emily, mi vuoi ascoltare? - riuscì a sentire quelle parole dagli auricolari.
- Cosa vuoi Lora? - risposi seccata.
- Anche io ti voglio bene ma ora dobbiamo scendere- giusto eravamo su un pullman un altra giornata di scuola tra prese in giro e figure di merda. Presi lo zaino e alzai il volume della musica. Scesi gli unici scalini del pullman, alzai lo sguardo e incontrai quei meravigliosi occhi color nocciola, che poi si voltarono ne sorridere a una di quelle solite ragazze che gli stavano intorno. Stronza sussurrai, sali le scale e già vidi quello stupido del suo migliore amico aprire bocca. Gli feci il dito medio, non sapendo neanche cosa stava dicendo. Forse era una Guardate chi è arrivata o la piagnucolona. Quando dicevo quello mi veniva la voglia di strozzarlo o di ucciderlo malamente. Ho pianto solo una volta e ora me lo rifaccia sempre. Coglione. La mia classe era sempre vuota, arrivavo sempre presto per restare lì, al buio, ad aspettare con la mia canzone nelle orecchie. Dopo.che suonava la campanella nessuno si sedeva accanto a me, mi chiamavano sfigata o cretina e cose del genere. Me ne fottevo altamente. Non dico di essere intelligente ma rispondo bene alle domande e ho ottimi voti, quindi no anzi sono intelligente. Suono la campanella, di solito non mangiavo nulla mi chiudevo in bagno ad ascoltare musica, per fortuna da noi l'intervallo durava solo 20 minuti. Uscì dall'aula con le cuffie e il cellulare in tasca, quando una visione che desideravo non vedere mi colpì gli occhi. Lui stava baciando un altra,una di quelle cagnoline del terzo anno. Corsi verso il bagno, le gambe mi tremavano, trattenvo le lacrime è il respiro. Mi appoggiai al muro e pian piano con la schiena scivolai. Misi gli auricolari e della musica triste invase la mia testa, le lacrime agli occhi erano sempre di più e anche i singhiozzi. In quel momento volevo suicidarmi, perché capitava tutto a me? Cosa ho fatto di male? Avevo tante domande a cui dare risposta.
Uscì dal bagno e vidi quella stupida ragazza di prima, la rabbia mi acceco, senza nessun preavviso gli diedi un pugno su quel bel faccino, giusto per rovinarlo un po'.