Confusione

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Alex era preoccupato in quel periodo. Aveva appena finito le medie e si era lasciato alle spalle otto anni di conoscenze, dalle elementari fino alle medie. Avrebbe dovuto iniziare "da capo" dopo l'ultimo anno di scuola non proprio brillante. Aveva una sicurezza con sé: la sua sorellastra Marica che aveva conosciuto quando era ancora un mocciosetto viziato e capriccioso. Alex non aveva passato felicemente gli ultimi mesi prima di trasferirsi dal padre (con cui abitava ormai da due anni), ma cercava di non pensarci e di voltare pagina.
Marica era una ragazza inspiegabilmente grezza, ma erano otto anni che Alex la conosceva, quindi non ci dava troppo peso.
Erano entrambi agitati per l'inizio del primo anno di superiori, sapevano che si doveva contare l'uno sull'altro per ambientarsi al meglio, come fanno i fratelli. Quella mattina però era strana. Era grigia come quasi tutte le altre di settembre, perché il bastardo ti rideva dietro del fatto che fosse finita l'estate, ma qualcosa era diverso. Alex e Marica non ci fecero tanto caso, così si incamminarono da casa fino a scuola, pronti ad iniziare una nuova avventura. Arrivati a scuola la prima cosa che saltava all'occhio era la corporatura di Alex, che non era molto comune per i ragazzi di quattordici anni come lui...
di sicuro non passava inosservato!
Alex e Marica si metterono in un angolo sotto una colonna, ad aspettare che il momento di entrare arrivasse. Finalmente dopo venti minuti buoni passati ad attendere, un uomo che si qualificò come preside chiamò le classi una per volta. Alex e Marica erano la quarta b e si avviarono in classe con i loro nuovi compagni. Alex provò prima a fare conoscenza con la parte maschile della classe, anche se ben poca, e trovò dentro degli elementi a dir poco bizzarri:
Il primo con cui parlò era il classico esempio di cervellone, con gli occhiali ed i capelli mossi e non pettinati. Si chiamava Leonardo, e a prima vista era simpatico.
Il secondo tipo era il più bizzarro della classe. Era non troppo basso con i capelli che finivano in un ciuffo che poteva essere legato e creare un'acconciatura stravagante. Aveva però un atteggiamento effemminato e... strano. Si chiamava Giacomo.
Parlò poi con altri due ragazzi abbastanza normali questa volta. Si chiamavano Tommy e Stefano.
L'ultimo con cui parlò era un ragazzo con le fattezze meridionali, la teoria di Alex si confermò quando a merenda Giuseppe tirò fuori quello che sembrava essere un arancino... a merenda!
Dopo la prima giornata di scuola passata a non fare praticamente nulla a parte la conoscenza dei nuovi compagni, Marica ed Alex tornarono a casa. Lungo la strada, Marica aveva quella sua solita faccia pensierosa e strana, che Alex aveva imparato a sopportare col tempo. Chiese per rompere il silenzio,"allora, com'è andato il primo giorno? Le amiche ti piacciono?", e Marica rispose stranamente pimpante: "benissimo grazie, le mie amiche per ora sono fantastiche!" Facendo finta di essere piacevolmente confuso dalla frenesia di Marica, i due tornarono a casa. Passarono due settimane da quel giorno... intanto i ragazzi avevano fatto amicizia con il resto della classe, e si trovavano in ottimi rapporti con tutti. Le ragazze erano graziose ed i ragazzi molto più maturi di quei coglioni della scuola media. Quella mattina mancavano moltissimi professori in tutta la scuola, per cui la classe si trovò ad affrontare solo l'ultima ora di lezione.Alex era seduto vicino a Leo e Giacomo, anche se su quest' ultimo aveva sempre più le idee confuse... cercò di non pensarci e di scherzarci come farebbe con tutti.
La professoressa entrò, e tutti si alzarono in segno di rispetto, ma ella nemmeno ricambiò il saluto. Stava per iniziare a fare l'appello quando dopo molti colpi di tosse, iniziò a sputare sangue. I ragazzi, per accertarsi che stesse bene si avvicinarono e le chiesero cosa stesse succedendo. Lei rispose con una specie di grugnito, così Stefano si avvicinò e le sollevò il capo. Quello che vide fu orribile: gli occhi completamente neri, sangue che le scendeva dalla bocca, da cui emetteva versi orribili. Si spostarono tutti quanti con uno scatto a dire poco fulmineo, ma un altro loro compagno, Alessandro si era chiuso in un angolo involontariamente, e la professoressa-zombi si accanì su di lui. Ale era terrorizzato e chiedeva aiuto:" QUALCUNO ME LA LEVI DI DOSSO CAZZO!". Stefano, Alex e Giuseppe ci provarono assieme, ma solo con l'aiuto di Giacomo e Tommy ce la fecero. La professoressa era molto grassa, ed era difficile da spostare, fatto sta che riuscirono a toglierla ed a immobilizzarla a terra." Tutto bene Ale?" chiese Alex "no, non va bene per niente, quella pazza mi ha graffiato!".
Intanto tutte le ragazze stavano cercando di tenere la professoressa a terra, cercando in vano di calmarla a parole. Non riuscendoci, Matilda, la più piccola ma la più cattiva, diede un cazzotto alla professoressa, evidentemente abbastanza forte da placarla. Stefano esclamò "ragazzi, ma che cazzo succede?" Leo rispose prontamente "ah non lo so io!".
Giuseppe (che era il nerd del gruppo) cominciò a buttar fuori teorie su un'apocalisse zombi, ma lo mandarono tutti quanti a cagare.
Improvvisamente alla porta della classe si sentì bussare pesantemente. Impauriti e con le sedie in mano pronte per essere lanciate aprimmo la porta. Entrò quel coglione di Giacomo che era andato in bagno a farla dalla paura. Alex disse"dobbiamo cercare qualcuno all'interno della scuola che ci possa dare una mano con la prof", "Si buona idea Alex" era Carla che parlava, una ragazza un po' misteriosa ma tuttavia apprezzabile e simpatica. "Allora, io e Clara andiamo a cercarli, voi rimanete qui! " Tutti annuirono e salutarono i due ragazzi.
Nel tragitto la scuola sembrava più vuota, non c'erano nemmeno quegli scemi "ribelli" che di solito passavano tutto il tempo vicino alle macchinette delle merendine. Non c'era nessuno nemmeno in segreteria, la scuola era immersa nel silenzio. Ad un certo punto sentirono dei rumori provenire dalla quarta A. I rumori erano molto simili a quelli emessi poco prima dalla professoressa. Carla guardò nella serratura della porta della classe, e non poté fare a meno di far uscire dalla propria bocca un sussulto. Subito si levò inorridita dalla fessura, accasciandosi a terra, ma Alex incuriosito guardò. Quello che vide fu orribile: la classe era piena di quei cosi, Alex prese per mano Clara e corse più forte che poteva per tornare nella propria aula.
Arrivati a destinazione Alex si raccomandò di non raccontare nulla, Clara annuì e così aprirono la porta. Videro i propri compagni intorno alla professoressa, che spruzzava una fontana di sangue dalla testa. "Ma che diavolo è successo?!", chiese inorridita Clara, Tommy rispose:"La professoressa si era incazzata di nuovo, così Giacomo gli ha spaccato la testa sulla cattedra. Alex in quel momento di confusione e di paura riuscì a pensare scherzando sul fatto che lo aveva giudicato male. Giuseppe, che era stato perso di vista attirò l'attenzione dei compagni su di lui. In mano teneva un pezzo di carta, che leggeva con orrore e paura. I compagni si accorsero dell' espressione di Giuseppe, così gli chiesero dove avesse trovato il foglio. "L' ho trovato vicino alla tasca della professoressa...", "e che dice?", chiese Alex. Ad un tratto gli occhi di Giuseppe si spalancarono"  c'è scritto... ORDINE DI EVACUAZIONE NAZIONALE!"

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